Il matrimonio tra Jeff Bezos, fondatore di Amazon, e la giornalista Lauren Sánchez, celebrato nella splendida cornice di Venezia, ha suscitato grande attenzione non solo per il suo carattere esclusivo, ma anche per le numerose controversie che lo circondano. L’evento, sfarzoso e mediatizzato, ha attirato sia i riflettori del mondo intero che le critiche di attivisti e associazioni ambientaliste, scatenando un acceso dibattito sull’impatto sociale ed economico che manifestazioni di questo tipo comportano per una città fragile come Venezia.
Le polemiche non si sono fatte attendere. A guidare le proteste c’è il movimento No Space for Bezos, da tempo critico nei confronti della presenza di figure ultra-ricche nella città lagunare. Federica Toninelli, portavoce del movimento, ha rilasciato un’intervista all’agenzia Reuters dichiarando che questo matrimonio è l’ennesima dimostrazione di come Venezia venga utilizzata come “palcoscenico privato” da soggetti esterni, spesso a scapito dei cittadini e dell’identità storica della città.
A supportare la protesta si è unita anche Greenpeace, che ha affiancato il movimento in piazza San Marco esponendo uno striscione eloquente: “Se puoi affittare Venezia per il tuo matrimonio, puoi pagare più tasse”. Un messaggio diretto, rivolto non solo a Bezos ma a tutti i grandi nomi che vedono Venezia come una vetrina per eventi lussuosi, ignorando però le ricadute ambientali e sociali.
Le criticità sollevate dagli attivisti si estendono a vari ambiti. In primis il sovraffollamento turistico che, secondo i cittadini, rischia di trasformare Venezia in un parco a tema più che in una città viva. Ma non solo: il matrimonio ha generato disagi pratici come il blocco di alcune aree cittadine, restringendo l’accesso ai residenti. A tutto ciò si aggiungono polemiche sui presunti legami tra Jeff Bezos e l’ex presidente americano Donald Trump, alimentando un dibattito politico parallelo.
Nonostante le critiche, il Ministero del Turismo ha voluto sottolineare l’enorme potenziale economico generato dall’evento. Secondo una stima dell’Ufficio Statistico del Ministero, redatta sulla base dei dati della società di consulenza turistica JFC e dell’Ufficio Statistico della Regione Veneto, il matrimonio Bezos-Sánchez potrebbe produrre un impatto economico di ben 957,3 milioni di euro. Si tratta di una cifra impressionante che equivale al 68% del fatturato turistico annuo dell’intera città di Venezia.
Questa valutazione tiene conto di vari fattori, tra cui l’altissima visibilità mediatica. Solo la copertura stampa e televisiva internazionale è stata stimata in 895,7 milioni di euro, rappresentando il 93,6% dell’impatto complessivo dell’evento. I benefici economici diretti – come affitti, catering, logistica e ospitalità per gli invitati – si attestano invece intorno ai 28,4 milioni. A questi si aggiungono 17,6 milioni di benefici indiretti, legati soprattutto a trasporti e servizi turistici locali. Infine, l’indotto generato in termini di occupazione e potere d’acquisto per la popolazione locale si aggira sugli 8,8 milioni di euro, mentre l’impatto sulla filiera degli eventi tocca i 6,8 milioni.
In una nota ufficiale, la ministra del Turismo Daniela Santanchè ha evidenziato come questo tipo di manifestazioni rappresentino un’opportunità per il rilancio dell’immagine dell’Italia a livello internazionale. La ministra ha sottolineato che l’evento si è tenuto in un momento non particolarmente florido per il turismo veneziano, con un calo del 6,7% nei pernottamenti registrato nei primi mesi del 2025. Parte di questa flessione è stata attribuita all’introduzione dei ticket d’ingresso, misura adottata per regolamentare l’afflusso turistico.
Santanchè ha infine ribadito che eventi di questo calibro, se gestiti con equilibrio, possono portare benefici concreti al territorio: dalla creazione di posti di lavoro alla promozione culturale e ambientale del Paese, attrarre celebrità e media significa anche attrarre futuri turisti, interessati a vivere l’Italia più autentica e affascinante.
Il matrimonio tra Bezos e Sánchez, dunque, si rivela essere un evento dal doppio volto: da un lato occasione irripetibile per l’economia locale, dall’altro simbolo di una Venezia sempre più in bilico tra esclusività e accessibilità. Resta da vedere se e come la città riuscirà a conciliare queste due anime senza perdere la propria essenza.