Possibile svolta nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nell’agosto del 2007. Dopo anni di processi, sentenze e polemiche, le indagini sembrano riprendere vigore con una nuova direzione: nel mirino degli inquirenti è finito Andrea Sempio, un nome già noto ma mai formalmente indagato fino ad ora. Questa mattina, all’alba, i Carabinieri hanno eseguito un blitz nella sua abitazione, portando via telefoni cellulari, computer e altri dispositivi elettronici per effettuare accertamenti tecnici approfonditi.

Andrea Sempio era considerato il miglior amico del fratello di Chiara, Marco Poggi. Il suo nome era già emerso nei primi anni d’indagine, ma era poi uscito rapidamente di scena. Ora, però, la Procura ha deciso di riaprire il fascicolo, disponendo nuove attività investigative che potrebbero cambiare il corso del caso.
Il blitz è stato eseguito dai Carabinieri del reparto investigativo, su mandato della Procura, nelle prime ore della mattinata. La notizia è stata diffusa inizialmente dai canali social del TG1, che hanno parlato di un’operazione delicata in corso presso la casa di Sempio, situata in provincia di Pavia. Oltre alla sua abitazione, i militari si sono recati anche presso la casa dei genitori del giovane e in quelle di due suoi amici stretti. Gli accertamenti puntano ad acquisire elementi utili all’indagine, in particolare cercando tracce digitali, messaggi, cronologie e altri dati che potrebbero far luce sui momenti precedenti e successivi al delitto.
Un dettaglio che ha suscitato particolare attenzione è la contemporanea perquisizione in un campo nei pressi di Tromello, una piccola località a pochi chilometri da Garlasco. Gli investigatori, muniti di strumenti per rilevare oggetti metallici e con l’aiuto di unità cinofile, stanno cercando quella che potrebbe essere l’arma del delitto: un attizzatoio appartenente alla famiglia Poggi. L’ipotesi, ancora tutta da verificare, è che l’oggetto possa essere stato gettato o nascosto in quell’area subito dopo l’omicidio.
Il caso di Chiara Poggi è uno dei più discussi della cronaca nera italiana degli ultimi vent’anni. La giovane fu trovata morta nella sua abitazione di via Pascoli, uccisa con violenza e lasciata in una pozza di sangue. Fin da subito le indagini si concentrarono su Alberto Stasi, all’epoca fidanzato di Chiara, poi condannato in via definitiva a 16 anni di carcere nel 2015, dopo una lunga serie di processi e appelli. Tuttavia, nel corso del tempo, numerose incongruenze, nuovi testimoni e analisi non effettuate in precedenza hanno mantenuto vivo il dibattito sull’effettiva dinamica dei fatti.
La figura di Andrea Sempio era stata segnalata da una consulenza di parte durante il processo a Stasi: dai tabulati telefonici, risultava che Sempio avrebbe effettuato alcune telefonate piuttosto sospette in quella fascia oraria cruciale, e che il suo DNA era stato rilevato su una spazzola della vittima. Tuttavia, questi elementi non erano stati ritenuti sufficienti per aprire un nuovo filone investigativo. Ora, invece, con la riapertura del caso, quei vecchi dettagli tornano al centro dell’attenzione degli inquirenti.
Secondo alcune indiscrezioni trapelate dagli ambienti investigativi, i Carabinieri stanno vagliando anche i rapporti interpersonali tra Sempio e la famiglia Poggi, cercando di ricostruire eventuali motivazioni, dinamiche di conflitto o segreti taciuti per anni. L’obiettivo è comprendere se vi possano essere elementi finora sottovalutati o collegamenti che avrebbero potuto indirizzare l’inchiesta in un’altra direzione già in passato.
Al momento, Andrea Sempio non è stato arrestato, ma risulta formalmente iscritto nel registro degli indagati per omicidio. La sua posizione è al vaglio della magistratura, che nelle prossime settimane valuterà i risultati delle perizie tecniche sui dispositivi sequestrati e le eventuali corrispondenze con quanto già noto nel fascicolo del caso.
L’intera comunità di Garlasco osserva con rinnovata attenzione gli sviluppi, nella speranza che, a distanza di quasi vent’anni, si possa finalmente giungere a una verità definitiva su quanto accaduto quel tragico giorno. I genitori di Chiara, che in passato hanno più volte espresso dubbi sull’iter processuale e sulla condanna di Stasi, non hanno ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma fonti vicine alla famiglia parlano di “cauto ottimismo” rispetto alla possibilità che emerga finalmente una verità più chiara.
Le indagini sono ancora in corso, e la Procura mantiene il massimo riserbo, ma l’attenzione mediatica e pubblica resta altissima. Il caso Poggi potrebbe essere ben lontano dalla sua conclusione definitiva.