Israele-Hamas: Ultimatum di Netanyahu e il Rischio di una Nuova Escalation a Gaza

Hamas ha riaffermato il proprio impegno nei confronti dell’accordo di cessate il fuoco a Gaza, attribuendo a Israele la colpa delle difficoltà e dei ritardi nel processo di attuazione. Tuttavia, Israele ha dichiarato che continuerà a rispettare l’accordo solo se Hamas procederà alla liberazione del sesto gruppo di ostaggi prevista per sabato. In caso contrario, l’esercito israeliano (IDF) riprenderà le operazioni militari con maggiore intensità fino alla completa sconfitta di Hamas, come affermato dal primo ministro Benjamin Netanyahu.

L’ultimatum di Netanyahu sull’accordo Israele-Hamas

Il premier israeliano ha confermato che se Hamas non restituirà gli ostaggi entro sabato a mezzogiorno, il cessate il fuoco verrà sospeso e le IDF torneranno a combattere con forza fino all’eliminazione definitiva del gruppo armato. Secondo Netanyahu, la violazione dell’accordo da parte di Hamas giustifica la ripresa delle operazioni militari su larga scala nella Striscia di Gaza.

A seguito di questa dichiarazione, le forze di difesa israeliane hanno ricevuto l’ordine di intensificare la loro presenza lungo il confine e all’interno del territorio di Gaza, concentrando truppe in posizioni strategiche per un’eventuale ripresa degli scontri.

La posizione di Hamas e le accuse a Israele

Dal canto suo, Hamas continua a sottolineare il proprio impegno nel rispetto del cessate il fuoco e accusa Israele di essere responsabile delle difficoltà che hanno ostacolato la liberazione degli ostaggi.

“La minaccia di ripresa dei combattimenti complica la situazione e non è appropriata”, ha dichiarato un portavoce di Hamas. “Rispettare le condizioni dell’accordo è l’unico modo per garantire la liberazione di tutti gli ostaggi”.

Hamas sostiene che eventuali violazioni da parte di Israele possano compromettere gli sforzi diplomatici in corso e aumentare la tensione nella regione.

Le mosse di Israele in vista della scadenza

Secondo quanto riportato dal Times of Israel, l’IDF sta preparando diversi piani operativi nel caso in cui il cessate il fuoco fallisca. Il Comando meridionale ha già autorizzato operazioni mirate per rafforzare il controllo lungo il confine e lungo il Corridoio Filadelfia, una zona strategica tra Gaza ed Egitto.

Attualmente, la difesa dell’area è affidata alla 162ª Divisione e alla Divisione di Gaza, che dispongono di unità speciali pronte a intervenire rapidamente in caso di necessità. Alcuni rapporti indicano che Israele sta aumentando il livello di allerta e mobilitando ulteriori forze per essere preparato a qualsiasi scenario.

Pressioni politiche per un’azione decisa

All’interno del governo israeliano, si intensificano le pressioni per adottare una linea dura contro Hamas. Il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, ha chiesto a Netanyahu di rispondere con forza, sollecitando un’azione militare decisiva nel caso in cui tutti gli ostaggi non vengano liberati entro sabato.

Anche a livello internazionale, l’ultimatum ha suscitato reazioni. L’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha espresso scetticismo sulla capacità di Hamas di rispettare la scadenza e ha sostenuto la necessità di annullare il cessate il fuoco se la liberazione degli ostaggi non avverrà nei tempi stabiliti.

L’incertezza del futuro e il rischio di un nuovo conflitto

L’attuale situazione rimane estremamente delicata, con il rischio di una nuova escalation militare. La comunità internazionale segue con apprensione gli sviluppi, cercando di mediare tra le due parti per evitare un ritorno a scontri su vasta scala.

Al momento, le speranze di una risoluzione pacifica sembrano appese a un filo, con entrambe le parti ferme sulle proprie posizioni. Israele è determinato a non tollerare ulteriori ritardi nella liberazione degli ostaggi, mentre Hamas insiste nel voler portare avanti il cessate il fuoco, ma con condizioni che considera più eque.

Nei prossimi giorni, la situazione potrebbe evolversi rapidamente, e la comunità internazionale continuerà a lavorare per evitare un nuovo ciclo di violenza nella regione.

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