Delitto di Garlasco: la teoria shock dell’avvocato di Andrea Sempio e il mistero mai risolto di Chiara Poggi

Il caso del delitto di Garlasco continua a suscitare grande attenzione mediatica e giudiziaria, specialmente dopo la recente riapertura delle indagini che ha riportato sotto i riflettori il nome di Andrea Sempio, attualmente iscritto nel registro degli indagati. In questo clima di crescente curiosità e mistero, ha deciso di intervenire pubblicamente l’avvocato difensore di Sempio, Massimo Lovati, che ha espresso una teoria singolare e al tempo stesso inquietante riguardo alla tragica morte di Chiara Poggi.

Massimo Lovati rompe il silenzio

Durante un’intervista rilasciata a La Repubblica, l’avvocato Lovati ha rivelato un’ipotesi che egli stesso definisce “una visione avuta in sogno”. Secondo quanto raccontato, Chiara Poggi avrebbe scoperto un segreto di proporzioni enormi, un qualcosa di “indicibile”, che avrebbe causato la sua eliminazione da parte di soggetti potenti. Lovati precisa chiaramente che questa è una sua teoria personale, nata da un sogno, e che non intende accusare direttamente nessuno, tantomeno il suo assistito o l’ex indagato Alberto Stasi.

Tuttavia, nella sua ricostruzione, Lovati lascia intendere che Stasi potrebbe conoscere l’identità del vero assassino. “Non è stato né Sempio né Stasi – spiega – ma secondo me Stasi sa chi è stato. E questo potrebbe spiegare molte cose”.

Un’accusa clamorosa: “È stata la Chiesa”

Il punto più controverso delle dichiarazioni dell’avvocato è la sua convinzione – sempre ribadita come derivata da un sogno – che dietro l’omicidio della giovane Chiara Poggi ci sarebbe la mano della Chiesa. “È una mia teoria, lo ripeto: un sogno. Scrivetelo pure così”, ha affermato. Lovati fa riferimento a eventi storici e a casi irrisolti della cronaca italiana per dare un senso alla sua ipotesi, citando, ad esempio, la vicenda di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana scomparsa nel 1983 e mai più ritrovata, un caso ancora oggi avvolto da fitte nebbie e teorie complottistiche.

L’avvocato insiste sul fatto che il modus operandi utilizzato nell’omicidio di Chiara Poggi presenta caratteristiche riconducibili a quelle tipiche di esecutori professionisti: “i sicari sono abilissimi, sanno entrare ovunque senza lasciare tracce. Sono figure ricorrenti nella letteratura criminologica. L’omicidio di Chiara potrebbe essere stato realizzato proprio per depistare, per creare confusione. Non scopriremo mai chi sono, sono troppo bravi”.

Chi è Andrea Sempio secondo il suo avvocato

Parlando del suo assistito, Andrea Sempio, Lovati lo definisce un uomo fragile ma sereno. “È un comunista, un disadattato, ma è innocente. È provato, certo, ma mantiene la calma, come spesso fanno le persone che non hanno nulla da nascondere”. Parole forti, quelle dell’avvocato, che delineano il profilo di un uomo che, secondo la difesa, non avrebbe alcuna motivazione per commettere un simile crimine.

La riapertura delle indagini ha riacceso l’attenzione su un caso che sembrava essersi chiuso definitivamente con la condanna definitiva di Alberto Stasi nel 2015 a sedici anni di reclusione. Tuttavia, alcuni elementi nuovi, tra cui l’analisi del DNA e delle telefonate avvenute nelle ore precedenti l’omicidio, hanno spinto gli inquirenti a rivalutare alcuni aspetti. Tra questi, appunto, la posizione di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara e frequentatore abituale della casa dei Poggi.

La cautela necessaria tra sogni e indagini

Nonostante le affermazioni di Lovati abbiano riacceso i riflettori mediatici, è fondamentale ricordare che le sue dichiarazioni non rappresentano prove concrete, bensì interpretazioni personali. Anche se suggestiva, la teoria del complotto ecclesiastico rimane priva di riscontri oggettivi. Le autorità giudiziarie stanno proseguendo le indagini con rigore, cercando risposte fondate su dati scientifici e testimonianze verificabili.

In un caso già complesso e segnato da anni di controversie, ipotesi del genere rischiano di alimentare la confusione e distogliere l’attenzione dall’obiettivo primario: giungere alla verità sulla morte di una giovane donna innocente.

Nel frattempo, la famiglia di Chiara Poggi continua a chiedere giustizia, nella speranza che un giorno ogni tassello possa trovare il suo posto e che il dolore, almeno in parte, possa trasformarsi in serenità.

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