Meloni e Netanyahu: l’Italia guida la diplomazia contro la minaccia nucleare iraniana

In un contesto internazionale segnato da gravi tensioni tra Israele e Iran, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha intrapreso un’azione diplomatica decisa, stabilendo un contatto diretto con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Il tema centrale della conversazione è stato l’allarme condiviso sul possibile sviluppo di un arsenale nucleare da parte dell’Iran, una questione che desta preoccupazione crescente in tutto il mondo.

Meloni ha ribadito con forza la necessità di impedire che Teheran possa dotarsi dell’arma atomica, sottolineando come l’Italia intenda giocare un ruolo attivo nel promuovere la sicurezza regionale e nel sostenere ogni sforzo diplomatico volto a evitare un’escalation militare. La presidente ha anche espresso il proprio apprezzamento per gli sforzi in corso da parte degli Stati Uniti, auspicando che il dialogo portato avanti da Washington possa ancora produrre risultati concreti e duraturi.

Parallelamente all’azione di Meloni, si è mosso anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha avuto una serie di colloqui con attori chiave della scena internazionale. In primis, ha sentito Rafael Grossi, direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), che ha rassicurato sull’assenza di gravi rischi radiologici derivanti dagli attacchi israeliani. Successivamente, Tajani ha parlato con Gideon Sa’ar, ministro del gabinetto di sicurezza israeliano, al quale ha espresso l’urgenza di evitare un’escalation, puntando su un cessate il fuoco immediato a Gaza e sul ritorno al dialogo.

Dal colloquio è emersa una rivelazione preoccupante: secondo i servizi di intelligence israeliani, l’Iran sarebbe in grado di costruire tra otto e dieci ordigni nucleari nei prossimi sei mesi. Nonostante ciò, Sa’ar ha assicurato che gli attacchi israeliani proseguiranno ancora per diverse settimane, escludendo però un intento di rovesciamento del regime iraniano.

Di contro, l’omologo iraniano di Tajani, Abbas Araghchi, ha condannato duramente gli attacchi di Israele, definendoli “crimini internazionali”, e ha minacciato risposte altrettanto dure. Tuttavia, ha anche aperto uno spiraglio alla ripresa del dialogo, a condizione che Israele sospenda le sue operazioni offensive. Tajani ha accolto con favore questa disponibilità, invitando alla massima prudenza e sottolineando la necessità di privilegiare la diplomazia rispetto all’uso della forza.

La preoccupazione italiana si è manifestata anche attraverso una nota ufficiale di Palazzo Chigi, diffusa in serata, in cui si esorta con forza entrambe le parti — Israele e Iran — a contenere le tensioni e a riprendere il confronto diplomatico. Il comunicato ha espresso inquietudine per le presunte violazioni iraniane al Trattato di non proliferazione nucleare, come segnalato da recenti rapporti dell’Aiea.

Giorgia Meloni ha seguito l’evolversi degli eventi fin dalle prime ore della giornata, monitorando l’attacco condotto da Israele contro obiettivi strategici iraniani. Nel primo pomeriggio, ha convocato un vertice d’urgenza in videoconferenza, coinvolgendo i vertici dell’intelligence nazionale, i vicepresidenti Antonio Tajani e Matteo Salvini, e i ministri Guido Crosetto (Difesa), Matteo Piantedosi (Interni) e Giancarlo Giorgetti (Economia). Alla riunione hanno preso parte anche i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari.

Durante il colloquio con Netanyahu, la presidente del Consiglio ha riaffermato l’importanza di garantire il passaggio sicuro degli aiuti umanitari destinati alla popolazione civile della Striscia di Gaza, messa a dura prova da settimane di bombardamenti e violenze. “Il governo italiano continuerà a lavorare con tutti i partner per promuovere una de-escalation”, ha dichiarato Meloni, ricordando come la stabilità del Medio Oriente sia fondamentale anche per l’equilibrio europeo e globale.

Questi contatti e movimenti diplomatici dimostrano l’impegno attivo dell’Italia nella ricerca di soluzioni pacifiche in uno dei teatri più complessi e instabili del pianeta. Mentre la minaccia nucleare rappresenta uno scenario da scongiurare con ogni mezzo, Roma sceglie la via del dialogo e della cooperazione multilaterale per ridurre le tensioni e restituire alla diplomazia il ruolo centrale che le spetta.

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