Tragedia nei cieli del Ghana: muoiono otto persone, tra cui il Ministro della Difesa
Il Ghana è stato recentemente scosso da una tragedia aerea che ha lasciato un segno profondo nella nazione. Un elicottero militare, impiegato per una missione ufficiale, è precipitato improvvisamente nella regione di Ashanti, provocando la morte di otto persone, tra cui due figure di spicco del governo: il Ministro della Difesa Edward Omane Boamah e il Ministro dell’Ambiente, della Scienza e della Tecnologia, Ibrahim Murtala Muhammed. L’incidente ha generato uno stato di lutto nazionale e ha spinto le autorità ad avviare immediatamente un’indagine approfondita.
Le dinamiche dell’accaduto restano ancora in fase di chiarimento. Secondo quanto riportato dalle autorità e da alcuni testimoni oculari, l’elicottero militare, un modello Z9 appartenente all’Aeronautica del Ghana, ha perso quota improvvisamente mentre sorvolava una zona rurale della regione di Ashanti. Dopo la caduta, si è sollevata una colonna di fumo visibile anche da diversi chilometri di distanza, facendo comprendere sin da subito la gravità della situazione.
I soccorsi sono giunti con prontezza sul luogo del disastro, ma purtroppo non è stato possibile salvare alcuna delle persone a bordo. Il bilancio definitivo è tragico: otto vittime, di cui tre erano membri dell’equipaggio militare e cinque passeggeri, tra cui i due ministri. La conferma ufficiale della tragedia è giunta poche ore dopo dall’Ufficio della Presidenza del Ghana, accompagnata da un messaggio di profondo cordoglio firmato dal capo di gabinetto Julius Debrah, in rappresentanza del presidente John Mahama.
L’elicottero era decollato dalla capitale Accra con destinazione Obuasi, ma durante il tragitto ha interrotto ogni tipo di comunicazione con la base militare, facendo scattare i protocolli di emergenza previsti in questi casi. La scomparsa improvvisa del velivolo dai radar ha destato immediata preoccupazione, e le squadre di ricerca si sono mobilitate nel tentativo di localizzarlo. Quando è stato individuato, però, il relitto era già avvolto dalle fiamme.
Le indagini sono attualmente in corso e non si esclude nessuna ipotesi. Le autorità ghanesi hanno dichiarato che, sebbene al momento non vi siano prove concrete di un’azione dolosa, si sta procedendo con tutte le cautele del caso. La sicurezza nazionale è stata posta in stato di allerta e sono state coinvolte le Forze armate, la polizia e le agenzie per la sicurezza aerea per raccogliere ogni elemento utile a comprendere le cause del disastro.
Il lutto per la perdita dei due ministri ha colpito profondamente il Paese. Edward Omane Boamah era una figura rispettata all’interno del governo, noto per il suo impegno nel rinnovamento delle forze armate e nella promozione della sicurezza interna. Ibrahim Murtala Muhammed, dal canto suo, era un fervente sostenitore dell’innovazione tecnologica e della tutela ambientale, molto amato dai giovani e dagli studenti universitari per le sue politiche progressiste.
In segno di rispetto per le vittime, il governo ghanese ha deciso di sospendere tutti gli eventi ufficiali previsti per i giorni successivi al disastro. Bandiera a mezz’asta e momenti di silenzio sono stati osservati in tutte le istituzioni pubbliche, mentre i cittadini si sono raccolti in veglie spontanee nelle piazze principali di Accra e Kumasi.
Anche la comunità internazionale ha espresso il proprio cordoglio. Diversi leader africani e rappresentanti diplomatici hanno inviato messaggi di solidarietà al governo e al popolo del Ghana, sottolineando l’importanza della cooperazione tra Paesi africani per migliorare la sicurezza nei voli e la gestione delle emergenze.
Nel frattempo, l’intera nazione è in attesa di risposte. I cittadini chiedono chiarezza e trasparenza, desiderosi di comprendere se questa tragedia potesse essere evitata. La commissione investigativa nominata dal presidente Mahama dovrà ora fare luce sulle cause dell’incidente, valutando eventuali responsabilità tecniche, meccaniche o operative.
Il Ghana, noto per la sua stabilità politica e il suo ruolo guida nella regione dell’Africa Occidentale, affronta oggi una delle sue pagine più tristi. Ma è anche nei momenti di dolore che emerge la forza di un popolo unito: mentre le indagini procedono, la nazione si stringe nel ricordo delle vittime e nella speranza che tragedie simili non si ripetano più.