Nonostante l’annuncio ufficiale da parte del presidente americano Donald Trump di un cessate il fuoco tra Israele e Iran, il clima in Medio Oriente rimane estremamente teso e instabile. La tregua, proclamata come un passo decisivo verso la fine di un conflitto durato dodici giorni, è stata messa a dura prova da nuovi lanci di missili proprio nelle ore immediatamente precedenti alla sua entrata in vigore.
Secondo quanto riferito da fonti iraniane, il cessate il fuoco sarebbe entrato in vigore alle ore 6:00 italiane, ma poco prima, le sirene di allarme hanno risuonato in numerose località israeliane, inclusa Tel Aviv. Un missile lanciato dal sud dell’Iran ha colpito la città di Beer Sheva, nel deserto del Negev, causando la morte di almeno tre persone e provocando gravi danni materiali. Questo evento ha immediatamente sollevato dubbi sulla reale efficacia e durata della tregua appena concordata.
L’annuncio di Trump e le condizioni della tregua
Poco prima della mezzanotte italiana, Donald Trump ha diffuso un messaggio sui social annunciando con toni trionfalistici l’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Iran. Secondo le sue parole, entrambe le nazioni avrebbero concordato un cessate il fuoco “completo e totale” della durata di dodici ore, al termine delle rispettive missioni militari in corso. Al termine di questo intervallo, ha dichiarato Trump, “la guerra sarà ufficialmente considerata conclusa”.
In particolare, l’accordo prevedeva che l’Iran iniziasse la tregua, seguito da Israele dopo dodici ore, per giungere infine alla proclamazione globale della fine della cosiddetta “guerra dei 12 giorni”. Trump ha colto l’occasione per lodare il coraggio e la saggezza dei due Paesi, esprimendo la propria gratitudine e concludendo con una benedizione rivolta non solo a Israele e all’Iran, ma all’intero Medio Oriente e agli Stati Uniti d’America.
Nuovi attacchi mettono a rischio la tregua
Tuttavia, mentre le parole di pace venivano diffuse online, la realtà sul campo raccontava una storia ben diversa. Durante la notte, diverse aree del territorio israeliano sono state colpite da nuovi attacchi missilistici. Le sirene di allarme sono entrate in funzione a Tel Aviv, Gerusalemme e in molte altre zone del centro e del sud del Paese, avvertendo la popolazione di un pericolo imminente. Le notifiche di emergenza sono arrivate anche sui telefoni cellulari dei cittadini, confermando l’imminente rischio di bombardamenti.
Un missile ha colpito un edificio residenziale a Beer Sheva, causando la morte di almeno quattro persone, secondo quanto riportato dai soccorritori del servizio ambulanze israeliano. Inizialmente si era parlato di tre feriti in gravi condizioni, ma la situazione si è rapidamente aggravata. Il fatto che l’attacco sia avvenuto proprio pochi minuti prima dell’orario fissato per l’inizio ufficiale della tregua alimenta i sospetti e la sfiducia tra le due nazioni.
Versione iraniana: “Tregua in vigore dalle 6”
L’agenzia iraniana SNN ha riferito che Teheran ha effettuato l’ultimo lancio di missili contro Israele proprio poco prima dell’entrata in vigore della tregua. Fonti vicine al governo iraniano, come l’agenzia Fars, confermano che il cessate il fuoco è iniziato alle 7:30 ora locale (le 6:00 in Italia). Tuttavia, immediatamente dopo, nuovi allarmi sono stati registrati in varie zone del centro di Israele e in Cisgiordania, mettendo ulteriormente in dubbio l’effettiva attuazione dell’accordo.
Trump, attraverso la sua piattaforma Truth, ha ribadito l’entrata in vigore della tregua con un messaggio inequivocabile: “IL CESSATE IL FUOCO È ORA IN VIGORE. PER FAVORE NON VIOLATELO!”. Ma l’appello del presidente americano sembra non aver avuto l’effetto desiderato sul campo.
Netanyahu: tregua sì, ma pronti a reagire
Da parte israeliana, il governo del Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha confermato di aver accettato il cessate il fuoco, ma ha anche precisato che ogni eventuale violazione da parte iraniana comporterà una risposta dura e immediata. Un portavoce dell’ufficio del Premier ha dichiarato: “Abbiamo raggiunto tutti i nostri obiettivi in Iran – e anche oltre – e abbiamo accettato il cessate il fuoco in pieno coordinamento con il Presidente Trump”.
Un alto funzionario israeliano, citato in forma anonima dal sito Walla, ha aggiunto che l’accordo sarà rispettato solo se tutte le parti coinvolte lo faranno in modo rigoroso. Ogni violazione – ha ribadito – sarà considerata un atto ostile che giustificherà un contrattacco.
Uno scenario fragile e imprevedibile
L’annuncio del cessate il fuoco rappresenta certamente un passo importante verso la stabilizzazione della regione, ma gli eventi delle ultime ore dimostrano quanto la situazione sia ancora estremamente fragile. Il lancio di missili su Beer Sheva, a poche ore dalla proclamazione della tregua, rischia di far naufragare ogni tentativo di pace. La popolazione civile continua a vivere sotto la costante minaccia degli attacchi, e il rischio di una nuova escalation è tutt’altro che scongiurato.
In conclusione, il cessate il fuoco resta, almeno sulla carta, un segnale di speranza. Ma senza una reale volontà politica e un controllo rigoroso degli accordi, la pace in Medio Oriente rischia di restare un miraggio.