Un bagnino di 44 anni è stato protagonista di una vicenda che ha fatto discutere l’opinione pubblica. Saverio Amato, in servizio sulla spiaggia di Ca’ Savio a Venezia, ha salvato una turista straniera di 70 anni colta da un malore mentre nuotava. Nonostante il gesto eroico, Amato si è visto recapitare una multa di 1.032 euro per non aver immediatamente avvertito la Capitaneria di Porto, come previsto dal protocollo.
Il salvataggio e la multa
L’episodio è accaduto il 3 settembre, quando la settantenne ha iniziato a sentirsi male in acqua. Il bagnino, notando la situazione critica, è intervenuto prontamente, riuscendo a portarla in salvo. Tuttavia, nei giorni successivi all’evento, Amato ha ricevuto una sanzione dalla Capitaneria per mancata comunicazione immediata all’ufficio marittimo. Questa omissione avrebbe impedito alla Capitaneria di svolgere correttamente i propri compiti istituzionali. Secondo il protocollo, infatti, ogni salvataggio in mare richiede una pronta segnalazione agli organi competenti, cosa che il bagnino non ha fatto in modo tempestivo.
La reazione del bagnino
Saverio Amato ha espresso la sua intenzione di fare ricorso contro la multa. “Ho salvato una vita, non pensavo che sarei stato multato per questo,” ha dichiarato Amato ai media locali. La sua decisione di opporsi alla sanzione è stata accolta con grande sostegno da parte della comunità e delle autorità locali, compreso il sindaco di Cavallino-Treporti, Roberta Nesto.
La solidarietà della comunità
L’intera vicenda ha sollevato un’ondata di indignazione tra i cittadini, che considerano la multa un’ingiustizia nei confronti di un professionista che ha compiuto il proprio dovere. Roberta Nesto ha espresso solidarietà al bagnino, sottolineando che “per noi conta l’aspetto sostanziale: una vita umana è stata salvata”. Inoltre, il sindaco ha affermato che sta considerando l’idea di rendere omaggio ai bagnini della zona che, durante la stagione estiva, hanno svolto un lavoro fondamentale, salvando diverse vite.
Le regole e la realtà
Il caso di Saverio Amato solleva una questione più ampia riguardo le rigide normative che regolano i salvataggi in mare. Se da una parte è importante che i protocolli vengano rispettati, dall’altra la rapidità di intervento di un bagnino può fare la differenza tra la vita e la morte. Amato ha agito tempestivamente per salvare la turista e, solo dopo aver garantito la sua sicurezza, ha pensato alla burocrazia. Molti ritengono che il sistema debba tener conto di situazioni d’emergenza come questa, dove la priorità è salvare vite, e non punire chi agisce per il bene delle persone.
La battaglia legale
Il bagnino, assistito da un legale, ha già annunciato di voler portare la questione in tribunale, convinto di poter dimostrare di aver agito correttamente in una situazione di emergenza. Il ricorso, se accolto, potrebbe portare a una revisione delle normative attuali, allentando le maglie burocratiche che spesso complicano il lavoro di chi si trova in prima linea nel salvare vite.
Un dibattito aperto
La storia di Saverio Amato ha aperto un dibattito su scala nazionale. Molti esperti di sicurezza e soccorso in mare ritengono che le regole debbano essere applicate con buon senso e flessibilità, soprattutto in contesti dove il fattore tempo è cruciale. Alcuni sostengono che le autorità marittime dovrebbero rivedere i protocolli per garantire che, in casi di emergenza, la priorità assoluta resti la salvaguardia delle vite umane.
La vicenda di Amato ha anche portato alla luce il tema delle condizioni di lavoro dei bagnini, spesso sottoposti a un elevato stress psicologico e fisico durante la stagione estiva, ma anche a regole rigide che non sempre tengono conto della complessità delle situazioni in cui operano. La speranza è che questo caso possa contribuire a migliorare le condizioni operative di chi, ogni giorno, è chiamato a proteggere la vita dei bagnanti sulle spiagge italiane.