Referendum su cittadinanza e lavoro: affluenza in calo e ballottaggi decisivi in molte città italiane
Gli italiani sono stati chiamati alle urne per una doppia consultazione che intreccia profondamente i temi della cittadinanza e del lavoro, toccando corde sensibili della società contemporanea. I cinque quesiti referendari riguardano diritti fondamentali come l’accesso alla cittadinanza italiana, la tutela dei lavoratori precari, la sicurezza nei luoghi di lavoro e le norme sui licenziamenti. A queste votazioni si aggiungono i ballottaggi in numerosi comuni per il rinnovo delle amministrazioni locali.
Le urne resteranno aperte in due giornate: domenica 8 giugno, fino alle 23:00, e lunedì 9 giugno, fino alle 15:00. Gli elettori devono presentarsi ai seggi muniti di tessera elettorale e documento d’identità. I quesiti sono cinque, ognuno su una scheda di colore diverso: verde per il reintegro in caso di licenziamento illegittimo, arancione per i licenziamenti nelle piccole imprese, grigio per i contratti a termine, rosso per la sicurezza sul lavoro e giallo per la cittadinanza.
Secondo i primi dati diffusi dal Ministero dell’Interno, l’affluenza registrata alle ore 12 è stata del 7,41% su tutte le 61.591 sezioni, con una sostanziale omogeneità tra i quesiti. Il quesito più votato risulta essere il numero 3, relativo alla tutela dei contratti a termine, con una partecipazione del 7,43%. L’Emilia-Romagna guida la classifica per affluenza, con il 10,9% degli elettori già recatisi ai seggi, superando la media nazionale di oltre 3 punti percentuali. Spiccano in particolare le città di Bologna (14,3%), Modena (13,3%) e Reggio Emilia (13%).
All’opposto, le regioni con minore partecipazione sono la Sicilia, con il 4,47%, e la Calabria, ferma al 4,38%. Agrigento registra il minimo nazionale con il 3,23%.
Per quanto riguarda i ballottaggi, l’affluenza nazionale alle 12 si attesta all’11,88%, in calo rispetto al 14,05% del primo turno. In particolare, a Matera si è raggiunto l’11,76%, mentre a Taranto l’affluenza è dell’11,42%. Entrambe le città sono osservate speciali per il peso politico dei candidati in corsa: a Matera si sfidano Roberto Cifarelli (centrosinistra, 43,5%) e Antonio Nicoletti (centrodestra, 37%); a Taranto, Pietro Bitetti (centrosinistra, 37,4%) e Francesco Tacente (civico sostenuto dalla Lega, 26,1%).
Nel corso della giornata l’affluenza ha visto un lento incremento. Alle 19, per i referendum, la partecipazione ha raggiunto il 16,16%, ancora lontana dai livelli storici del 2011, quando alla stessa ora si registrava circa il 30%. Tra le regioni più partecipative si segnalano Toscana (22,18%), Emilia-Romagna, Piemonte e Liguria, tutte sopra il 20%. Calabria e Sicilia continuano a mostrare i dati più bassi, attorno al 10%.
L’affluenza ai ballottaggi, sempre alle 19, si ferma al 24,59%, con un netto calo rispetto al 34,54% del primo turno. A Matera si raggiunge il 24,66%, a Taranto il 22,18%. In altri comuni significativi: a Lamezia Terme 20,28% (contro il 35,1% precedente), a Ortona 25,91% (rispetto al 38,39%), e a Saronno 32,74%, in lieve aumento rispetto al primo turno.
In Sardegna, dove si vota per il primo turno amministrativo, l’affluenza mostra una tendenza più costante, passando dal 18,38% delle 12 al 32,08% delle 19. Tuttavia, a livello nazionale il raggiungimento del quorum per i referendum sembra ancora distante.
Alle 23, poco dopo la chiusura dei seggi nella prima giornata, l’affluenza complessiva per i quesiti referendari si attesta al 21,93%, su 48.032 sezioni scrutinate. Un dato che conferma un generale disinteresse o stanchezza da parte dell’elettorato nei confronti della partecipazione civica, almeno rispetto ai numeri del passato.
Il dato finale, atteso nella giornata di lunedì 9 giugno, sarà decisivo per valutare l’effettiva validità della consultazione referendaria, e per comprendere se i temi proposti abbiano realmente mobilitato l’opinione pubblica o se abbiano faticato a raggiungere l’attenzione necessaria per incidere nel panorama legislativo italiano.