Tragedia in alta quota: padre e figlio perdono la vita in Val Passiria
Una giornata che doveva essere dedicata alla bellezza della montagna e alla condivisione di una passione comune si è trasformata in una tragedia che ha sconvolto la Val Passiria e l’intero Alto Adige. Un’escursione in alta quota, a 2.600 metri, ha avuto un epilogo drammatico per un padre e il figlio, precipitati in un tratto impervio e purtroppo ritrovati senza vita.
Era la sera di lunedì quando a San Martino in Passiria è scattato l’allarme. I due, un uomo di 67 anni e il figlio di 25, erano partiti per una gita in montagna nella zona di Plan, a Moso in Passiria. Amanti della natura e profondi conoscitori dei sentieri locali, avevano pianificato di raggiungere il bivacco Pixner, un punto di riferimento per molti escursionisti che percorrono l’Alta Via “Tiroler Höhenweg”. Tuttavia, quando i familiari non li hanno visti rientrare a casa, la preoccupazione è diventata allarme.
Subito sono stati mobilitati i soccorsi: sul posto sono intervenuti il Soccorso Alpino della Val Passiria, il Soccorso Alpino provinciale e la Sezione Aerea della Guardia di Finanza, insieme ai carabinieri. Grazie a un’operazione complessa, resa ancora più difficile dall’altitudine e dalle condizioni del terreno, i corpi sono stati individuati poco sotto il bivacco, a circa 2.600 metri di altitudine.
Le vittime sono state identificate come Martin Gufler, 25 anni, e suo padre Karl Josef Hilmer, 67 anni, entrambi molto conosciuti e stimati nella comunità di San Martino in Passiria. La loro scomparsa improvvisa ha lasciato un vuoto enorme tra familiari, amici e concittadini.
Secondo le prime ricostruzioni, i due stavano percorrendo un tratto particolarmente esposto del sentiero quando, per cause ancora in fase di accertamento, avrebbero perso l’equilibrio precipitando per diversi metri. Nonostante l’esperienza in montagna e l’equipaggiamento adeguato, la caduta è stata fatale. La zona, seppur frequentata da escursionisti esperti, presenta passaggi che richiedono attenzione, soprattutto in condizioni di terreno instabile o in presenza di tratti ghiacciati.
Le indagini, coordinate dalle autorità competenti, mirano ora a ricostruire nei dettagli la dinamica dell’incidente. Gli inquirenti stanno valutando anche l’ipotesi che un improvviso cambiamento meteorologico o un cedimento del terreno possano aver contribuito alla tragedia. In montagna, infatti, anche un piccolo errore o un evento imprevisto possono avere conseguenze gravissime.
La comunità di San Martino in Passiria, unita da forti legami e tradizioni, è profondamente scossa. La notizia si è diffusa rapidamente, lasciando tutti increduli. Martin era un giovane pieno di vita, appassionato di sport e di natura, mentre Karl Josef era conosciuto come un uomo gentile e disponibile, sempre pronto a dare una mano. Per molti, padre e figlio rappresentavano un esempio di complicità e amore familiare.
Numerosi i messaggi di cordoglio arrivati alla famiglia, non solo da parte di amici e conoscenti, ma anche dalle autorità locali e dalle associazioni sportive e culturali della zona. “Una perdita immensa per tutta la comunità”, ha commentato il sindaco, sottolineando come questi eventi ricordino a tutti quanto la montagna, pur offrendo panorami e emozioni uniche, richieda sempre rispetto e prudenza.
Il Soccorso Alpino, che ha operato fino a tarda notte per il recupero delle salme, ha ribadito l’importanza di informarsi accuratamente sulle condizioni dei sentieri e del meteo prima di intraprendere un’escursione, anche per gli escursionisti più esperti. In alta quota, le condizioni possono cambiare rapidamente e un tratto che appare sicuro può trasformarsi in un punto pericoloso.
Nei prossimi giorni, la comunità si raccoglierà per dare l’ultimo saluto a Martin e Karl Josef. Le esequie saranno occasione per ricordare non solo la tragedia, ma anche la passione e l’amore per la montagna che padre e figlio condividevano. Un legame forte, interrotto troppo presto, ma che resterà nel cuore di chi li ha conosciuti.
Questa tragedia, come molte altre avvenute in montagna, lascia dietro di sé dolore, domande e una riflessione importante: la bellezza della natura va sempre accompagnata da consapevolezza e prudenza. Perché, se è vero che la montagna è un luogo di pace e libertà, è altrettanto vero che non perdona distrazioni o sottovalutazioni.