Un nuovo, drammatico episodio di incidente sul lavoro si è verificato in Emilia-Romagna, precisamente nelle campagne tra Solarolo e Castel Bolognese, in provincia di Ravenna. La vittima è un operaio agricolo di 38 anni, di origine albanese, che ha perso la vita nel pomeriggio di martedì 3 giugno 2025, mentre stava svolgendo da solo alcune operazioni all’interno di un’azienda agricola. L’uomo è stato tragicamente schiacciato dalle forche di un muletto, un mezzo comunemente utilizzato per la movimentazione di materiali pesanti.
Secondo le prime ricostruzioni, al momento dell’incidente l’operaio si trovava da solo nei campi e non vi erano altri colleghi o testimoni in grado di fornire immediatamente una testimonianza utile per chiarire quanto accaduto. L’allarme è stato lanciato soltanto diverse ore dopo, intorno alle 18:00, quando i familiari, preoccupati per il mancato rientro a casa dell’uomo, si sono messi a cercarlo. Il corpo privo di vita è stato ritrovato nei pressi del mezzo agricolo, dando subito l’impressione di un incidente mortale sul posto di lavoro.
Sul luogo della tragedia sono intervenuti i carabinieri, i tecnici dell’Ausl e i vigili del fuoco per i rilievi del caso e per mettere in sicurezza l’area. Le indagini sono tuttora in corso per stabilire con esattezza la dinamica dei fatti e comprendere se si siano verificate eventuali violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro. Sarà fondamentale anche accertare se il mezzo agricolo fosse conforme alle regole vigenti in materia di manutenzione e sicurezza, e se l’operaio fosse stato adeguatamente formato per l’utilizzo del muletto.
Il drammatico episodio ha suscitato un’ondata di commozione e di rabbia, non solo nella comunità locale ma anche tra le organizzazioni sindacali, che da tempo denunciano la mancanza di controlli e l’insufficienza delle misure di prevenzione nei luoghi di lavoro, specialmente in ambito agricolo. I rappresentanti dei sindacati, subito intervenuti con una nota ufficiale, hanno espresso cordoglio alla famiglia della vittima e hanno lanciato un nuovo, accorato appello affinché la sicurezza sul lavoro diventi finalmente una priorità concreta e non solo un principio astratto.
“La sicurezza di lavoratrici e lavoratori deve essere sempre una priorità assoluta – si legge nel comunicato – e proprio per questo motivo crediamo diventi determinante l’avvio dell’attività dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriali nel comparto agricolo, al fine di garantire una presenza costante e capillare sul territorio. Non possiamo più permettere che si continui a morire di lavoro”.
I sindacati sottolineano inoltre che il settore agricolo, spesso dimenticato nelle discussioni istituzionali, è tra i più esposti a rischi per la salute e l’incolumità dei lavoratori. La mancanza di supervisione, la solitudine in cui spesso si svolgono le mansioni e l’utilizzo di macchinari pesanti rendono queste attività particolarmente pericolose, soprattutto quando non vi è un’adeguata formazione o un controllo continuo da parte degli organi preposti.
Questo ennesimo incidente sul lavoro si inserisce in un quadro preoccupante a livello nazionale, dove i dati sugli infortuni continuano a evidenziare numeri drammatici. Secondo gli ultimi rapporti dell’INAIL, nel settore agricolo si registra una delle incidenze più alte di infortuni gravi e mortali. Eppure, nonostante le denunce e gli appelli, le azioni concrete tardano ad arrivare.
La tragedia avvenuta a Ravenna impone una riflessione profonda e urgente su come venga trattato il tema della sicurezza in Italia. Non basta più parlare di protocolli e normative: è necessario tradurre le parole in atti concreti, dotare le aziende di strumenti adeguati, rafforzare i controlli ispettivi e formare in modo capillare i lavoratori, soprattutto nei settori più fragili e trascurati.
Nel frattempo, la comunità locale si stringe attorno alla famiglia dell’operaio scomparso, sconvolta da un dolore tanto improvviso quanto evitabile. L’auspicio è che da questa ennesima tragedia nasca finalmente una presa di coscienza collettiva che porti a una svolta reale. Perché nessuno dovrebbe perdere la vita mentre sta lavorando per vivere.