La pubblicazione di una nuova lista nera da parte del Ministero degli Esteri russo ha riacceso le tensioni diplomatiche tra Mosca e Roma, alimentando un dibattito che coinvolge l’intero panorama politico italiano. Il documento, apparso sul portale ufficiale del ministero, raccoglie dichiarazioni di esponenti politici occidentali ritenute ostili alla Federazione Russa. Nella sezione dedicata all’Italia figurano nomi di altissimo rilievo istituzionale, tra cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il ministro della Difesa Guido Crosetto.
Mattarella inserito tra i “russofobi”: la citazione dell’intervento di Marsiglia
Secondo quanto riportato dal sito del ministero russo, l’inserimento di Mattarella si basa su un’unica dichiarazione attribuita al capo dello Stato: un passaggio del suo discorso pronunciato all’Università di Marsiglia nel febbraio scorso. In quell’occasione, il presidente della Repubblica aveva paragonato l’attacco russo all’Ucraina alle guerre di conquista del Terzo Reich, un parallelismo che Mosca considera espressione di “russofobia”.
Accanto al nome di Mattarella compaiono anche dichiarazioni attribuite a Tajani e Crosetto, già oggetto in passato di simili iniziative da parte russa. Il portale ministeriale definisce questi interventi come veri e propri esempi di “hate speech” rivolti alla Federazione Russa.
La reazione politica italiana: un fronte compatto contro l’iniziativa russa
La pubblicazione della lista ha generato una reazione corale da parte delle istituzioni e delle forze politiche italiane. Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha definito l’azione di Mosca “grave e inaccettabile”, esprimendo solidarietà personale e istituzionale ai rappresentanti dello Stato coinvolti.
Anche l’opposizione si è unita in un fronte comune. La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha parlato di un atto “inqualificabile” e ha ribadito il pieno sostegno del PD al presidente Mattarella, sottolineando la necessità di difendere le istituzioni italiane da ogni forma di minaccia esterna. Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha definito l’episodio “un nuovo attacco da Mosca”, ricordando il ruolo fondamentale di Mattarella come garante della Costituzione e simbolo di unità nazionale.
Da Forza Italia, Fratelli d’Italia e altre forze parlamentari sono giunte dichiarazioni analoghe. Molti esponenti hanno denunciato l’uso strumentale delle dichiarazioni politiche da parte del Cremlino, accusandolo di tentare di destabilizzare le relazioni diplomatiche con l’Unione Europea e con i Paesi membri della NATO.
La risposta della Farnesina: convocato l’ambasciatore russo a Roma
La reazione istituzionale non si è fatta attendere. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha annunciato la convocazione dell’ambasciatore russo a Roma per esprimere formalmente la protesta dell’Italia. La Farnesina ha definito “provocatoria e lesiva dell’onorabilità delle istituzioni repubblicane” l’iniziativa russa, sottolineando che l’inserimento delle più alte cariche dello Stato in una lista nera non può essere tollerato.
In una nota ufficiale, Tajani ha dichiarato che “la provocazione non è diretta soltanto contro il presidente Mattarella ma contro l’intero popolo italiano”. Il ministro ha poi ribadito il pieno sostegno personale e istituzionale al capo dello Stato, sottolineando come l’Italia resti fermamente impegnata al fianco dell’Ucraina e dei partner europei nella difesa dei valori democratici.
Un contesto di tensione crescente nei rapporti tra Roma e Mosca
L’episodio si inserisce in un quadro già complesso nei rapporti tra Italia e Russia, segnato dalle conseguenze del conflitto in Ucraina e dalle sanzioni economiche imposte dall’Unione Europea contro il Cremlino. La scelta di Mosca di pubblicare la lista nera, includendo leader di Paesi NATO e UE, viene letta dagli osservatori come un ulteriore tentativo di intimidazione politica.
Le autorità italiane, pur mantenendo aperti i canali diplomatici, hanno ribadito che non saranno tollerate azioni che possano minare la stabilità delle istituzioni o minacciare la sovranità nazionale. L’iniziativa del ministero russo, oltre ad aver suscitato condanna unanime da parte del mondo politico, ha rafforzato il senso di coesione delle istituzioni italiane nel difendere il presidente della Repubblica e gli altri esponenti coinvolti.
La vicenda non sembra destinata a chiudersi in tempi brevi. La convocazione dell’ambasciatore russo alla Farnesina rappresenta solo il primo passo di una risposta diplomatica che potrebbe prevedere ulteriori misure se Mosca non rivedrà la propria posizione. Intanto, la solidarietà al presidente Mattarella e alle altre figure inserite nella lista continua a giungere da tutte le principali forze politiche, in un raro momento di unità nazionale di fronte a una sfida esterna che investe l’onorabilità e la credibilità del Paese sul piano internazionale.