Cresce la pressione politica su Daniela Santanchè: verso le dimissioni?
La situazione politica intorno alla ministra del Turismo, Daniela Santanchè, si fa sempre più incandescente. Nonostante la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni sia stata respinta dalla Camera con 206 voti contrari, 134 favorevoli e un solo astenuto, la ministra ha lasciato aperta la possibilità di dimettersi.
Le dichiarazioni in Aula: la possibile decisione dopo l’udienza preliminare
Durante il suo intervento in Parlamento, Santanchè ha dichiarato che prenderà una decisione definitiva in occasione della prossima udienza preliminare, attesa nelle prossime settimane. Nel caso in cui il giudice decidesse per un rinvio a giudizio, la ministra valuterà attentamente la possibilità di lasciare l’incarico.
“Farò una riflessione per poter anche valutare le mie dimissioni”, ha affermato di fronte ai parlamentari, scatenando reazioni contrastanti. Da un lato, ha ricevuto il sostegno dei suoi colleghi di Fratelli d’Italia con applausi e manifestazioni di solidarietà; dall’altro, le forze di opposizione hanno espresso dure critiche e chiesto un passo indietro immediato.
La difesa di Santanchè: “Non intendo scappare”
Nonostante le pressioni politiche e mediatiche, Santanchè ha ribadito con fermezza la sua volontà di affrontare il processo, dichiarando di voler difendersi nelle sedi giudiziarie opportune.
“Non intendo scappare. Intendo difendermi nel processo, nelle sedi giudiziarie”, ha affermato con decisione.
Nel suo discorso, la ministra ha anche rivelato le difficoltà personali che sta vivendo, lasciandosi andare a una confessione toccante:
“Ci vuole una grande forza per non impazzire, per continuare questa battaglia. Ma questa forza mi viene data da una cosa in cui voi credete poco: la mia famiglia”.
Secondo Santanchè, la situazione che sta affrontando rappresenta una prova molto dura, ma proprio dalla sofferenza trae la determinazione per andare avanti nella sua battaglia politica e legale.
Le accuse contro la ministra: il caso Visibilia e le indagini in corso
Le indagini che coinvolgono Daniela Santanchè riguardano principalmente la gestione della società editoriale Visibilia, di cui è stata amministratrice e presidente per anni. Tra le accuse più pesanti vi è quella di falso in bilancio, con presunte irregolarità nei conti aziendali tra il 2016 e il 2022. Secondo le indagini, tali manovre avrebbero permesso di occultare perdite milionarie per mantenere in vita il gruppo, ingannando così gli investitori.
L’inchiesta, avviata nel 2022 a seguito di un esposto presentato da alcuni piccoli azionisti, ha messo in luce diverse operazioni finanziarie sospette, tra cui la registrazione di valori patrimoniali gonfiati e la mancata svalutazione di alcune voci di bilancio.
Oltre a ciò, la ministra è anche indagata per truffa aggravata ai danni dell’INPS in relazione alla cassa integrazione concessa a Visibilia durante il periodo della pandemia da Covid-19. La Cassazione ha stabilito che il processo si terrà a Milano, con la prima udienza già fissata per il 26 marzo.
A questi procedimenti si aggiungono altre questioni giudiziarie che lambiscono il nome di Santanchè, tra cui la bancarotta della Ki Group srl, società operante nel settore del bio-food, e il caso Negma, un fondo finanziario con sede negli Emirati Arabi e nelle British Virgin Islands.
Quali saranno le prossime mosse di Santanchè?
Nonostante il governo abbia deciso di proteggere la ministra, respingendo la mozione di sfiducia, la sua posizione rimane incerta.
“Farò questa valutazione da sola, con me stessa, senza pressioni, costrizioni o ricatti”, ha dichiarato, sottolineando che ogni decisione verrà presa nel rispetto della presidente del Consiglio, della maggioranza e del suo partito.
L’eventualità delle dimissioni non è quindi esclusa, ma tutto dipenderà dagli sviluppi della prossima udienza preliminare. Se venisse confermato il rinvio a giudizio, la pressione politica potrebbe diventare insostenibile, inducendola a lasciare l’incarico per non mettere in difficoltà il governo guidato da Giorgia Meloni.
Nel frattempo, il caso divide profondamente l’opinione pubblica e la politica italiana. Mentre i suoi sostenitori parlano di “persecuzione giudiziaria”, le opposizioni insistono sulla necessità di trasparenza e responsabilità, chiedendo che la ministra faccia un passo indietro.
Le prossime settimane saranno decisive per capire il destino politico di Daniela Santanchè e se deciderà di dimettersi dal suo ruolo nel governo.