Stop ai cellulari a scuola: il Ministero estende il divieto anche alle superiori per migliorare l’apprendimento

Stop ai cellulari in classe: il Ministero estende il divieto anche alle scuole superiori per tutelare l’apprendimento

Negli ultimi anni, il dibattito sull’uso degli smartphone in classe si è intensificato, coinvolgendo insegnanti, genitori, studenti e istituzioni. Il nodo centrale della questione è l’impatto che questi dispositivi hanno sulla concentrazione, sulle relazioni sociali tra pari e sulla qualità dell’apprendimento. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, guidato dal ministro Giuseppe Valditara, ha deciso di intervenire nuovamente con fermezza: è stata infatti emanata una nuova circolare che estende ufficialmente il divieto di utilizzo dei telefoni cellulari anche nelle scuole superiori.

La nuova direttiva rafforza quanto già disposto lo scorso anno, quando il divieto era limitato agli studenti della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. Ora la misura viene estesa anche al secondo ciclo di istruzione, coinvolgendo quindi tutti gli alunni delle scuole superiori di secondo grado. Secondo quanto previsto dalla nota ministeriale, l’uso del cellulare sarà vietato non solo durante le attività didattiche, ma per l’intera durata della giornata scolastica, salvo casi eccezionali.

Ogni istituto avrà la libertà di definire in autonomia le modalità attraverso cui far rispettare la nuova disposizione, ma la direzione è chiara: ridurre drasticamente l’uso dello smartphone a scuola. Chi trasgredisce, potrà andare incontro a sanzioni disciplinari, a seconda del regolamento interno di ciascun istituto.

Alla base di questa decisione, il Ministero richiama numerose evidenze scientifiche che dimostrano i rischi legati all’uso eccessivo e non controllato degli smartphone tra i più giovani. Si parla di difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno, isolamento sociale, forme di dipendenza e calo generalizzato nel rendimento scolastico. Tali problematiche sono state sottolineate da autorevoli enti internazionali e nazionali, tra cui l’OCSE, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Istituto Superiore di Sanità.

Proprio uno studio dell’OCSE del 2024, intitolato “From decline to revival: Policies to unlock human capital and productivity”, è stato citato nella circolare come base di riferimento. Il rapporto mostra in modo chiaro come l’uso incontrollato dei social media e degli smartphone possa influire negativamente sull’attenzione e sul rendimento degli studenti. A ciò si aggiunge il recente Rapporto ISTISAN 23-25, che evidenzia come più del 25% degli adolescenti tra i 14 e i 17 anni soffra di una forma di dipendenza dai dispositivi mobili, con ripercussioni tangibili sulla salute mentale, sul rendimento scolastico e sulla vita sociale.

Il ministro Valditara ha definito questo intervento “necessario e urgente”, sottolineando come il ruolo della scuola non sia solo quello di istruire, ma anche di educare i giovani a un uso più consapevole delle tecnologie. L’obiettivo dichiarato è quello di creare ambienti di apprendimento più sereni, dove la concentrazione e il dialogo tra studenti e docenti possano essere realmente valorizzati.

Naturalmente, sono previste delle eccezioni. L’utilizzo del cellulare sarà infatti consentito nei casi specificamente previsti dai Piani Educativi Individualizzati (PEI) o dai Piani Didattici Personalizzati (PDP), ovvero quando ci si trova di fronte a studenti con disabilità o con disturbi specifici dell’apprendimento. Inoltre, i telefoni potranno essere utilizzati, previa autorizzazione, durante lezioni in cui il loro impiego è funzionale al percorso didattico, come accade negli indirizzi tecnici e professionali legati all’informatica e alle telecomunicazioni.

Oltre a ciò, la circolare chiarisce che per finalità esclusivamente didattiche restano validi e incentivati altri strumenti digitali, come computer, tablet e lavagne interattive. Questi dispositivi, se utilizzati correttamente, rappresentano un valido supporto all’insegnamento e all’apprendimento. Gli istituti scolastici, grazie anche agli investimenti pubblici degli ultimi anni, dispongono oggi di un’infrastruttura tecnologica più avanzata che va valorizzata al massimo, sempre all’interno della loro autonomia organizzativa e metodologica.

In definitiva, la nuova circolare del Ministero rappresenta un tentativo concreto di porre un argine a un fenomeno che rischia di compromettere il futuro formativo di migliaia di studenti. In un mondo sempre più connesso, la scuola italiana sceglie consapevolmente di difendere il diritto alla concentrazione e alla relazione diretta, elementi indispensabili per una formazione autentica.

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