Lutto al Giro della Valle d’Aosta: Samuele Privitera, il giovane talento del ciclismo under 23 scomparso a 19 anni nell’incidente fatale

Una tragedia senza precedenti ha gettato un’ombra cupa sul Giro Ciclistico della Valle d’Aosta – Mont Blanc: Samuele Privitera, giovane promessa del ciclismo italiano di soli 19 anni, ha perso la vita in un drammatico incidente durante la prima tappa. Originario di Soldano, in provincia di Imperia, Privitera stava vivendo il momento più importante della sua carriera dopo un 2025 in rapida ascesa. La notizia del suo decesso, avvenuto mercoledì 16 luglio nel tardo pomeriggio, ha colpito al cuore compagni di squadra, avversari e tifosi, che ora piangono la scomparsa di un ragazzo che aveva già mostrato ottime doti tecniche e un carattere promettente.

Samuele Privitera, nato il 4 ottobre 2005, aveva iniziato a pedalare fin da bambino, spinto dalla passione trasmessa dalla famiglia. Fidanzato con la collega ciclista Vittoria Grassi, impegnata agli Europei su pista in Portogallo, Samuele era un corridore completo: brillante in salita, reattivo negli sprint e sempre disponibile al lavoro di squadra. Nel corso della stagione aveva già gareggiato al fianco dei professionisti, partecipando a eventi di rilievo come la Settimana Internazionale Coppi e Bartali e il Giro d’Italia Next Gen. Durante l’Istrian Sprint Tour di marzo, aveva conquistato un secondo posto nella frazione inaugurale, sfiorando la prima vittoria tra gli Under 23.

Al suo secondo anno nella categoria Under 23, Privitera indossava la maglia della Hagens Berman Jayco, organizzazione di eccellenza che funge da vivaio per la formazione World Tour Jayco-AlUla. Il team, guidato da Axel Merckx, figlio del leggendario Eddy, ha lanciato campioni del calibro di Taylor Phinney, Jasper Stuyven, Tao Geoghegan Hart, João Almeida e Jasper Philipsen. L’appartenenza a questa compagine aveva offerto a Samuele un contesto professionale d’alto livello, permettendogli di affinare le sue doti tecniche e di prepararsi alle sfide del professionismo.

Il dramma si è consumato a Pontey, in un tratto di discesa a circa 35 km dall’arrivo. Secondo le prime ricostruzioni, Samuele avrebbe perso il controllo della sua bicicletta a causa di un dosso non segnalato o di una superficie irregolare, cadendo ad alta velocità. L’impatto è stato violentissimo: il casco si è sganciato e il giovane è finito contro un cancello di delimitazione della strada, riportando un gravissimo trauma cranico. Il servizio medico di gara è intervenuto immediatamente, praticando le manovre di rianimazione prima del trasferimento in eliambulanza all’ospedale Parini di Aosta, dove il suo cuore ha smesso di battere poche ore dopo.

Anche un altro concorrente è rimasto coinvolto nell’incidente, riportando la frattura di una clavicola, ma le sue condizioni non destano al momento preoccupazione. La Società Ciclistica Valdostana, organizzatrice della corsa, ha diffuso una nota in cui esprime il proprio dolore e la vicinanza alla famiglia di Samuele e alla squadra Hagens Berman Jayco. “La dinamica dell’incidente è ancora in fase di accertamento e verrà valutata dalle autorità competenti”, recita il comunicato, che conferma come il giovane fosse stato assistito tempestivamente dagli operatori sanitari al seguito della corsa.

In segno di lutto e rispetto, il comitato organizzatore ha deciso di annullare la seconda tappa prevista per giovedì 17 luglio da Passy e di sospendere tutte le cerimonie protocollari fino al termine della manifestazione. Il Giro riprenderà venerdì 18 luglio con la terza tappa da Pré Saint Didier al Colle del Gran San Bernardo: il tratto iniziale sarà neutralizzato in memoria di Samuele Privitera e ci sarà un momento di raccoglimento con tutte le squadre schierate sul traguardo. Un gesto simbolico per onorare la sua giovane vita e l’impegno profuso fino a quel tragico istante.

Il ciclismo, con la sua bellezza e i suoi sacrifici, sa dare emozioni straordinarie ma anche infliggere dolorose privazioni. La perdita di Samuele Privitera ricorda a tutti, professionisti e appassionati, la fragilità dell’esistenza e l’importanza della sicurezza sulle strade. Mentre la comunità sportiva si stringe intorno ai suoi cari, il ricordo del suo sorriso e della sua determinazione conserverà viva la speranza che il mondo del ciclismo continui a proteggere i propri giovani talenti, affinché tragedie simili non abbiano più a ripetersi.

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