Tragedia a Poirino: Martina Gillio muore a 22 anni dopo un malore in palestra
Una tragedia improvvisa e dolorosa ha colpito la comunità di Poirino, in provincia di Torino. Martina Gillio, una giovane donna di appena 22 anni, ha perso la vita dopo essere stata colta da un grave malore mentre si allenava nella palestra che frequentava da anni. La ragazza, originaria di Chieri, si trovava nella sala pesi quando ha iniziato ad accusare un forte mal di testa, seguito da un arresto cardiaco che l’ha ridotta in condizioni critiche. Nonostante i soccorsi tempestivi e i tentativi di rianimazione, Martina è deceduta 24 ore dopo presso l’ospedale Le Molinette di Torino.
Il malore improvviso durante l’allenamento
Secondo quanto ricostruito, Martina si trovava in palestra per una normale sessione di allenamento quando ha improvvisamente iniziato a sentirsi male. Il primo ad accorgersi della gravità della situazione sarebbe stato il fidanzato, presente con lei al momento del malore, che ha immediatamente allertato i soccorsi. Il personale sanitario del 118 è intervenuto in tempi rapidi, utilizzando il defibrillatore presente nella struttura. Successivamente, la giovane è stata trasportata in elisoccorso presso l’ospedale torinese, ma le sue condizioni sono apparse da subito disperate.
La palestra e le condizioni ambientali
Un dettaglio importante emerso nelle ore successive riguarda l’assenza di un sistema di aria condizionata all’interno della palestra. Il personale della struttura ha confermato che, soprattutto nei giorni di grande caldo, ci si affida all’apertura delle finestre al primo piano per garantire un minimo di ricambio d’aria. Nonostante ciò, le temperature elevate di questi giorni potrebbero aver contribuito al malore improvviso di Martina. Si tratta, al momento, solo di un’ipotesi, ma la Procura ha già aperto un’inchiesta per chiarire con precisione le cause del decesso.
Il dolore della comunità e il lutto cittadino
La scomparsa improvvisa di Martina ha lasciato sgomenta l’intera comunità locale. Il sindaco di Poirino, Nicholas Padalino, ha espresso profondo cordoglio a nome di tutta la cittadinanza e ha proclamato cinque giorni di lutto cittadino. Un gesto che riflette quanto la giovane fosse amata e conosciuta in paese. Sui social della palestra è apparso un messaggio di dolore e rispetto: “Siamo sconvolti e fortemente provati da ciò che è successo alla nostra Martina, il centro rimarrà momentaneamente chiuso”.
Una ragazza solare e appassionata
Martina era una giovane piena di vita, appassionata di sport e molto legata alla palestra che frequentava fin da bambina. A ricordarla con affetto è stato anche il suo istruttore, Giuseppe Altavilla, che ha raccontato come Martina avesse iniziato il suo percorso all’interno della struttura partecipando ai corsi di danza. Una presenza costante, entusiasta, sempre sorridente. La sua passione per l’attività fisica era evidente e contagiosa, tanto da diventare un punto di riferimento per molti.
Le indagini in corso
In attesa dell’autopsia, che sarà disposta nei prossimi giorni, le autorità stanno cercando di comprendere cosa abbia provocato l’arresto cardiaco. Tra le ipotesi al vaglio, la più accreditata sembra essere legata al caldo e alla possibile disidratazione durante l’attività fisica, aggravata dalla mancanza di ventilazione adeguata nella sala pesi. Tuttavia, non si escludono altre cause di natura medica, e saranno necessari ulteriori accertamenti per fare piena luce sulla vicenda.
Una tragedia che lascia il segno
La morte di Martina Gillio ha scosso profondamente non solo i suoi cari, ma anche chi la conosceva solo di vista o attraverso i social. In tanti hanno lasciato messaggi di affetto e incredulità, testimoniando il vuoto lasciato dalla giovane. Una ragazza come tante, che in un pomeriggio d’estate si stava semplicemente allenando, ignara di ciò che stava per accadere.
In un mondo dove spesso si dà per scontata la salute dei giovani, questa tragedia rappresenta un monito e un richiamo all’importanza di prevenzione, controlli medici e condizioni ambientali sicure, soprattutto in luoghi come le palestre dove l’attività fisica intensa può trasformarsi, in rari casi, in un pericolo mortale.