Esplosione al deposito ENI di Calenzano: un dramma che segna il Paese
Lunedì 9 dicembre è stata una giornata tragica per la comunità di Calenzano e per l’intera Italia. Il corpo dell’ultimo disperso nell’esplosione del deposito di carburanti ENI è stato ritrovato, portando il bilancio delle vittime a cinque. L’incidente ha scosso profondamente la società, richiamando l’attenzione su sicurezza sul lavoro e dinamiche operative nei siti industriali.
Le vittime: storie di vita interrotte
I cinque uomini che hanno perso la vita erano autotrasportatori, impegnati nelle loro attività quotidiane nell’area della pensilina di carico del deposito. Il primo identificato è stato Vincenzo Martinelli, 51 anni, originario di Napoli ma residente a Prato da molti anni. Insieme a lui, la Basilicata piange Franco Cirelli (50 anni) e Gerardo Pepe (45 anni), entrambi dipendenti della ditta Sorgen. A completare il triste bilancio sono Carmelo Corso, 57 anni, di Catania, e Davide Baroni, 50 anni, nato ad Angera, in provincia di Varese, ma cresciuto a Livorno e residente a Bientina, in provincia di Pisa.
Le salme delle vittime sono state trasferite all’Istituto di Medicina Legale dell’ospedale Careggi di Firenze, dove verranno effettuate autopsie e prelevati campioni di DNA per identificazioni più accurate. La Procura di Prato ha già incaricato i medici legali di eseguire le analisi necessarie, portando avanti le indagini per accertare eventuali responsabilità.
I feriti: condizioni e aggiornamenti
Sul fronte dei feriti, la situazione è meno grave di quanto inizialmente temuto. Molti dei feriti trasportati agli ospedali di Careggi e Prato sono stati già dimessi o sono prossimi alla dimissione. Dei 10 feriti riportati inizialmente, tre rimangono ricoverati in codice rosso: due sono sotto cura nel centro grandi ustionati di Pisa e uno si trova in subintensiva a Careggi.
Inoltre, almeno 17 persone si sono presentate autonomamente in ospedale per lesioni di lieve entità, aumentando il bilancio complessivo degli infortunati. La Regione Toscana, insieme alla prefettura, ha aggiornato continuamente i dati sull’emergenza sanitaria, fornendo supporto alle strutture ospedaliere coinvolte.
Le indagini: alla ricerca delle cause
L’esplosione è avvenuta alla pensilina numero 6 dell’area di carico del deposito ENI, che ne conta un totale di 10. Secondo le prime ricostruzioni, alle ore 10:21:30 un operatore avrebbe attivato l’allarme tramite un pulsante, ma la deflagrazione è avvenuta pochi secondi dopo, coinvolgendo almeno cinque autocisterne in un susseguirsi di esplosioni devastanti.
La Procura di Prato ha aperto un fascicolo d’indagine con accuse di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose aggravate dalla violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e disastro colposo. L’ipotesi prevalente è che l’esplosione sia stata causata da una delle autobotti presenti nell’area di carico, in un momento critico per le operazioni di trasferimento del carburante.
Due esperti, l’esplosivista Roberto Vassale e il chimico esplosivista Renzo Cabrino, sono stati incaricati di svolgere accertamenti tecnici per conto della Procura. Entrambi hanno una lunga esperienza e hanno partecipato, tra le altre, alle indagini sulla strage di Capaci. Il loro lavoro sarà fondamentale per ricostruire la dinamica dell’incidente e individuare eventuali mancanze nei protocolli di sicurezza.
Le riflessioni sulla sicurezza
La tragedia di Calenzano riaccende il dibattito sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, specialmente in contesti industriali ad alto rischio come i depositi di carburante. È essenziale che le normative esistenti siano applicate con rigore e che le aziende adottino misure preventive più stringenti per evitare simili tragedie in futuro.
I sindacati e le associazioni di categoria hanno espresso cordoglio per le vittime e le loro famiglie, sottolineando la necessità di un intervento immediato per migliorare le condizioni di sicurezza nel settore. Intanto, la comunità di Calenzano si stringe intorno ai familiari delle vittime, offrendo supporto morale e materiale in questo momento di dolore.
Un appello alla responsabilità
Mentre le autorità lavorano per far luce sulle cause dell’esplosione, l’Italia intera riflette sull’importanza della prevenzione e del rispetto delle norme sul lavoro. La tragedia di Calenzano ci ricorda quanto sia fragile la vita e quanto sia fondamentale investire nella sicurezza per proteggere chi, ogni giorno, lavora con dedizione e professionalità.