Confessione shock nel caso Denisa: il killer ammette un secondo omicidio, ipotesi serial killer a Montecatini

Orrore senza fine: il killer di Denisa confessa un secondo omicidio. Gli inquirenti indagano su un possibile serial killer

Il caso di Maria Denisa Adas, la giovane escort romena scomparsa a Prato e ritrovata brutalmente uccisa e decapitata in un casolare abbandonato nei pressi di Montecatini Terme, si arricchisce di nuovi, inquietanti sviluppi. Durante l’interrogatorio da parte degli inquirenti, il principale sospettato, Vasile Frumuzache, ha confessato non solo l’omicidio di Denisa, ma anche un secondo delitto commesso mesi prima. Una rivelazione scioccante che apre scenari ancora più oscuri e spinge gli investigatori a ipotizzare la presenza di un possibile serial killer.

La confessione di Frumuzache ha lasciato sgomenti non solo gli inquirenti, ma anche l’opinione pubblica. Già gravemente indiziato per l’uccisione di Denisa, l’uomo ha ammesso di aver compiuto un secondo omicidio ai danni di un’altra escort, Ana Maria Andrei, anche lei romena, scomparsa il 1° agosto 2024. Entrambe le vittime erano donne giovani, coinvolte nel mondo della prostituzione e attive nella stessa area geografica: la provincia di Pistoia, tra Prato e Montecatini Terme.

Durante il primo interrogatorio, Frumuzache ha raccontato nei dettagli l’atroce dinamica dell’omicidio di Denisa. Dopo un incontro a pagamento, ha ucciso la donna, ha occultato il cadavere decapitandolo e trasportandolo in una valigia fino a un casolare di campagna. Le telecamere di sorveglianza lo avevano ripreso mentre trasportava i bagagli della vittima, gli stessi che avrebbe poi utilizzato per sbarazzarsi del corpo. La testa della giovane, secondo quanto dichiarato dal killer, sarebbe stata bruciata nel giardino della sua abitazione a Monsummano Terme, insieme a una delle valigie. Tracce biologiche e materiali sono stati effettivamente ritrovati sul luogo e sono ora oggetto di analisi da parte dei RIS.

Alla base del gesto, Frumuzache avrebbe indicato un presunto ricatto da parte di Denisa. Secondo quanto dichiarato dall’uomo, la donna lo avrebbe minacciato di rivelare alla moglie la loro relazione clandestina, chiedendogli 10.000 euro in cambio del silenzio. Avrebbe inoltre utilizzato immagini compromettenti delle telecamere e fatto leva su conoscenze comuni per rafforzare la sua minaccia.

Ma la svolta più sconvolgente è arrivata quando, incalzato dagli inquirenti, Frumuzache ha confessato anche l’omicidio di Ana Maria Andrei. La donna era scomparsa mesi prima, e il suo corpo non era mai stato ritrovato fino a pochi giorni fa, quando, proprio nei terreni indicati dal killer, i carabinieri hanno rinvenuto resti compatibili con la vittima. Frumuzache ha raccontato che anche in quel caso si era trattato di un incontro finito tragicamente. Ana Maria, a suo dire, avrebbe cercato di scappare, e lui l’avrebbe accoltellata nel tentativo di fermarla.

Un ulteriore elemento ha rafforzato il legame tra i due casi: durante la perquisizione nella casa dell’uomo, gli inquirenti hanno rinvenuto un’auto corrispondente a quella vista nei pressi del luogo dove era scomparsa Ana Maria. Un dettaglio che ha accelerato le indagini e portato a un nuovo interrogatorio, durante il quale Frumuzache ha ceduto, ammettendo il secondo delitto.

Ora gli inquirenti non escludono l’ipotesi più inquietante: che ci si trovi di fronte a un serial killer. Le modalità simili dei due omicidi – entrambi legati a incontri con escort, entrambi avvenuti nella stessa area e caratterizzati da una violenza brutale – fanno temere che possano esserci altri casi irrisolti riconducibili a Frumuzache. La Procura ha aperto nuove piste d’indagine e sta analizzando i casi di donne scomparse negli ultimi anni nella stessa zona.

Intanto, la comunità resta sconvolta. Due giovani vite spezzate in modo orribile, due famiglie distrutte dal dolore e una società che si interroga su come sia possibile che orrori del genere si consumino nel silenzio, tra le pieghe di una realtà spesso invisibile come quella della prostituzione. Il caso Denisa, già drammatico, ora assume contorni ancor più agghiaccianti. E la paura è che il peggio non sia ancora emerso.

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