Processo Chiara Petrolini: la madre accusata di uccidere i neonati e seppellirli in giardino, svolta con perizia psichiatrica

Il tragico caso che coinvolge Chiara Petrolini ha sconvolto profondamente non solo la piccola comunità di Vignale di Traversetolo, ma l’intera provincia di Parma. Una giovane madre è accusata di aver compiuto un gesto che ha lasciato sgomenti e senza parole: l’uccisione di due neonati, presumibilmente suoi figli, nati tra il 2023 e il 2024. I corpicini sarebbero stati poi sepolti nel giardino della casa di famiglia, luogo in cui la ragazza viveva con i suoi genitori. Oggi, con l’apertura del processo presso la Corte d’Assise, il caso entra in una fase cruciale, riportando a galla le domande che fin dall’inizio hanno inquietato l’opinione pubblica: come è possibile che una madre possa arrivare a compiere un gesto tanto estremo? E cosa si cela dietro una simile tragedia?

Il processo a Chiara Petrolini ha inizio: i fatti e le prime valutazioni

Durante la prima udienza, la procuratrice Alessia Arienti ha escluso l’ipotesi che Chiara soffra di patologie psichiatriche tali da spiegare i fatti. Secondo la pm, non esisterebbero elementi clinici né risultanze nei documenti medici che facciano pensare a disturbi mentali o squilibri psicologici gravi. Tuttavia, ha anche riconosciuto che la richiesta della difesa di approfondire lo stato psichico della ragazza appare comprensibile, poiché è inevitabile chiedersi come possa una donna uccidere per ben due volte, a distanza di un anno, i propri bambini appena nati.

Le indagini preliminari avevano restituito l’immagine di una giovane apparentemente normale, descritta da chi la conosceva come una “ragazza modello”, ben inserita nel contesto sociale, senza comportamenti sospetti o preoccupanti. Una figura che, almeno in apparenza, non lasciava trapelare alcuna fragilità né segnali di disagio. La sua vita sembrava quella di tante coetanee: lavoro, relazioni sociali, una famiglia alle spalle. Eppure, sotto questa superficie si celava un dramma che ha sconvolto tutti.

La linea difensiva e l’aspetto psicologico

In aula, l’avvocato Nicola Tria, difensore della giovane, ha invece sostenuto una linea completamente diversa: secondo una prima diagnosi effettuata da uno psichiatra coinvolto fin dall’inizio del procedimento, Chiara Petrolini soffrirebbe di un disturbo della personalità con episodi dissociativi. Una condizione psicologica che, secondo la difesa, ne avrebbe compromesso completamente la capacità di intendere e di volere nel momento in cui ha compiuto i gesti incriminati.

A sostegno di questa tesi, la difesa ha chiesto e ottenuto dalla Corte l’autorizzazione a procedere con una perizia psichiatrica approfondita, al fine di valutare con maggiore chiarezza lo stato mentale della ragazza. L’accusa, pur ribadendo le sue convinzioni sull’assenza di patologie, non si è opposta alla perizia, invitando tuttavia i giudici a considerare l’ipotesi di rimandare la decisione a una fase successiva dell’istruttoria.

In aula: un confronto doloroso e carico di emozioni

La giovane imputata si è presentata in aula in anticipo rispetto all’orario stabilito, visibilmente provata. A seguire l’udienza erano presenti anche l’ex fidanzato, Samuel Granelli, padre presunto di almeno uno dei neonati, e i suoi genitori. Tutti e tre si sono costituiti parte civile nel processo. L’avvocata Monica Moschioni, legale di Granelli, ha descritto l’udienza come un momento doloroso ma necessario: il suo assistito ha bisogno di conoscere la verità e, soprattutto, di trovare un senso a quanto accaduto.

Le parole dell’avvocato Tria hanno concluso con una riflessione significativa: “Spetterà a voi giudici stabilire se disporre la perizia già da ora o attendere ulteriori sviluppi. Noi, come difesa, riteniamo che sia indispensabile sin da subito”. La decisione, dunque, è ora nelle mani della Corte, che dovrà valutare tempi e modalità per far luce su una vicenda che ha aperto ferite profonde in tutta la comunità.

Nel frattempo, resta il dolore e l’incredulità per una tragedia familiare che appare ancora senza spiegazioni certe. Il processo si preannuncia lungo e complesso, ma fondamentale per cercare giustizia, verità e, forse, anche un minimo di comprensione umana.

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