Nel giorno della sua prima uscita pubblica da Pontefice, Papa Leone XIV ha scelto un approccio discreto ma carico di significato simbolico e spirituale. Il suo primo gesto ufficiale non è stato rivolto ai riflettori dei media o alle grandi folle, ma a un luogo di profonda devozione: il santuario della Madonna del Buon Consiglio, situato nel borgo di Genazzano, tra Roma e Frosinone. Un pellegrinaggio silenzioso e raccolto, che ha dato il tono al nuovo pontificato: un cammino segnato dall’umiltà, dalla preghiera e dalla continuità con chi lo ha preceduto.
Indossando la tradizionale talare bianca e lo zucchetto, Papa Leone XIV è arrivato a Genazzano nel primo pomeriggio di sabato, a bordo di un van scuro scortato dalla gendarmeria vaticana. Ad accoglierlo, una folla discreta ma emozionata, che si è radunata all’ingresso del santuario per vedere da vicino il nuovo Papa. Dopo un breve saluto, Leone XIV è entrato nella basilica, dove si è raccolto in preghiera davanti all’immagine della Madonna, patrona dei momenti difficili e delle decisioni importanti.
Questo gesto, già di per sé carico di significato, è stato seguito da un altro momento altrettanto toccante e simbolico. Al termine della visita a Genazzano, il Pontefice è rientrato a Roma e ha fatto tappa nella basilica di Santa Maria Maggiore, uno dei luoghi di culto più cari alla tradizione papale. Erano circa le 19:00 di sabato 10 maggio quando Leone XIV ha varcato in silenzio l’ingresso principale, poco dopo la chiusura ufficiale della basilica. Nonostante l’orario, numerosi fedeli erano ancora presenti nei dintorni per onorare la memoria di Papa Francesco, recentemente scomparso.
All’interno, il Santo Padre si è diretto con passo lento e rispettoso verso la tomba del suo predecessore. Davanti al sepolcro, inciso con la semplice ma potente scritta “Franciscus”, Papa Leone XIV si è inginocchiato in raccoglimento. Tra le mani teneva una rosa bianca, simbolo di purezza e gratitudine. L’ha deposta con delicatezza sulla tomba, in un gesto che ha commosso profondamente i presenti. Nessun discorso, nessuna parola, solo il silenzio e la preghiera. Un momento di intensa spiritualità che ha saputo parlare più di mille parole.
Il nuovo Pontefice è rimasto lì per circa mezz’ora, assorto nella meditazione e nella preghiera personale. L’atmosfera nella basilica era intrisa di una sacralità palpabile, rafforzata dai canti spontanei in italiano e spagnolo che si alzavano da alcuni gruppi di fedeli. Prima di congedarsi, Papa Leone XIV ha voluto salutare alcune persone che erano riuscite ad avvicinarsi al cordone di sicurezza: un gruppo di suore, alcune madri con i loro bambini. Con gesti semplici – una stretta di mano, uno sguardo, un sorriso – il Pontefice ha dato un segnale forte di prossimità e attenzione ai più piccoli e agli umili.
La giornata del Santo Padre era iniziata con un incontro riservato con i cardinali ancora presenti a Roma dopo la conclusione del conclave. In quell’occasione, Leone XIV ha spiegato la ragione della sua scelta del nome pontificale, richiamando la figura di Papa Leone XIII. Un nome carico di significato storico e sociale, associato alle prime grandi aperture della Chiesa verso il mondo moderno e le questioni sociali. Leone XIV ha sottolineato il desiderio di raccogliere quell’eredità e declinarla nel contesto odierno, caratterizzato da nuove sfide, prima fra tutte l’emergere dell’intelligenza artificiale e il suo impatto sulla dignità umana.
La prima giornata da Papa di Leone XIV si è dunque articolata in gesti semplici ma potenti, che hanno saputo comunicare una visione precisa del suo pontificato: un cammino spirituale radicato nella tradizione, ma allo stesso tempo aperto ai segni dei tempi. Nessuna ostentazione, nessuna spettacolarizzazione: solo la forza della fede, della preghiera e della memoria condivisa. In questo modo, Papa Leone XIV ha saputo gettare le fondamenta di un pontificato che promette di essere profondamente umano, vicino alla gente e capace di parlare al cuore di credenti e non credenti.