“Daniela Santanchè e la Mozione di Sfiducia: Governo in Crisi o Maggioranza Compatta?”

Daniela Santanchè e la Mozione di Sfiducia: Un Governo Diviso e un Futuro Incerto

La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, si è trovata nuovamente al centro del dibattito politico italiano. Nella giornata di lunedì 10 febbraio, la Camera dei Deputati ha discusso la mozione di sfiducia presentata nei suoi confronti da Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Alleanza Verdi e Sinistra. Le accuse riguardano il rinvio a giudizio per falso in bilancio nell’inchiesta Visibilia e la presunta truffa aggravata ai danni dell’INPS. Tuttavia, il voto sulla mozione è stato rinviato a data da destinarsi, mentre in Aula si è registrata una scarsa partecipazione da parte della maggioranza, lasciando presagire una situazione delicata per l’esecutivo.

Un’Aula Vuota e un Governo Diviso

Il dibattito in Aula ha evidenziato una fragilità politica all’interno della maggioranza. A Montecitorio, infatti, erano assenti quasi tutti gli esponenti di Forza Italia, mentre la Lega era rappresentata unicamente dalla viceministra all’Ambiente Vannia Gava. Presenti solo 11 deputati di Fratelli d’Italia e due ministri vicini alla premier Giorgia Meloni: Nello Musumeci e Luca Ciriani. Quest’ultimo, responsabile dei Rapporti con il Parlamento, ha dichiarato che la scarsa partecipazione non è sintomo di un isolamento della ministra Santanchè, ma ha comunque lasciato aperti interrogativi sull’effettivo sostegno della coalizione nei suoi confronti.

La Santanchè non è nuova a questo tipo di situazione: questa è la terza mozione di sfiducia nei suoi confronti dall’inizio del governo Meloni. La prima si era verificata nell’estate del 2023 in Senato, seguita da un’altra alla Camera nell’aprile del 2024. Entrambe erano state respinte e, secondo le dichiarazioni della maggioranza, anche questa volta l’esito sarebbe stato favorevole alla ministra.

A conferma di ciò, il ministro Ciriani ha dichiarato:
“Sarà la Conferenza dei capigruppo a decidere quando si voterà. Il governo, in questa vicenda, c’entra relativamente. Calendarizzare una mozione è una dinamica tutta parlamentare.”

Tuttavia, le assenze tra i banchi della maggioranza non sono passate inosservate e hanno alimentato speculazioni sulla solidità del sostegno politico a Santanchè.

Un’Aula Infuocata e il Silenzio della Ministra

Durante la discussione parlamentare, il clima è diventato incandescente. I deputati del Movimento 5 Stelle hanno espresso apertamente la loro indignazione, gridando più volte “Vergogna!” nei confronti della ministra, accusandola di non aver replicato come previsto dal regolamento della Camera.

A intervenire per sedare le tensioni è stato il vicepresidente di turno Fabio Rampelli, che ha sottolineato:
“Colleghi, per favore, scoprite forse oggi che ci si può prenotare per la replica anche nella seduta successiva?”

Questa strategia di silenzio da parte della ministra, sebbene tecnicamente consentita, ha amplificato ulteriormente le polemiche e ha sollevato dubbi sulla strategia comunicativa della maggioranza. La mancanza di un’immediata risposta ha lasciato spazio a interpretazioni contrastanti: per alcuni si tratta di una tattica per evitare uno scontro diretto, per altri è un segnale di debolezza.

Le Dure Accuse dell’Opposizione

Le reazioni da parte dell’opposizione non si sono fatte attendere. Carlo Calenda, leader di Azione, ha espresso una posizione critica nei confronti della ministra e dell’attuale gestione politica:

“Arriva in Aula la sfiducia alla Santanchè. La voteremo, perché crediamo che non possa essere ministra e che non avrebbe mai dovuto diventarlo. Eppure la sfiducia verrà respinta e il governo uscirà rafforzato dal voto del Parlamento, potendo respingere ogni richiesta di dimissioni presente e futura. Non è questo il modo di fare opposizione.”

Il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ha rincarato la dose, affermando che la Santanchè sembra essere stata già sfiduciata dalla sua stessa maggioranza, sottolineando un presunto isolamento politico e l’assenza di un reale sostegno da parte della premier Giorgia Meloni.

Ancora più duro il commento di Filiberto Zaratti, capogruppo di AVS nella commissione Affari costituzionali della Camera:
“La destra trasforma le questioni politiche fondamentali del Paese in una farsa, infanga la credibilità delle istituzioni, ma non può sempre fare la commedia dell’arte. All’opposizione fa i processi a tutti, ma quando è in maggioranza chiude gli occhi. Anche gli elettori della destra chiedono le dimissioni di Daniela Santanchè, che si impongono nonostante il suo ‘chissenefrega’!”

Anche Giuseppe Conte, ex premier e attuale leader del Movimento 5 Stelle, ha espresso il suo pensiero attraverso un video sui social, evidenziando come la ministra sia ormai rimasta sola, senza nemmeno l’appoggio della sua coalizione.

Un Governo in Bilico?

La vicenda della mozione di sfiducia contro Daniela Santanchè non è solo una questione personale, ma rappresenta un banco di prova per la tenuta dell’esecutivo Meloni. Se da un lato la maggioranza continua a sostenere ufficialmente la ministra, dall’altro le assenze in Aula e il clima di tensione dimostrano che qualcosa si sta incrinando.

L’attesa del voto finale mantiene aperti molti interrogativi: il governo riuscirà a superare l’ennesima prova senza subire contraccolpi? La Santanchè conserverà il suo ruolo o sarà costretta a fare un passo indietro? Le risposte arriveranno solo nei prossimi giorni, ma una cosa è certa: l’episodio ha messo in luce le fragilità interne alla maggioranza e ha acceso un dibattito che potrebbe avere conseguenze politiche rilevanti.

Related Posts