👉 Putin propone negoziati diretti con Kiev: spiraglio di tregua nel conflitto Russia-Ucraina

Dopo mesi segnati da combattimenti incessanti e da un clima di crescente incertezza, uno spiraglio di speranza potrebbe finalmente aprirsi nel conflitto che da oltre tre anni oppone Russia e Ucraina. Nella notte di domenica, un annuncio inaspettato ha attirato l’attenzione della comunità internazionale: il presidente russo Vladimir Putin ha lanciato una proposta per l’avvio di negoziati diretti con Kiev. Un’apertura che potrebbe rappresentare una svolta significativa e tanto attesa nelle dinamiche di questa guerra logorante, accendendo nuove speranze per una possibile distensione.

Nel frattempo, la capitale ucraina è stata teatro di un importante vertice europeo. I leader di tre delle principali nazioni dell’Unione Europea — il presidente francese Emmanuel Macron, il primo ministro britannico Keir Starmer e il cancelliere tedesco Friedrich Merz — sono arrivati a Kiev per incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il premier polacco Donald Tusk. È la prima volta che Merz visita l’Ucraina da quando ha assunto la carica di cancelliere, e si tratta di un segnale forte della coesione e del sostegno europeo alla causa ucraina.

L’obiettivo dichiarato dell’incontro era quello di riaffermare il pieno appoggio dell’Europa all’Ucraina e, in linea con la posizione degli Stati Uniti, sollecitare la Russia a un cessate il fuoco immediato, completo e senza condizioni per almeno 30 giorni. Questa richiesta è stata presentata come un’azione necessaria per dare respiro alla popolazione civile e avviare un percorso concreto verso la pace.

Dalla parte russa, tuttavia, le condizioni poste per una eventuale tregua sono diverse. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che qualsiasi possibilità di accordo è subordinata alla cessazione della fornitura di armi a Kiev. In un’intervista concessa alla rete americana ABC, Peskov ha voluto precisare che l’Ucraina, e non Putin, sarebbe il vero ostacolo alla ripresa del dialogo. Ha infatti affermato che il presidente russo è pronto a tutto pur di trovare una soluzione pacifica e negoziata al conflitto.

Secondo Peskov, le minacce di nuove sanzioni da parte dell’Occidente non fanno che allungare i tempi e rendere più complesso il processo di pace. Ha sottolineato come la Russia sia ormai abituata a convivere con le misure restrittive e abbia sviluppato gli strumenti per attenuarne gli effetti. In tal senso, ha definito controproducenti le strategie basate su pressioni economiche e ultimatum.

La proposta concreta è arrivata poche ore dopo questi scambi diplomatici. Putin ha annunciato ufficialmente la disponibilità della Russia ad avviare negoziati diretti con l’Ucraina a Istanbul, fissando la data per il 15 maggio. “Siamo pronti a colloqui senza precondizioni. Proponiamo di iniziare giovedì prossimo a Istanbul,” ha dichiarato il presidente russo, lasciando intendere che una trattativa seria e aperta possa finalmente partire.

Tuttavia, questa proposta giunge all’indomani di un ultimatum lanciato dall’Ucraina e dai suoi alleati europei, che avevano chiesto l’accettazione immediata di una tregua di 30 giorni, avvertendo che in caso contrario sarebbero state imposte nuove e pesanti sanzioni contro Mosca. Il presidente russo non ha fatto riferimento diretto a questa richiesta, ma ha criticato l’atteggiamento dei leader europei, accusandoli di trattare la Russia con arroganza e senza il necessario rispetto.

Putin ha inoltre evidenziato che la questione del cessate il fuoco non può essere affrontata isolatamente, ma deve essere parte integrante di una discussione più ampia e strutturata sul futuro delle relazioni tra i due Paesi e sulla fine del conflitto. Secondo lui, solo un dialogo aperto e bilaterale, privo di condizioni imposte dall’esterno, potrà portare a una tregua duratura e al ripristino della stabilità.

Infine, il capo del Cremlino non ha escluso che durante questi eventuali negoziati si possa giungere a un nuovo accordo di cessate il fuoco. Un accordo autentico, ha sottolineato, che dovrà essere rispettato da entrambe le parti, non solo dalla Russia ma anche dall’Ucraina. Questo rappresenterebbe il primo passo verso una pace reale, stabile e sostenibile nel tempo.

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