Mentre le passerelle di Milano sfilavano, Paola Marella, celebre architetto e volto noto della televisione italiana, affrontava in silenzio le sue ultime ore, lottando con coraggio contro un cancro al seno che l’ha portata via il 21 settembre, all’età di 61 anni.
Il funerale di Paola Marella, celebrato il 23 settembre nella suggestiva cornice della Basilica di San Marco a Milano, è stato segnato da un momento di grande commozione, quando Don Luigi Garbini ha pronunciato una breve ma toccante omelia di sei minuti. Le sue parole hanno toccato i cuori dei presenti, evocando il ricordo di una donna straordinaria. “Una discrezione che certamente è un tratto spirituale, un modo di essere che appartiene ancora a Milano” ha detto il sacerdote, dipingendo l’immagine di Paola come una figura elegante e riservata anche nei momenti più difficili della sua vita, trascorsi all’ospedale San Raffaele, mentre la città celebrava con entusiasmo la settimana della moda.
Alla cerimonia hanno partecipato numerosi amici e colleghi di Paola, provenienti da diversi ambiti, tra cui chef rinomati, compagni di scuola di vecchia data, architetti, designer e imprenditori, tutti legati al quartiere Brera di Milano. Attraverso i loro racconti, si è delineata l’immagine di una donna genuina, di classe, sempre fedele a se stessa, che non ha mai ceduto alle apparenze, ma ha vissuto con integrità e autenticità fino alla fine.
Don Garbini ha voluto anche ricordare i brevi ma intensi momenti condivisi con Paola durante la sua malattia. In quegli incontri, che avvenivano nella casa che la Marella condivideva con suo marito e suo figlio, emergeva la sua gentilezza, una qualità che l’ha sempre contraddistinta. Il sacerdote ha rivelato che, in quei momenti, si ponevano spesso domande difficili, alle quali anche lui non riusciva sempre a trovare risposta, riflettendo sulla fragilità dell’esistenza umana.
L’addio a Paola Marella ha rappresentato non solo il dolore per la perdita di una figura così amata e rispettata, ma anche un momento per riflettere sulla sua forza interiore. La battaglia che ha affrontato con resilienza e dignità nei suoi ultimi giorni è diventata un esempio per tutti coloro che l’hanno conosciuta. Paola non ha mai permesso alla malattia di sconfiggerla, continuando a dimostrare quella classe e compostezza che l’hanno sempre contraddistinta.
Il contrasto tra la vivacità delle sfilate milanesi e la quiete della sua battaglia personale è stato emblematico di una città, Milano, che sa essere poliedrica, capace di brillare sulle scene internazionali ma anche di raccogliersi in silenzio di fronte al dolore. Mentre la moda mostrava il suo sfarzo, Paola, con discrezione, affrontava il suo ultimo viaggio, un passaggio segnato dall’amore della sua famiglia e dal rispetto dei suoi cari.
In una società spesso distratta dalle apparenze e dalla superficialità, la storia di Paola Marella resta un esempio tangibile di come sia possibile vivere con autenticità, senza mai tradire se stessi. Il messaggio trasmesso dalle parole semplici ma intense di Don Luigi Garbini è chiaro: la vita, con tutti i suoi alti e bassi, ci ricorda che ci sono momenti in cui l’unica cosa che davvero conta non è ciò che indossiamo o come appariamo, ma la qualità della nostra anima, intrecciata di coraggio, amore e integrità.
La sua eredità non è fatta di successi mondani, ma di una vita vissuta con grazia, un insegnamento per chiunque si trovi a dover affrontare le sfide più difficili. La figura di Paola Marella rimarrà un simbolo di forza silenziosa, di eleganza autentica e di amore per la vita, anche nei momenti più oscuri.