Caso Garlasco, Fabrizio Corona: “Stasi è innocente, i veri colpevoli sono altri” – Dichiarazioni choc alla Procura di Pavia

Fabrizio Corona rompe il silenzio sul caso Garlasco: “Stasi è innocente, i veri colpevoli sono altri”

Nel contesto ancora denso di interrogativi che avvolge il caso Garlasco, una nuova e inaspettata voce si è inserita nel dibattito mediatico e giudiziario: quella di Fabrizio Corona. L’ex “re dei paparazzi”, mai timoroso di esporsi su vicende controverse, ha fatto una dichiarazione clamorosa davanti alla Procura di Pavia, presentandosi nel giorno degli interrogatori per manifestare pubblicamente il suo sostegno ad Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007.

Corona, che già in passato aveva espresso posizioni forti attraverso il suo format “Falsissimo”, ha nuovamente proclamato l’innocenza di Stasi, spostando l’attenzione su altri presunti colpevoli. Secondo lui, infatti, l’indagine avrebbe tralasciato elementi importanti e ignorato l’esistenza di altre figure coinvolte.

Le parole di Corona: “Più di quattro persone coinvolte, ma non Stasi”

Davanti ai cronisti presenti fuori dalla Procura, Corona non ha usato mezzi termini. Ha affermato che i veri colpevoli dell’omicidio sarebbero più di quattro e che il nome di Alberto Stasi non dovrebbe nemmeno comparire tra gli indiziati. Alla domanda su cosa lo portasse a una simile convinzione, l’ex fotografo ha raccontato che le sue informazioni proverrebbero da un’indagine parallela, condotta per tre anni da Antonio De Rensis, avvocato difensore di Stasi.

Secondo quanto riportato da Corona, l’avvocato De Rensis avrebbe condotto investigazioni autonome e riservate, raccogliendo una serie di prove che, seppur ottenute in maniera non ufficiale, indicherebbero con chiarezza l’estraneità di Stasi ai fatti, individuando invece una rete di altri soggetti come potenziali colpevoli.

Corona ha poi precisato che tali elementi probatori non sarebbero utilizzabili in sede processuale poiché frutto di indagini svolte al di fuori dei canali istituzionali, ma ha sottolineato che sono stati comunque consegnati al Procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, affinché possano essere esaminati nel contesto di eventuali sviluppi futuri.

Il silenzio sulla fonte: “Una persona certa, ma non posso dire di più”

Quando i giornalisti hanno cercato di approfondire la questione e hanno chiesto a Corona l’identità della fonte che gli avrebbe trasmesso tali informazioni, lui ha mantenuto un atteggiamento cauto. Pur ribadendo la solidità delle informazioni ricevute, ha preferito non rivelare l’identità della persona in questione, definendola semplicemente “una fonte certa”.

Questa dichiarazione ha naturalmente riacceso l’attenzione sul caso, che rimane uno dei più controversi della cronaca nera italiana degli ultimi due decenni. Nonostante la condanna definitiva a 16 anni per Alberto Stasi, continua a resistere nella società civile, e ora anche in alcune voci mediatiche, il sospetto che qualcosa non sia stato approfondito a sufficienza o che alcuni dettagli siano stati trascurati.

Il ruolo dei media e le reazioni

Le affermazioni di Corona non hanno lasciato indifferente l’opinione pubblica. Mentre alcuni le considerano un tentativo sensazionalistico tipico del personaggio, altri vedono in questa uscita l’ennesimo segnale che il caso Garlasco non è del tutto chiuso, almeno sotto il profilo della verità sostanziale, al di là di quella processuale.

Va detto che Corona ha saputo nel tempo riqualificare la propria figura pubblica, passando da personaggio controverso a vero e proprio imprenditore dell’informazione non convenzionale, utilizzando i social e i propri format per proporre versioni alternative dei fatti rispetto a quelle ufficiali.

La sua discesa in campo nel caso Garlasco non fa eccezione. Con la sua presenza davanti alla Procura e le sue affermazioni forti, Corona sembra voler riaprire il dibattito e sfidare la narrativa consolidata intorno alla colpevolezza di Stasi. Se ciò avrà conseguenze sul piano giudiziario è tutto da vedere, ma sul piano mediatico l’attenzione è tornata alta, e il nome di Garlasco torna a campeggiare sui titoli dei giornali.

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