Luciana Littizzetto sotto accusa: polemica per le frasi sui militari italiani, scatta la denuncia

Luciana Littizzetto nella bufera: polemiche per le frasi sui militari italiani, scatta la denuncia

Luciana Littizzetto, celebre comica e co-conduttrice di “Che Tempo Che Fa”, è finita nuovamente al centro di accese polemiche a seguito di alcune affermazioni pronunciate durante la puntata del 9 marzo 2025. Oggetto della contestazione sono state le sue battute ironiche rivolte al contesto militare italiano, che hanno provocato reazioni dure da parte di esponenti delle Forze Armate, tra cui il tenente dell’esercito Pasquale Trabucco.

Nel corso del suo tradizionale monologo, Littizzetto ha commentato con sarcasmo la proposta della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen di creare un esercito europeo. Rivolgendosi direttamente alla politica tedesca, la comica ha detto:

“Ursula, sei sicura? Noi italiani non siamo portati per la guerra… facciamo cag*** a combattere”.

Una frase che, sebbene pronunciata in chiave umoristica, ha toccato un nervo scoperto. L’affermazione, infatti, è stata ritenuta da molti offensiva nei confronti dei militari italiani, in particolare da chi ha servito o serve nelle Forze Armate con dedizione e spirito di sacrificio.

A peggiorare la situazione, durante il medesimo intervento, Littizzetto ha mostrato una foto del generale Roberto Vannacci con la camicia sbottonata, presentandolo come rappresentativo dei “nostri vertici militari”. Anche questo gesto ha generato sdegno tra molti spettatori, interpretato come una derisione nei confronti della struttura gerarchica dell’esercito.

La reazione più forte è arrivata dal tenente Pasquale Trabucco, ufficiale dell’esercito e presidente del Comitato per il 4 Novembre, giornata dedicata all’Unità Nazionale e alle Forze Armate. Trabucco ha deciso di intraprendere un’azione legale contro la comica, depositando una denuncia formale presso il Tribunale di Milano.

In una nota ufficiale, Trabucco ha dichiarato:

“Ci sono valori che non si toccano, come l’onore e la memoria dei nostri soldati. Questo gesto ha un valore simbolico: intendo rendere omaggio a chi ha dato la vita per il nostro Paese e difendere l’immagine delle Forze Armate. Se ci fossero scuse pubbliche, potrei considerare di ritirare la querela”.

L’iniziativa di Trabucco ha trovato sostegno anche da parte dell’Osservatorio Nazionale Amianto, rappresentato dall’avvocato Ezio Bonanni. Quest’ultimo ha ricordato il valore dei militari italiani, sottolineando come in diverse occasioni storiche si siano distinti per coraggio e abnegazione, anche in contesti estremamente difficili.

Bonanni ha citato in particolare l’esempio della campagna di Russia durante la Seconda Guerra Mondiale, con riferimento all’eccidio di Nikolajevska, un evento tragico poco conosciuto ma emblematico del sacrificio dei soldati italiani. Ha poi aggiunto:

“Non possiamo accettare affermazioni che sminuiscono il valore di chi ha servito il Paese con onore. Le battute della Littizzetto sono fuori luogo e mancano di rispetto non solo ai militari attuali, ma anche a chi è caduto in guerra o ha subito gravi conseguenze, come l’esposizione all’amianto”.

Oltre all’aspetto legale, la vicenda ha sollevato anche un dibattito più ampio sul rapporto tra satira e rispetto per le istituzioni. Da un lato, molti difendono la libertà di espressione e il diritto all’ironia, specie quando esercitata da figure comiche. Dall’altro lato, si solleva la necessità di porre dei limiti quando si toccano temi delicati come la memoria storica, l’identità nazionale e il sacrificio umano.

Le istituzioni al momento non si sono espresse ufficialmente sull’episodio, ma diversi utenti sui social hanno chiesto un intervento, sia per chiarire le responsabilità, sia per avviare un confronto costruttivo su questi temi.

In attesa di sviluppi giudiziari e di eventuali scuse pubbliche da parte della comica, la polemica sembra destinata a proseguire, dividendo l’opinione pubblica tra chi considera le parole della Littizzetto una semplice provocazione comica e chi, invece, le giudica una grave mancanza di rispetto.

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