Giornata decisiva per il futuro politico di Milano, con Palazzo Marino al centro di una tempesta istituzionale senza precedenti. Oggi, il sindaco Giuseppe Sala interviene in consiglio comunale in un momento cruciale, mentre la città è scossa dalle indagini della Procura sul sistema urbanistico e dagli effetti che queste potrebbero avere sulla tenuta della sua amministrazione. Il Partito Democratico locale esprime ufficialmente il proprio appoggio, ma chiede al contempo segnali tangibili di rinnovamento. Intanto, le opposizioni si preparano a un confronto serrato, pretendendo chiarimenti e responsabilità.
Le indagini della Procura di Milano hanno scoperchiato un complesso sistema di presunte irregolarità e commistioni tra pubblico e privato che coinvolge ben 74 persone tra politici, tecnici comunali, imprenditori e professionisti. Le accuse sono pesanti: corruzione, falso in atto pubblico, abuso edilizio e induzione indebita. Al centro dell’inchiesta figura la Commissione per il Paesaggio, sospettata di agire in favore di interessi specifici riconducibili a gruppi immobiliari privati. Secondo quanto ipotizzano i magistrati, sarebbe emersa una rete patologica in cui incarichi e concessioni sarebbero stati elargiti in cambio di vantaggi personali o professionali.
Tra i progetti oggetto di approfondimento ci sono alcune delle opere urbanistiche più significative per il futuro di Milano: il “Pirellino”, promosso da Stefano Boeri e Manfredi Catella, il Villaggio Olimpico di Porta Romana, l’Arena di Santa Giulia, e altri cantieri controversi come la Torre Milano, Bosconavigli, Crescenzago e varie aree nelle periferie. Il numero dei cantieri sospesi ammonta già a circa 150, con un impatto diretto su almeno 4.500 famiglie coinvolte nei progetti edilizi.
Tra le richieste di arresto avanzate dalla Procura vi sono nomi di spicco, come l’assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi – per il quale è stata chiesta la misura degli arresti domiciliari – e l’imprenditore Manfredi Catella. Coinvolti anche due ex presidenti della Commissione per il Paesaggio, Scandurra e Marinoni. Non è esente dalle polemiche neanche il primo cittadino, Giuseppe Sala, indagato per false dichiarazioni in merito alla nomina del presidente della Commissione e per induzione indebita connessa al progetto Pirellino. Sala ha reagito con veemenza, dichiarando di aver saputo dell’indagine dalla stampa e non direttamente dalla Procura, definendo “allucinante” questa modalità.
In questo clima infuocato, il Partito Democratico ha confermato il proprio sostegno politico a Sala durante un incontro definito “franco e costruttivo”, ma non ha mancato di sottolineare l’urgenza di un cambio di rotta, in particolare in ambito urbanistico. La richiesta è chiara: servono scelte coraggiose, trasparenza e discontinuità rispetto al recente passato, per ricostruire la fiducia dei cittadini e tutelare l’immagine della città.
Dall’altra parte, il sindaco chiede al Pd garanzie sulla tenuta della maggioranza, specie in vista dei prossimi voti in aula, decisivi per la prosecuzione del suo mandato. Tuttavia, il fronte interno è tutt’altro che compatto: almeno cinque consiglieri hanno già espresso pubblicamente la loro contrarietà alla vendita dello stadio di San Siro, e la recente bufera giudiziaria potrebbe ampliare ulteriormente la frattura.
Il pomeriggio di oggi rappresenta un punto di svolta. Sala parlerà ufficialmente in aula per la prima volta da quando è stato coinvolto nell’indagine, dopo aver rotto il silenzio solo attraverso una dichiarazione al Corriere della Sera. Dopo un fine settimana di riflessioni e consultazioni con i vertici del Partito Democratico milanese, il sindaco chiarirà le sue intenzioni: andare avanti fino alla scadenza naturale del mandato nel 2027 o valutare ipotesi alternative, a seconda del sostegno politico che riuscirà a ottenere.
La seduta odierna si preannuncia tesa, con le opposizioni pronte a contestare apertamente, il centrodestra sull’attenti e il centrosinistra a rischio frammentazione. La posizione dell’assessore Tancredi appare ormai compromessa: la sua lettera di dimissioni è già stata predisposta e il suo interrogatorio di garanzia è fissato per mercoledì. L’uscita di scena dell’assessore sembra il primo atto di un possibile rimpasto di giunta, necessario a rispondere alla gravità della situazione e a rilanciare l’azione amministrativa.
Quella di oggi non è solo una giornata di cronaca politica, ma il possibile inizio di una nuova fase per Milano. Una fase in cui trasparenza, legalità e visione strategica dovranno tornare al centro dell’agenda, affinché la città possa continuare il proprio cammino di innovazione e crescita senza ombre sul suo futuro.