Omicidio di Ilaria Sula: nuovi sospetti sulla madre di Mark Samson scuotono l’indagine

Le indagini sull’omicidio di Ilaria Sula continuano a far emergere dettagli inquietanti e scenari sempre più intricati, mettendo sotto la lente d’ingrandimento non solo Mark Samson, reo confesso, ma anche sua madre, Nors Manlapaz. Nonostante il giovane di 23 anni abbia ammesso le proprie responsabilità, sostenendo di aver agito da solo, gli inquirenti faticano a credere alla sua versione. Le autorità, infatti, sembrano convinte che ci siano altri elementi coinvolti, e la posizione della madre appare sempre più centrale in questo drammatico episodio.

Un tassello fondamentale dell’indagine è rappresentato dall’analisi dei tabulati telefonici di entrambi i genitori di Mark, ovvero Nors Manlapaz e Rik Samson. Dalle prime verifiche, è emerso che la donna si trovava effettivamente in casa la sera dell’aggressione. Questa informazione è stata confermata dallo stesso Mark nel corso dell’interrogatorio con la polizia. Un elemento che cambia radicalmente la prospettiva degli investigatori e apre a nuovi sospetti sul coinvolgimento della madre, diretti o indiretti, nella vicenda.

Il contesto familiare non aiuta a dissipare i dubbi. Secondo quanto riferito, Nors Manlapaz non approvava la relazione tra il figlio e Ilaria. Riteneva che la ragazza fosse un’influenza negativa, capace di distogliere Mark dai suoi doveri universitari. La madre avrebbe addirittura espresso il desiderio che Ilaria non entrasse più in casa. Questa ostilità, manifestata apertamente, suggerisce un possibile movente psicologico che potrebbe aver avuto un ruolo cruciale nel tragico epilogo della vicenda.

Anche la posizione del padre, Rik Samson, appare contraddittoria. Inizialmente, l’uomo aveva dichiarato di non essere presente in casa la notte del 25 marzo. Tuttavia, in seguito ha modificato la sua versione, ammettendo di essere rientrato con la moglie e di sapere che Ilaria si trovava nell’abitazione. Nonostante ciò, entrambi i genitori hanno sostenuto di non aver udito urla, lamenti o rumori provenire dalla stanza del figlio. Una versione che appare poco credibile agli occhi degli inquirenti, considerata la gravità dell’aggressione.

Nel frattempo, la Procura di Roma sta valutando l’ipotesi di iscrivere Nors Manlapaz nel registro degli indagati con l’accusa di concorso nell’occultamento di cadavere. Sebbene Mark abbia confessato di aver ucciso Ilaria da solo, il comportamento della madre dopo il fatto ha sollevato molte perplessità. Gli inquirenti non escludono che la donna, pur non avendo preso parte attivamente al delitto, possa aver aiutato il figlio a ripulire la scena e nascondere le tracce del crimine.

Nel pomeriggio di lunedì 7 aprile, la stessa giornata in cui si sono svolti i funerali di Ilaria, Nors è stata convocata per un nuovo interrogatorio presso la questura. In precedenza era stata ascoltata solo come persona informata sui fatti, ma le nuove evidenze richiedono un approfondimento del suo ruolo. L’appartamento di via Homs, dove si è consumato il femminicidio, è anche il suo domicilio, un dettaglio che rende impossibile escludere una sua consapevolezza, se non addirittura complicità.

Gli investigatori ipotizzano che la madre, sentendo le grida, sia entrata nella stanza e abbia trovato Ilaria già priva di vita. In tal caso, avrebbe potuto decidere di aiutare il figlio a gestire le conseguenze, ripulendo l’ambiente o nascondendo eventuali prove. Tuttavia, qualora si dimostrasse che Ilaria fosse ancora viva al momento dell’intervento della madre, la posizione di Nors Manlapaz si aggraverebbe ulteriormente, portando a un’accusa ben più pesante: concorso in omicidio.

L’esito dell’autopsia, sebbene non in grado di indicare con precisione l’ora della morte, potrebbe rivelare se vi fossero ancora possibilità di salvezza per la vittima. Tale elemento sarebbe cruciale per stabilire il grado di responsabilità di Nors, e potrebbe rappresentare un punto di svolta nell’intera indagine.

Mark, dal canto suo, ha preferito non rispondere a molte delle domande degli inquirenti, soprattutto quelle relative ai genitori. Un atteggiamento che alimenta ulteriori sospetti sulla dinamica dei fatti e su eventuali pressioni familiari. La procura intende fare piena luce su ogni dettaglio, poiché la verità, in questa dolorosa vicenda, appare ancora lontana dall’essere completamente svelata.

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