I casi di morbillo in Italia continuano a crescere: l’allarme degli esperti
Il morbillo, una malattia infettiva altamente contagiosa, sta facendo registrare un aumento costante in Italia. Secondo i dati pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) nel suo bollettino mensile, tra il 1 gennaio e il 31 agosto 2024, sono stati notificati 864 casi di morbillo, di cui 53 solo nel mese di agosto. Questo aumento significativo preoccupa le autorità sanitarie, soprattutto perché potrebbe portare a una nuova crisi sanitaria se non si prendono le misure adeguate.
La malattia, che si trasmette principalmente per via aerea, può provocare gravi complicazioni, specialmente in soggetti vulnerabili. In Italia, le campagne di vaccinazione avviate negli ultimi decenni avevano contribuito a ridurre drasticamente il numero di casi verso la fine degli anni Novanta. Tuttavia, negli ultimi anni, si è assistito a una risalita dei contagi, e gli esperti temono che il 2024 potrebbe vedere un nuovo picco di casi.
Il ruolo della vaccinazione obbligatoria
Elena Bozzola, pediatra di spicco, ha commentato la situazione su Fanpage.it, spiegando che “stiamo assistendo a un’impennata dei casi che mette in pericolo soprattutto i nati prima del 2017, anno in cui la vaccinazione contro il morbillo non era ancora obbligatoria.” La vaccinazione è stata resa obbligatoria solo dal 2017 in poi, e questo ha lasciato esposti molti individui, in particolare gli anziani e le persone con patologie croniche o condizioni preesistenti. Bozzola ha sottolineato che queste categorie sono quelle che meritano la massima attenzione in termini di prevenzione.
I sintomi del morbillo sono inconfondibili: febbre alta, tosse, naso che cola, congiuntivite, seguiti da un’eruzione cutanea tipica, il cosiddetto esantema maculopapulare, che inizia sul viso, dietro le orecchie e ai lati del collo, per poi espandersi al resto del corpo.
Il bollettino dell’ISS ha evidenziato che lo stato vaccinale dei casi notificati è noto per il 93,6% dei pazienti. Tra questi, l’89,9% non era vaccinato al momento del contagio, confermando così l’importanza cruciale della vaccinazione per prevenire la diffusione del virus.
I soggetti maggiormente a rischio
L’ISS ha fornito un quadro chiaro delle categorie più vulnerabili. I dati rivelano che il 90,3% dei casi riguarda persone nate prima del 2017, anno in cui, come già accennato, la vaccinazione non era ancora obbligatoria. Gli anziani e i pazienti con patologie preesistenti sono particolarmente esposti al rischio di complicanze, ma non solo. Il morbillo ha colpito anche adolescenti e adulti. In particolare, l’incidenza più elevata è stata registrata tra i bambini sotto i 5 anni di età, una fascia di popolazione particolarmente fragile. Preoccupante è anche il fatto che siano stati segnalati 41 casi tra i neonati con meno di un anno, troppo piccoli per essere vaccinati.
Tra le altre categorie a rischio figurano gli adulti sopra i 20 anni, le donne in gravidanza e le persone con il sistema immunitario compromesso. Purtroppo, attualmente non esiste un trattamento antivirale specifico per il morbillo, il che rende la vaccinazione l’unica arma veramente efficace per prevenire la malattia e le sue potenziali complicanze.
L’importanza della prevenzione attraverso la vaccinazione
Alla luce di questi dati, appare evidente come la vaccinazione resti l’unica soluzione per contenere la diffusione del morbillo in Italia. Le campagne vaccinali dovrebbero essere intensificate, soprattutto nelle fasce di popolazione più vulnerabili, come i bambini e gli anziani. Le autorità sanitarie italiane stanno già valutando nuove strategie per incrementare la copertura vaccinale, al fine di evitare che il morbillo si diffonda ulteriormente.
Il ritorno del morbillo rappresenta una sfida per il sistema sanitario italiano, che si trova a dover fronteggiare non solo l’aumento dei casi, ma anche il rischio di una pandemia su larga scala. Gli esperti sono concordi nell’affermare che l’unico modo per fermare l’avanzata del morbillo è attraverso una maggiore adesione alle vaccinazioni, soprattutto tra quelle categorie che sono ancora oggi poco protette.
Le autorità sanitarie invitano quindi la popolazione a non abbassare la guardia e a seguire rigorosamente le raccomandazioni sulle vaccinazioni, non solo per proteggere se stessi, ma anche per tutelare la salute collettiva.