Bassetti lancia l’allarme sui piccioni: rischi per la salute e consigli utili per proteggersi
Dopo aver ricoperto un ruolo di primo piano durante la pandemia da Covid-19, l’epidemiologo Matteo Bassetti è tornato a parlare pubblicamente, stavolta per affrontare una questione apparentemente banale ma che nasconde insidie per la salute pubblica: la presenza dei piccioni nelle città. L’intervento, pubblicato di recente sul suo profilo Instagram, ha acceso i riflettori su una realtà spesso sottovalutata, che riguarda non solo l’igiene urbana, ma anche il rischio di malattie infettive trasmesse da questi volatili.
Non è raro vedere persone che nutrono i piccioni in piazze, parchi o addirittura nei pressi delle proprie abitazioni, magari per abitudine o con l’intento di compiere un gesto gentile. Tuttavia, questa pratica può trasformarsi in un pericolo concreto per la salute umana, soprattutto quando i piccioni si stabiliscono stabilmente in determinati luoghi, lasciando dietro di sé escrementi e sporcizia.
Le parole dell’esperto
“Prestate attenzione ai piccioni”, ha esordito Bassetti in un video informativo. “Anche se si tratta di una specie protetta e parte integrante del paesaggio urbano, non dobbiamo dimenticare che possono essere vettori di numerose malattie infettive”. L’epidemiologo ha quindi illustrato i principali rischi sanitari legati alla presenza eccessiva di questi uccelli nelle aree abitate.
Tra le infezioni più comuni trasmesse dai piccioni, Bassetti ha citato la salmonellosi, una patologia causata da batteri presenti nelle feci degli animali, ma anche nell’intestino umano. Non meno pericolosa è la criptococcosi, una malattia fungina che può compromettere i polmoni e il sistema nervoso centrale, e che si trasmette proprio attraverso l’inalazione di particelle di guano secco.
Inoltre, ha evidenziato altre infezioni come la clamidia aviaria, l’istoplasmosi e la psittacosi, quest’ultima provocata da un germe trasmesso da piccioni e altri uccelli, e in grado di provocare una polmonite potenzialmente mortale.
“Si tratta di patologie rare ma possibili – ha aggiunto – e in alcuni casi, se non diagnosticate in tempo, anche gravi. È importante quindi non sottovalutare il problema e adottare misure preventive, soprattutto nelle aree dove la concentrazione di piccioni è elevata”.
Cosa possiamo fare per proteggerci
Oltre a segnalare il problema, Bassetti ha suggerito anche alcuni rimedi semplici ma efficaci per tenere lontani i piccioni da balconi, terrazze e giardini, senza nuocere loro e nel pieno rispetto della normativa vigente. Una delle soluzioni consigliate è l’uso di spezie aromatiche come peperoncino, cannella e pepe nero, da mescolare insieme e riporre in piccoli contenitori da posizionare nei punti strategici.
Queste spezie, infatti, sprigionano un aroma particolarmente sgradito ai piccioni, che tendono così a evitare la zona. Un’altra strategia utile è quella di spargere sale grosso nelle aree frequentate dai volatili, in particolare nei pressi dei nidi: la superficie diventa così scivolosa e scomoda per la sosta e l’accoppiamento.
Oltre a queste soluzioni naturali, è sempre utile evitare di lasciare cibo all’aperto, soprattutto residui di pane o cereali, che rappresentano una vera e propria calamita per i piccioni. In alcune città italiane, sono stati persino emanati regolamenti che vietano espressamente di alimentare i volatili nei luoghi pubblici, proprio per contenere la proliferazione incontrollata.
Un invito alla consapevolezza
Il messaggio lanciato da Bassetti non è allarmistico, ma vuole essere un invito alla consapevolezza e alla responsabilità civica. Conoscere i rischi sanitari legati ai piccioni è fondamentale per evitare comportamenti inconsapevoli e proteggere non solo sé stessi, ma anche la comunità.
In un contesto urbano sempre più affollato, la convivenza con gli animali selvatici – anche se apparentemente innocui – richiede un equilibrio tra rispetto per la natura e tutela della salute pubblica. Informarsi, adottare piccoli accorgimenti quotidiani e sensibilizzare le persone attorno a noi possono fare davvero la differenza.