Auto precipita nel Sile a Jesolo: bimbo di 6 anni intrappolato, lotta tra la vita e la morte

Tragedia sul fiume Sile: auto con una famiglia finisce in acqua, bimbo di 6 anni in condizioni gravissime

Un tranquillo pomeriggio d’estate si è trasformato in un dramma alle porte del Lido di Jesolo, quando un’auto con a bordo una famiglia è precipitata nelle acque del fiume Sile. L’incidente, avvenuto per cause ancora in fase di accertamento, si è verificato intorno alle 13 di domenica 10 agosto, nei pressi di via Piave Vecchio. A bordo della vettura si trovavano una madre di 38 anni, di origine moldava, e i suoi due figli: una ragazzina seduta sul sedile anteriore e un bambino di appena sei anni sul sedile posteriore.

Secondo le prime ricostruzioni, il veicolo stava percorrendo la strada quando, in circostanze ancora poco chiare, ha improvvisamente perso aderenza ed è uscito di carreggiata. In pochi istanti, l’auto è precipitata nel fiume, affondando rapidamente nelle acque scure e fredde del Sile fino a una profondità di circa cinque metri.

La madre e la figlia maggiore, nonostante lo shock e la paura, sono riuscite con uno sforzo disperato a liberarsi e a raggiungere la riva a nuoto, riportando solo un forte spavento. Entrambe sono state soccorse da passanti e personale sanitario, ma non hanno riportato ferite gravi. Il bambino, invece, è rimasto intrappolato nell’abitacolo, che si era già completamente sommerso.

La situazione è apparsa subito drammatica. I soccorsi, allertati tempestivamente, si sono mobilitati in pochi minuti. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco con i sommozzatori, arrivati anche grazie all’elicottero Drago 149, che ha calato in acqua gli operatori per raggiungere il veicolo e tentare il salvataggio. La scena era concitata: i sub si sono immersi rapidamente, sfidando la scarsa visibilità e le basse temperature, per aprire le portiere e liberare il piccolo.

Una volta estratto dall’auto, il bambino è stato immediatamente affidato alle mani esperte dei soccorritori, che hanno iniziato le manovre di rianimazione direttamente sulla riva. Per lunghi minuti, il personale sanitario ha tentato di stabilizzare le sue condizioni prima del trasporto d’urgenza in ospedale. L’elicottero ha poi provveduto al trasferimento rapido presso il nosocomio più vicino, dove il piccolo si trova ora in prognosi riservata, in condizioni definite gravissime.

Nel frattempo, le forze dell’ordine hanno avviato le indagini per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente. Secondo una prima ipotesi, la donna, all’altezza di un centro commerciale situato lungo la via, avrebbe tentato una manovra di inversione di marcia. È possibile che, durante questa manovra, il veicolo abbia perso aderenza o che la conducente abbia commesso un errore di valutazione, finendo così per uscire dalla carreggiata e precipitare nel fiume. Tuttavia, questa resta al momento soltanto una supposizione: saranno i rilievi tecnici e le testimonianze a chiarire con precisione quanto accaduto.

Il dramma ha scosso profondamente la comunità locale e i villeggianti presenti nella zona, molto frequentata in estate. Chi si trovava nei pressi del luogo dell’incidente ha raccontato di aver assistito a momenti di grande concitazione, con urla di paura e soccorritori impegnati in un’operazione difficilissima e contro il tempo. Alcuni testimoni hanno riferito di essersi tuffati in acqua per tentare di aiutare, ma senza riuscire a raggiungere il bambino intrappolato, a causa della profondità e delle correnti.

Le autorità hanno lodato il coraggio e la prontezza d’intervento dei vigili del fuoco e dei soccorritori, che nonostante le condizioni difficili sono riusciti a estrarre il piccolo e a dargli una possibilità di sopravvivenza. Resta comunque forte l’angoscia per l’esito incerto della vicenda, mentre amici, conoscenti e cittadini sperano e pregano per la sua ripresa.

Il tratto del Sile dove è avvenuto l’incidente è già noto per essere insidioso: la presenza di sponde ripide e la profondità elevata rendono difficoltosi i soccorsi in caso di caduta. Nonostante ciò, episodi di questo genere sono rari e la dinamica di quanto accaduto lascia ancora molte domande senza risposta.

Mentre la madre e la sorellina ricevono assistenza psicologica per superare il trauma, l’attenzione resta concentrata sul piccolo paziente, affidato alle cure dei medici specialisti. La comunità di Favaro Veneto, dove la famiglia risiede, si è stretta intorno a loro, offrendo sostegno e solidarietà in un momento così doloroso.

Il ricordo di quel pomeriggio resterà impresso nella memoria di tutti: un giorno d’estate che si è trasformato, in pochi secondi, in una corsa disperata contro il tempo, con vite sospese tra la tragedia e la speranza.

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