Nelle ultime ore, il panorama politico italiano è stato scosso da un acceso confronto tra maggioranza e opposizione. Al centro della polemica vi sono le dichiarazioni della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha lanciato un attacco frontale alla sinistra, accusandola di utilizzare strumenti giuridici internazionali come arma politica per colpire il governo in carica. Secondo la premier, si tratterebbe di una strategia messa in atto da chi, non riuscendo a prevalere sul piano democratico interno, cerca legittimazione attraverso organismi esteri. Il riferimento è diretto all’iniziativa di alcuni esponenti dell’opposizione in relazione alla richiesta della Corte Penale Internazionale (CPI) per i crimini di guerra nella Striscia di Gaza.
La miccia è stata accesa da una conferenza stampa tenutasi mercoledì alla Camera dei Deputati, durante la quale i rappresentanti di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) hanno annunciato l’intenzione di presentare un esposto all’Ufficio del Procuratore della CPI. I promotori dell’iniziativa sono stati Angelo Bonelli, co-portavoce dei Verdi, e Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, supportati dal giurista Triestino Mariniello, docente di diritto penale internazionale presso la John Moores University di Liverpool e già attivo nella difesa legale delle vittime palestinesi dinanzi alla Corte.
Secondo quanto esposto da Mariniello, l’Italia, continuando a fornire armi e materiali militari a Israele nonostante le gravi accuse mosse contro quest’ultimo per presunte violazioni del diritto internazionale, potrebbe configurarsi come complice di crimini internazionali. Se venisse dimostrato che i membri del governo erano consapevoli delle possibili implicazioni delle loro decisioni, potrebbero essere chiamati a rispondere penalmente in sede internazionale. Un’accusa pesante, che ha immediatamente fatto scattare la reazione di Palazzo Chigi.
Giorgia Meloni ha affidato a un lungo post su Facebook la propria risposta, dai toni netti e inequivocabili. Ha definito l’iniziativa dell’opposizione come una “manovra gravissima e strumentale”, accusando gli avversari politici di sfruttare una tragedia umanitaria per scopi elettorali e propagandistici. La premier ha ricordato come, in passato, gli stessi protagonisti di questa denuncia avevano sollecitato l’Unione Europea a intraprendere una procedura d’infrazione contro l’Italia, arrivando ora – a suo dire – a voler processare il proprio paese su scala internazionale.
“Ora si spingono fino a volerci portare davanti alla Corte Penale Internazionale, utilizzando il dramma della popolazione di Gaza per attaccare politicamente il nostro governo, come se tutto ciò fosse imputabile all’Italia”, ha dichiarato Meloni, esprimendo sdegno per quella che considera una strumentalizzazione inaccettabile.
Nel suo intervento, la presidente del Consiglio ha articolato tre punti fondamentali per spiegare il comportamento dell’opposizione. In primo luogo, ha sottolineato come la sinistra, non riuscendo a prevalere nelle urne o nel dibattito parlamentare, scelga di ricorrere a sostegni esterni, cercando così di delegittimare l’operato del governo. In secondo luogo, ha accusato l’opposizione di mettere in secondo piano l’interesse nazionale e la reputazione dell’Italia a livello internazionale, pur di danneggiare l’esecutivo. Infine, ha affermato che l’intera strategia della sinistra si fonda ormai su iniziative giudiziarie, avendo abbandonato da tempo la via del confronto politico leale e democratico.
Meloni ha concluso il suo messaggio ribadendo la determinazione del governo a proseguire nella propria azione, sottolineando come l’Italia abbia sempre rispettato il diritto internazionale e agito in coerenza con i suoi valori e alleanze. Ha inoltre invitato l’opposizione a tornare a un confronto costruttivo nell’interesse del Paese, piuttosto che continuare su una strada che, a suo avviso, non produrrà i risultati auspicati.
La vicenda ha riacceso le tensioni tra le forze politiche, dividendo l’opinione pubblica e aprendo un dibattito più ampio sul ruolo dell’Italia nei conflitti internazionali e sull’utilizzo degli strumenti giuridici sovranazionali a fini politici. In un momento storico particolarmente delicato, dove ogni parola e decisione può avere risvolti significativi, la sfida tra maggioranza e opposizione si gioca anche sul terreno della giustizia internazionale.