👉 Morto Pippo Baudo: addio al re della televisione italiana, leggenda del piccolo schermo

Addio a Pippo Baudo, il maestro della televisione italiana

Si è spento a 89 anni Pippo Baudo, il re indiscusso della televisione italiana, l’uomo che per decenni ha incarnato il volto più autentico e popolare del piccolo schermo. Nato a Militello in Val di Catania il 7 giugno 1936, laureato in giurisprudenza, scelse di seguire la passione più grande: quella per lo spettacolo. Una passione che lo ha reso leggenda, conducendo tredici edizioni del Festival di Sanremo e una lunga lista di programmi entrati nella memoria collettiva degli italiani.

La notizia della sua scomparsa, avvenuta il 16 agosto a Roma, è stata confermata dal suo amico e legale Giorgio Assumma, che lo ha ricordato con parole toccanti: “Per me è come se fosse morto un fratello. Abbiamo condiviso ideali, interessi e valori, senza mai una crisi nel nostro rapporto. Le sue virtù? Una cultura vastissima, la capacità di risolvere i problemi con lucidità e soprattutto la sincerità assoluta nei rapporti umani”.

L’ultima apparizione pubblica risaliva alla festa per i 90 anni di Pierfrancesco Pingitore: in sedia a rotelle ma sempre sorridente, salutava amici e colleghi con la sua inconfondibile ironia. A febbraio era apparso in uno scatto social insieme a Tullio Solenghi e Massimo Lopez.

Le reazioni dal mondo politico e dello spettacolo

La premier Giorgia Meloni ha espresso subito il proprio cordoglio: “Il suo volto e la sua voce hanno accompagnato intere generazioni”. Alba Parietti, che con Baudo condivise momenti importanti, ha scritto su Instagram: “Con te si chiude un’epoca. Sei stato la televisione, il maestro di tutti: duro, esigente, ma capace di dare opportunità immense. Ti sarò sempre grata, per avermi insegnato tanto”.

Beppe Grillo, con la sua vena ironica e affettuosa, ha lasciato un ricordo sui social: “Caro Pippo, quando ti presenterai al Supremo, cerca di non dire ‘l’ho scoperto io’”.

Antonella Clerici, visibilmente scossa, ha parlato di lui come di un “grande, immenso, inarrivabile”. Mara Venier ha ricordato il legame profondo che li univa: “Ha fatto parte della mia vita e di quella di Renzo Arbore. Mi ha dato tanto e ha dato a tutti gli italiani. Siamo tutti scioccati”. Simona Ventura lo ha definito senza esitazioni “il mio maestro”, mentre Gerry Scotti ha rivelato di dovergli molto: una telefonata di Baudo negli anni ’80 lo convinse a intraprendere il percorso che lo ha reso oggi uno dei volti più amati della televisione.

Il ricordo della Rai

Anche la Rai, casa di Baudo per gran parte della carriera, ha espresso parole di commozione: “Con Pippo Baudo se ne va un pezzo di cuore della tv. Ha reso la televisione un fenomeno culturale, nobilitando il termine ‘nazionalpopolare’ e trasformandolo in linguaggio universale. È stato inventore di televisione, scopritore di talenti, uomo di Sanremo e padre di programmi che hanno accompagnato la storia stessa della nazione”.

Le testimonianze degli artisti

Laura Pausini, che deve a Baudo l’inizio della sua carriera, ha scritto: “Ciao al mio secondo papà. Mi hai cambiato la vita quando a 18 anni mi scegliesti per Sanremo 1993. Da allora non mi hai mai lasciata. Il lutto che provo è inspiegabile”. Fabio Fazio ha sottolineato come Baudo “abbia inventato la grammatica della televisione”. Carlo Conti, emozionato, ha detto: “È triste, si spegne un po’ la tv che abbiamo imparato a fare grazie a lui”.

Max Giusti ha ricordato: “Se ne va un pezzo di storia del nostro Paese. Pippo era un punto di riferimento, nei momenti più critici era lì, rassicurante. La frase che si diceva era: ‘È vero perché lo ha detto Pippo Baudo’”. Bruno Vespa lo ha definito “l’ultimo dei grandi”, mentre Renzo Arbore ha parlato di lui come di un complice e un amico indimenticabile. Katia Ricciarelli, visibilmente turbata, ha ricordato i diciotto anni di matrimonio: “Indipendentemente da come sia finita, resterà sempre il numero uno”.

Una carriera senza eguali

La carriera di Pippo Baudo è un viaggio lungo oltre mezzo secolo. Dopo gli esordi con “Settevoci” e “Canzonissima”, il successo esplose negli anni ’80 con “Domenica In”, “Fantastico” e “Serata d’onore”. Ha diretto il Festival di Sanremo in tredici occasioni, segnando l’immaginario collettivo con intuizioni, scoperte di talenti e momenti indimenticabili.

Non solo conduttore: fu direttore artistico del Teatro Stabile di Catania, della Rai e persino di Canale 5. Ha sperimentato, innovato, inventato format che ancora oggi restano pietre miliari della televisione italiana.

Nel 2018 pubblicò la sua autobiografia “Ecco a voi. Una storia italiana”, in cui raccontava con orgoglio e umiltà le tappe di una carriera straordinaria. Nel 2021 ricevette il titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, a coronamento di una vita dedicata alla cultura e allo spettacolo.

L’eredità

Con la morte di Pippo Baudo, l’Italia perde non solo un conduttore ma un pezzo della propria identità culturale. La sua voce, i suoi modi inconfondibili, la capacità di unire rigore e leggerezza resteranno impressi nella memoria collettiva. Per milioni di italiani, Pippo non è stato soltanto un volto in tv, ma un compagno di vita, una presenza familiare capace di raccontare e interpretare i cambiamenti del Paese.

Da oggi la televisione italiana è più povera. Ma il suo lascito rimane immenso, un patrimonio che continuerà a vivere nelle generazioni future.

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