“Caso Liliana Resinovich: Nuove Accuse al Marito Sebastiano Visintin e Le Rivelazioni di Claudio Sterpin”

Il mistero che avvolge la tragica morte di Liliana Resinovich continua ad alimentare interrogativi e tensioni, non solo tra gli inquirenti ma anche nell’opinione pubblica italiana. A distanza di anni dal ritrovamento del corpo della donna nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste, la vicenda sembra prendere una piega decisamente più drammatica: secondo la Procura, Sebastiano Visintin, marito della vittima, sarebbe direttamente coinvolto nella sua morte.

Le nuove ipotesi accusatorie rappresentano un punto di svolta nelle indagini. Secondo quanto emerso, Liliana non si sarebbe tolta la vita, come inizialmente ipotizzato, bensì sarebbe stata uccisa per soffocamento in seguito a un’aggressione. Gli investigatori hanno raccolto nuovi elementi e analizzato alcune incongruenze nelle dichiarazioni rese da Visintin, ritenendo ora che la morte di Liliana sia frutto di una violenza maturata in un contesto relazionale fragile e complesso. La pista del suicidio, a lungo considerata plausibile, sembra così cedere il passo a un’ipotesi ben più inquietante.

La notizia ha avuto un forte impatto anche mediatico. Fino al giorno prima dell’annuncio delle nuove accuse, Sebastiano Visintin continuava a pubblicare aggiornamenti sui suoi profili social. Poi, improvvisamente, è scomparso dalla scena pubblica. Questo improvviso silenzio ha contribuito ad alimentare sospetti e dubbi, soprattutto dopo che è stato depositato un atto giudiziario importante: l’esito dell’incidente probatorio relativo alla testimonianza di Claudio Sterpin, figura chiave nella vicenda.

Claudio Sterpin, amico stretto della vittima e per lungo tempo coinvolto nella narrazione del caso, è tornato a farsi sentire con nuove dichiarazioni. Secondo lui, non sarebbe stato Sebastiano Visintin ad uccidere Liliana. Sterpin ipotizza un’azione premeditata, messa in atto da più persone, e sottolinea che Visintin, pur non essendo l’esecutore materiale, conosca molti dettagli fondamentali: chi abbia condotto Liliana nel luogo dove fu ritrovata, chi abbia occultato il corpo e persino il momento esatto della morte.

Un dettaglio sollevato da Sterpin appare particolarmente significativo: è difficile credere che il corpo di Liliana sia rimasto per circa venti giorni nel bosco, in una zona frequentata da animali selvatici, senza subire alcun danno visibile. Questa osservazione, unita alle sue precedenti dichiarazioni rese alla Questura già il 15 dicembre 2021 — poco prima del ritrovamento del cadavere — suggerisce che i suoi sospetti abbiano una base concreta. In effetti, all’epoca Sterpin si era presentato spontaneamente per raccontare le sue impressioni e preoccupazioni, dimostrando un coinvolgimento emotivo e razionale sincero.

Oggi, alla luce della nuova accusa della Procura che vede Visintin come presunto autore dell’aggressione, le parole di Sterpin acquistano una nuova rilevanza. Il suo intervento non solo riporta al centro dell’attenzione mediatica la figura del marito, ma spinge anche a rileggere sotto una nuova luce alcuni dettagli finora trascurati.

Un altro tassello che potrebbe rivelarsi determinante nelle indagini riguarda la testimonianza di alcuni operatori sanitari del parco di San Giovanni. Questi avevano segnalato, nei giorni precedenti al ritrovamento del corpo, la presenza sospetta di un uomo con barba bianca, abiti scuri e una torcia, visto proprio all’alba del 5 gennaio nella zona in cui poi fu rinvenuta la vittima. All’epoca, tali segnalazioni non erano state considerate determinanti. Ma con l’emergere della nuova ipotesi investigativa, potrebbero assumere una nuova importanza.

La comunità triestina e l’intera opinione pubblica seguono con grande attenzione ogni nuovo sviluppo del caso. La vicenda di Liliana Resinovich non è solo una dolorosa cronaca nera, ma rappresenta anche il simbolo di una ricerca di verità che non si è mai arrestata. In attesa di ulteriori riscontri e approfondimenti da parte della magistratura, il dibattito resta aperto e carico di tensione emotiva. Quel che è certo è che la verità sulla fine di Liliana non è ancora stata scritta, ma ogni nuovo dettaglio potrebbe avvicinare finalmente alla giustizia.

Related Posts