Chiara Pennuti: il coraggio di una vita tra scienza, malattia e solidarietà
Chiara Pennuti, ingegnere aerospaziale di 27 anni, ha vissuto un’esistenza intensa, piena di significato, nonostante la brevità del suo percorso terreno. Colpita da un sarcoma sinoviale, una rara e aggressiva forma di tumore, Chiara ha scelto di non subire la malattia, ma di affrontarla con determinazione, dando voce non solo alla propria esperienza, ma anche a quella di tanti altri. La sua vita è diventata un esempio di come la sofferenza, se vissuta con consapevolezza e generosità, possa diventare un potente strumento di comunicazione, empatia e cambiamento sociale.
Laureata in ingegneria aerospaziale, Chiara aveva davanti a sé un futuro brillante nel mondo della scienza. Tuttavia, la diagnosi arrivata nel 2020 ha cambiato radicalmente il suo cammino. Lungi dal lasciarsi travolgere, ha deciso di trasformare quel momento drammatico in un’opportunità per fare la differenza. È così che è nato il suo progetto più noto: il podcast “Una Zebra in Corsia”. In questo spazio digitale ha raccontato le storie di medici, infermieri, pazienti, ma anche le emozioni, i dubbi e le speranze di chi si trova ad affrontare il sistema sanitario da una prospettiva tanto fragile quanto lucida.
Il podcast non è stato solo un canale di denuncia o testimonianza, ma un vero e proprio atto d’amore verso il prossimo. Chiara ha saputo costruire una comunità che si è riconosciuta nei suoi racconti, trovando conforto e ispirazione. Il suo modo di comunicare, sempre diretto ma mai privo di delicatezza, ha avuto un impatto profondo, contribuendo a umanizzare il dibattito sulla malattia e sulla cura.
Ma Chiara non si è fermata qui. Parallelamente al suo impegno nella divulgazione sanitaria, ha scelto di prendere posizione su temi etici e civili di grande rilevanza. Ha collaborato con l’associazione Luca Coscioni, impegnandosi in prima linea per la tutela del diritto all’autodeterminazione e, in particolare, al suicidio medicalmente assistito. Una battaglia delicata e controversa, che Chiara ha affrontato con la lucidità di chi conosce a fondo il dolore, ma anche con la determinazione di chi non rinuncia alla dignità, neppure nei momenti più difficili.
Al tempo stesso, ha portato avanti attività con l’associazione Minerva, dedicata alla divulgazione scientifica. Questo ulteriore tassello del suo impegno testimonia il forte senso civico che ha guidato ogni sua scelta. Anche in un periodo in cui avrebbe potuto legittimamente pensare solo a se stessa, Chiara ha voluto restituire qualcosa alla società, contribuendo con il proprio sapere e la propria voce al dibattito pubblico.
Oltre all’attivismo e alla scienza, Chiara era una ragazza con una grande voglia di vivere. Amava la montagna, il mare, l’avventura. Era una persona curiosa, sorridente, capace di affrontare anche le giornate più dure con un’ironia disarmante. I genitori la ricordano con emozione come una figlia speciale, dotata di una luce interiore che riusciva a trasmettere anche a chi le stava accanto. Amava ridere, ascoltare, connettersi profondamente con gli altri. Per molti, Chiara non è stata solo un’amica o una professionista appassionata, ma un faro di umanità in un mondo spesso distratto e distante.
La sua morte è avvenuta nella tranquillità della sua casa, accompagnata dall’affetto dei familiari e dalle cure domiciliari che le hanno garantito dignità e conforto fino alla fine. Il suo ultimo saluto si terrà all’ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì, il luogo dove tante delle sue battaglie hanno avuto inizio e dove, simbolicamente, si concluderà il suo viaggio terreno.
Ma Chiara non se ne va davvero. La sua voce continuerà a risuonare attraverso i suoi progetti, le sue parole, le sue scelte. La sua eredità è fatta di coraggio, empatia, amore per la scienza e per l’umanità. È l’eredità di chi non si è mai arreso, di chi ha guardato la sofferenza negli occhi e ha saputo trasformarla in forza. In un mondo che spesso teme la malattia e la morte, Chiara ha mostrato che si può vivere appieno anche quando il tempo è limitato, e che ogni momento può essere un’occasione per costruire ponti, generare consapevolezza, cambiare le cose.