Guerra Russia-Ucraina: Putin annuncia tregua di 3 giorni, Kiev e Trump chiedono pace reale

Guerra Russia-Ucraina: Putin annuncia una tregua di tre giorni, ma Kiev replica duramente

Il conflitto tra Russia e Ucraina continua a occupare il centro della scena geopolitica mondiale, con implicazioni che si estendono ben oltre i confini europei. Mentre i combattimenti proseguono senza sosta, cresce la pressione internazionale per trovare una soluzione diplomatica che ponga fine alla devastante guerra. In questo contesto, una nuova dichiarazione del presidente russo Vladimir Putin introduce un elemento di novità: un cessate il fuoco di tre giorni.

Putin annuncia una tregua: i dettagli

In occasione dell’80° anniversario del Giorno della Vittoria, Vladimir Putin ha ordinato una tregua temporanea. Secondo quanto comunicato attraverso il canale ufficiale Telegram del Cremlino, il cessate il fuoco avrà inizio alla mezzanotte tra il 7 e l’8 maggio e si concluderà alla mezzanotte tra il 10 e l’11 maggio.

La motivazione ufficiale fornita dalla Federazione Russa fa riferimento a “ragioni umanitarie” e al desiderio di onorare le celebrazioni commemorative. Tuttavia, Mosca ha sottolineato che si aspetta pieno rispetto della tregua anche da parte ucraina. In caso contrario, le Forze Armate russe si riservano il diritto di rispondere con misure adeguate. Inoltre, la Russia ha ribadito la propria disponibilità a riprendere i negoziati di pace senza condizioni preliminari, con l’obiettivo di affrontare le cause profonde della crisi ucraina e promuovere una cooperazione costruttiva con la comunità internazionale.

La replica immediata di Kiev

Non si è fatta attendere la reazione dell’Ucraina. Il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha, ha risposto con fermezza: “Se la Russia vuole davvero la pace, deve cessare il fuoco immediatamente, non aspettare fino all’8 maggio. Se è possibile cessare il fuoco per tre giorni, allora dovrebbe essere possibile farlo subito, e magari estenderlo per trenta giorni, rendendolo reale e non solo simbolico per una parata.”

La dichiarazione di Sybiha riflette la diffidenza ucraina nei confronti delle intenzioni russe, soprattutto alla luce delle precedenti esperienze. Durante le festività pasquali, infatti, la Russia aveva annunciato una tregua di 30 ore, che tuttavia era stata rapidamente violata dalle proprie forze armate. Nonostante l’impegno formale a sospendere temporaneamente le ostilità, le truppe russe avevano proseguito con attacchi sul campo, minando ulteriormente la credibilità degli impegni presi da Mosca.

Questo precedente ha alimentato forti dubbi sulla reale volontà della Russia di rispettare gli accordi di cessate il fuoco, contribuendo a un clima di crescente incertezza e tensione, sia sul terreno che nelle sedi diplomatiche internazionali.

Trump e il richiamo al cessate il fuoco permanente

Anche dagli Stati Uniti arrivano segnali di intervento diplomatico. Secondo quanto riferito dalla portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, il presidente americano Donald Trump si è detto intenzionato a promuovere un cessate il fuoco permanente tra Russia e Ucraina.

Leavitt ha evidenziato come Trump sia sempre più deluso dal comportamento sia di Vladimir Putin che di Volodymyr Zelensky, ritenendo entrambi responsabili del protrarsi delle ostilità. L’ex presidente degli Stati Uniti ha ribadito la necessità che i due leader si siedano urgentemente al tavolo delle trattative per mettere fine alla guerra e ristabilire la pace.

Questo invito da parte di Trump sottolinea l’urgenza percepita da molte parti della comunità internazionale nel trovare una soluzione duratura al conflitto, che da troppo tempo genera sofferenze umane, instabilità economica e tensioni geopolitiche globali.

Conclusioni: tregua simbolica o reale apertura alla pace?

La proposta di una tregua di tre giorni da parte di Putin rappresenta un gesto simbolico carico di significato, ma appare insufficiente agli occhi di Kiev e della comunità internazionale. La richiesta dell’Ucraina di un cessate il fuoco immediato, duraturo e concreto riflette il desiderio di una vera pace e non di semplici sospensioni temporanee dei combattimenti.

Nel frattempo, resta da vedere se il dialogo potrà effettivamente riprendere su basi solide e sincere, o se la guerra continuerà a infiammare l’Europa orientale, con conseguenze sempre più difficili da contenere. Gli occhi del mondo restano puntati su Mosca, Kiev e Washington, nella speranza che la diplomazia riesca finalmente a prevalere sulla logica delle armi.

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