Maria Rosaria Boccia indagata per falso e plagio: accuse, difesa e scontro con la stampa

Bufera su Maria Rosaria Boccia: indagata per falso, truffa e plagio accademico. L’imprenditrice accusa i media di persecuzione

Maria Rosaria Boccia, imprenditrice originaria della Campania e già nota per essere emersa nel contesto del caso che coinvolge l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, si trova ora ufficialmente al centro di un’indagine giudiziaria. La Procura di Napoli ha infatti aperto un fascicolo a suo carico, ipotizzando i reati di falso ideologico, truffa e appropriazione indebita di lavori accademici, con particolare riferimento al titolo di laurea utilizzato dalla donna per candidarsi a un incarico istituzionale.

Le indagini, ancora in una fase preliminare, coinvolgono tre università italiane: l’Università Telematica Pegaso, l’Università Parthenope di Napoli e la LUISS Guido Carli di Roma, tutte considerate parti lese nella vicenda. La Guardia di Finanza, su disposizione della magistratura, ha acquisito una vasta documentazione conservata presso gli uffici amministrativi delle tre istituzioni, allo scopo di verificare la regolarità delle procedure che hanno portato all’ottenimento della laurea da parte della Boccia.

Secondo quanto trapelato, l’inchiesta avrebbe preso avvio da una segnalazione interna all’Università Pegaso, che avrebbe espresso dubbi sull’autenticità della tesi di laurea della donna. A seguito di un servizio giornalistico che sollevava interrogativi sul contenuto del lavoro accademico, l’ateneo ha deciso di avviare un processo di verifica formale, nel rispetto della trasparenza e delle normative vigenti, mettendo in atto tutte le misure necessarie.

Due i filoni investigativi principali: il primo riguarda una dichiarazione sostitutiva non firmata allegata nel 2020 da Maria Rosaria Boccia durante il suo trasferimento accademico dalla Parthenope alla Pegaso. Tale documento avrebbe permesso il riconoscimento di esami precedenti, ma, secondo l’accusa, non sarebbe mai stato debitamente controllato. Successivamente, nel 2023, la donna ha conseguito la laurea in Economia e Management con la votazione di 91 su 110.

Il secondo filone è ancora più delicato: riguarda la presunta tesi di laurea presentata presso la LUISS, che sarebbe in larga parte un plagio di un elaborato realizzato nel 2019 da un’altra studentessa, totalmente estranea alla vicenda. Il sospetto è nato dopo un servizio trasmesso da “Rete 4” il 9 settembre 2024, che ha confrontato i due testi tramite software antiplagio, evidenziando ampie sovrapposizioni. La Procura ha quindi richiesto alla LUISS una copia del lavoro originale per procedere a un’analisi comparativa.

Alla luce di tali elementi, Maria Rosaria Boccia è stata iscritta nel registro degli indagati, con le accuse formali di falso, truffa e attribuzione indebita di opere altrui. Le indagini sono condotte dal nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli.

Non si è fatta attendere la reazione dell’imprenditrice, che ha annunciato l’avvio di azioni legali contro alcuni organi di stampa e singoli giornalisti. Nella mattinata odierna, ha dichiarato di aver già depositato querele per diffamazione, sostenendo che le informazioni circolate siano false, distorte e manipolate. A suo dire, sarebbe vittima di una persecuzione mediatica finalizzata a screditarne l’immagine pubblica.

Boccia ha poi attaccato la stampa per non aver dato spazio alle sue precedenti denunce su presunti illeciti legati alla gestione di fondi pubblici, accusando i media di aver ignorato volutamente tematiche “scomode”. Ha annunciato l’intenzione di rivolgersi all’Ordine dei Giornalisti e alle Procure competenti per richiedere accertamenti nei confronti di chi – secondo lei – avrebbe orchestrato una campagna di diffamazione.

Infine, l’imprenditrice ha sollevato forti perplessità sul diverso trattamento mediatico riservato al suo caso rispetto a quello – che considera ben più rilevante – riguardante un’indagine per stalking attualmente in corso presso la Procura della Repubblica. Indagine che, stando alle sue dichiarazioni, coinvolgerebbe direttamente l’ex ministro Sangiuliano. Boccia si chiede perché nessun giornale abbia approfondito lo stato di quell’inchiesta, mentre il suo nome viene continuamente associato a presunti scandali accademici.

Se la libertà di stampa si esercita solo quando fa comodo ai potenti, allora non è più libertà, ma complicità. Vedremo se qualcuno avrà finalmente il coraggio di raccontare anche quello che è stato taciuto fino ad ora”, ha concluso con amarezza.

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