La tragica morte di Ramy Elgaml: ricostruzione e dubbi sull’incidente
Secondo le prime analisi contenute nei verbali della polizia municipale di Milano, relative all’incidente in cui ha perso la vita il 19enne Ramy Elgaml, emerge che lo scooter in fuga e l’auto dei carabinieri non si sono toccati. Dalle immagini esaminate, risulta che tra i due veicoli vi fosse dello spazio, seppur minimo, e che la perdita di controllo dello scooter non sia stata causata da un contatto diretto.
La dinamica dell’incidente
La tragedia si è consumata all’alba del 24 novembre, durante un inseguimento. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha descritto le immagini dei video come “un segnale brutto”, invitando però ad attendere l’esito delle indagini prima di trarre conclusioni definitive. Anche Franco Gabrielli, ex capo della polizia e ora consulente per la sicurezza, ha espresso critiche verso il modus operandi dell’inseguimento, sottolineando che “non è questa la modalità corretta per condurre un inseguimento, soprattutto considerando la presenza di una targa e un veicolo identificabile”.
Sul tema è intervenuto anche il vicepremier Matteo Salvini, il quale ha dichiarato: “Quando c’è la morte di un ragazzo, è sempre una sconfitta”, aggiungendo però che “l’ultima cosa utile sarebbe perseguire i carabinieri che hanno svolto il loro lavoro”. Nel frattempo, la procura ha avviato un’inchiesta per “omicidio stradale”, coinvolgendo il vicebrigadiere che era alla guida della pattuglia e Fares Bouzidi, il 22enne conducente del Tmax.
La prima ricostruzione tecnica
L’ipotesi iniziale di “omicidio volontario con dolo eventuale”, avanzata dai legali di Bouzidi, appare ora meno concreta. I video dell’inseguimento, inclusi quelli della dashcam installata sull’auto dei carabinieri, sono stati consegnati alla magistratura nei primi giorni dell’inchiesta, insieme alle comunicazioni radio.
Secondo la documentazione fornita, la morte di Ramy è stata analizzata in 40 fotogrammi, che riprendono gli ultimi dodici secondi della sua vita. Queste immagini, registrate da due diverse telecamere, sono state sottoposte a un’attenta analisi da parte degli investigatori del nucleo radiomobile della polizia locale. Dal “Fascicolo di ricostruzione dinamica” emerge che la Giulietta dei carabinieri stava inseguendo lo scooter a breve distanza, fino al momento della caduta.
Le immagini mostrano uno spazio, seppur minimo, tra i due veicoli. Alle 4:03 e 40 secondi, si nota Ramy perdere l’equilibrio e cadere. Il ragazzo, seduto dietro sullo scooter, indossava il casco, mentre l’amico alla guida lo ha perso durante l’inseguimento. Subito dopo, Ramy “scompare in prospettiva dietro la parte anteriore” della pattuglia. Successivamente, l’auto travolge un semaforo e lo scooter si schianta contro il cordolo.
Le indagini in corso
Questa prima ricostruzione tecnica sarà sottoposta a ulteriori verifiche attraverso una consulenza cinematica disposta dalla procura. Lo scopo è chiarire non solo la dinamica esatta dell’incidente, ma anche la velocità dei veicoli coinvolti. Gli investigatori stanno cercando di determinare se vi siano state altre cause che hanno contribuito alla tragedia, al di là delle evidenze già raccolte.
Un caso che divide l’opinione pubblica
La morte di Ramy Elgaml ha suscitato un acceso dibattito pubblico, dividendo le opinioni tra chi critica l’operato dei carabinieri e chi ritiene che l’intervento fosse necessario per garantire la sicurezza pubblica. Le parole di Franco Gabrielli hanno alimentato ulteriormente la discussione, spingendo a riflettere su come migliorare le procedure operative durante gli inseguimenti.
Anche Matteo Salvini ha sottolineato la complessità del caso, ribadendo la necessità di bilanciare la tutela della vita umana con l’esigenza di far rispettare la legge. “È fondamentale che vengano fatte tutte le verifiche del caso per accertare la verità, ma senza trasformare i carabinieri in capri espiatori”, ha dichiarato.
Le prossime tappe
Nei prossimi giorni, la procura continuerà a raccogliere elementi utili per chiarire i dettagli dell’incidente. Oltre alla consulenza cinematica, si attende il risultato delle perizie tecniche sui veicoli coinvolti. Solo dopo queste verifiche sarà possibile stabilire eventuali responsabilità penali.
La famiglia di Ramy, nel frattempo, chiede giustizia e trasparenza, appellandosi alle autorità per ottenere risposte chiare sulle circostanze che hanno portato alla tragica perdita del giovane.