Milano, chiude il locale del figlio di La Russa: chiesto maxi risarcimento ai condomini

A Milano, nel cuore pulsante della città, una vicenda legale dai contorni controversi ha scosso il mondo dell’imprenditoria giovanile. Il protagonista di questa storia è Lorenzo Cochis La Russa, figlio del presidente del Senato, Ignazio La Russa, che ha visto naufragare il suo sogno imprenditoriale a causa delle continue frizioni con i condomini del palazzo dove si trovava il suo locale. Dopo tre anni di scontri, l’attività è stata costretta a chiudere i battenti e ora si apre un nuovo capitolo: una richiesta di risarcimento danni di quasi mezzo milione di euro.

Un progetto ambizioso che si scontra con la realtà condominiale

Era il 2022 quando Lorenzo Cochis La Russa, insieme a due soci, decise di investire in un’attività nel centro di Milano, precisamente in via Vigna 6. Un locale moderno, pensato per attrarre i giovani e inserirsi nel vivace tessuto urbano milanese. Tuttavia, fin dall’inizio, i rapporti con i condomini dell’edificio si sono rivelati difficili. Le lamentele per i rumori, soprattutto nelle ore serali, sono state costanti, tanto da spingere alcuni residenti a rivolgersi al Tribunale.

Nel 2023, infatti, parte la causa contro la società che gestiva il locale, con l’accusa di aver superato i limiti di rumorosità previsti. Il tribunale impone restrizioni sugli orari di apertura e avvia un procedimento penale contro i due soci gestori. Curiosamente, Lorenzo Cochis La Russa, pur essendo uno dei titolari e consigliere di zona, non risulta tra gli imputati.

Un locale poco redditizio e le accuse incrociate

Nonostante le buone intenzioni, l’attività non ha mai registrato ricavi soddisfacenti. I profitti sono stati irrisori, pari a circa 119 euro annui da dividere tra i tre soci, una somma ben lontana dalle aspettative iniziali. Ciononostante, la società ha deciso di chiedere un risarcimento pari a 484 mila euro, ovvero il fatturato medio del locale negli ultimi tre anni, accusando il condominio di aver ostacolato il regolare svolgimento dell’attività.

Le accuse contro alcuni condomini sono gravi: danneggiamento volontario delle casse acustiche, lancio di oggetti, schiamazzi, olio versato davanti all’ingresso, vetrine danneggiate e persino episodi di vandalismo mirato. In un’occasione, si racconta che un bicchiere sia stato lanciato contro lo stesso Cochis. Un’escalation che, secondo i titolari, avrebbe contribuito alla chiusura definitiva dell’esercizio.

Chiusura e nuova destinazione d’uso del locale

Il locale ha ufficialmente chiuso il 30 marzo 2025. Al suo posto, a breve, aprirà un’hamburgheria, come dichiarato da Lorenzo Cochis La Russa in un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano. “Stiamo vendendo. Problemi con il condominio e con i soci”, ha commentato, ammettendo implicitamente che la situazione era diventata insostenibile, anche sul piano personale.

Nel frattempo, il figlio del presidente del Senato ha continuato il suo impegno politico. Attualmente ricopre il ruolo di consigliere di Zona e capogruppo di Fratelli d’Italia, con una particolare attenzione alla difesa degli imprenditori locali contro le limitazioni imposte dalle ordinanze comunali. Una posizione che, alla luce della sua esperienza diretta, assume un valore ancora più simbolico.

Verso un nuovo scontro legale

La prossima udienza della causa intentata dalla società contro il condominio è stata fissata per il 16 giugno. L’esito del processo potrebbe rappresentare un precedente importante per casi simili, soprattutto in una città come Milano, dove il conflitto tra la vita notturna e la quiete condominiale è sempre più acceso.

Mentre la giustizia farà il suo corso, la vicenda solleva interrogativi su come conciliare le esigenze degli imprenditori con il diritto al riposo dei residenti. È possibile trovare un equilibrio? Oppure il centro città sarà destinato a trasformarsi in una zona off-limits per le nuove attività?

Una cosa è certa: l’esperienza di Lorenzo Cochis La Russa ha acceso i riflettori su un tema che va ben oltre il singolo caso. In gioco non ci sono solo interessi economici, ma anche il futuro del tessuto sociale e commerciale delle nostre città.

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