Tragica morte della piccola Giulia ad Acerra: troppi dubbi sulla dinamica dell’attacco del Pitbull
La tragica morte della piccola Giulia, una bambina di soli 9 mesi sbranata dal cane di famiglia ad Acerra, continua a sollevare numerosi interrogativi. Finora, infatti, non sono state trovate tracce organiche della bimba sul Pitbull, chiamato Tyson, elemento che complica ulteriormente la ricostruzione dell’accaduto.

Le dichiarazioni dei nonni materni: “Gli avevamo detto di togliere quel cane dall’appartamento”
Uno degli aspetti più drammatici di questa vicenda riguarda il dolore e la rabbia dei nonni materni della piccola Giulia. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, hanno espresso il loro dolore per una tragedia che, a loro dire, si sarebbe potuta evitare:
“Questo dramma non si cancellerà mai dalla vita di tutti noi. Gli abbiamo detto centinaia di volte di togliere quel cane dall’appartamento.”
Le loro parole sottolineano il fatto che la presenza del Pitbull in casa era già fonte di preoccupazione, ma il padre della bimba non aveva mai dato ascolto alle loro richieste.
Il padre sotto indagine: i dubbi sulla sua versione dei fatti
A rendere ancora più inquietante il caso è la posizione del padre di Giulia, attualmente indagato per omicidio colposo e omissione di soccorso. Le autorità stanno cercando di capire se l’uomo fosse effettivamente in casa al momento dell’aggressione o se la bambina sia caduta dal letto e poi attaccata dal cane, oppure se sia stata direttamente trascinata dall’animale.
Uno degli elementi chiave dell’indagine riguarda il test tossicologico effettuato sul padre, che ha rivelato la presenza di hashish nel suo organismo. Questo solleva ulteriori dubbi sulla sua lucidità e sulla sua capacità di intervenire tempestivamente per salvare la piccola.
Le incongruenze nelle dichiarazioni del padre
Il racconto fornito dal padre della bimba presenta diverse incongruenze. In un primo momento, l’uomo avrebbe dichiarato di essere stato attaccato da un cane randagio fuori casa. Successivamente, ha cambiato versione, affermando di aver trovato la figlia in una pozza di sangue dopo essere stata sbranata dal cane di famiglia.
Un altro dettaglio che non convince gli inquirenti è che il 25enne non avrebbe né sentito le urla della bambina, né il cane abbaiare o ringhiare mentre la piccola veniva attaccata. Questo particolare appare strano, considerando che solitamente un’aggressione da parte di un cane, specialmente di un Pitbull, sarebbe accompagnata da forti rumori e richiami.
Il Pitbull e il secondo cane della famiglia sotto osservazione
Nel frattempo, il Pitbull Tyson e l’altro cane di famiglia sono stati affidati all’ASL Napoli 2, dove sono stati sottoposti a osservazione. Secondo i primi report veterinari, non sarebbero stati rilevati segni di aggressività o comportamenti sospetti, il che rende ancora più misteriosa la dinamica dell’attacco.
Nonostante la mancanza di prove organiche sul cane, le indagini continuano per capire se il Pitbull abbia effettivamente aggredito la bambina o se dietro questa tragedia si nasconda un’altra verità ancora da scoprire. La magistratura sta vagliando ogni elemento, mentre la comunità di Acerra è sotto shock per un caso che lascia troppi interrogativi ancora aperti.