Critiche a Tony Effe: Kekko dei Modà si schiera contro i testi misogini del trapper
Le polemiche legate al trapper italiano Tony Effe continuano a generare dibattiti nell’opinione pubblica e tra i protagonisti della musica italiana. In una recente intervista rilasciata a Repubblica, Kekko Silvestre, frontman dei Modà, ha espresso il proprio parere sui testi controversi del trapper, accusati di promuovere messaggi maschilisti e misogini. Senza mezzi termini, il cantante ha voluto mettere in luce la responsabilità che ogni artista ha nei confronti del proprio pubblico, soprattutto dei più giovani.
La critica di Kekko dei Modà a Tony Effe
La miccia della polemica si era accesa con la decisione del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, di escludere Tony Effe dal concerto di Capodanno al Circo Massimo. La motivazione? I testi delle sue canzoni, ritenuti inappropriati e irrispettosi verso le donne. Kekko dei Modà, intervenendo sulla questione, ha dichiarato:
“Non avrei invitato a Sanremo chi parla delle donne in modo sconsiderato. Non si tratta di colpevolizzare lui, ma della responsabilità di essere cantautore”.
Kekko ha raccontato un episodio che lo ha particolarmente colpito: sua figlia Gioia, di appena 13 anni, gli ha chiesto chiarimenti su alcune frasi volgari ascoltate in una canzone. Questo episodio, unito alla discussione avuta con una giovane fan di Tony Effe, ha spinto il cantante a riflettere sull’impatto che i testi delle canzoni possono avere sui ragazzi.
Un dialogo difficile: l’episodio in macchina
Durante un viaggio in macchina, Kekko si trovava con sua figlia Gioia e una sua amichetta, fan dichiarata di Tony Effe. L’episodio è emblematico delle preoccupazioni che molti genitori condividono:
“Chiedevo: cosa ti piace? Parla delle donne come se fossero cacche di cane sul marciapiede, vorresti essere considerata così?”.
La conversazione ha evidenziato il divario tra la percezione dei giovani e quella degli adulti riguardo ai messaggi veicolati dai testi delle canzoni. Per Kekko, questi contenuti rischiano di influenzare negativamente la mentalità delle nuove generazioni, trasmettendo l’idea che sia accettabile trattare le donne con disprezzo.
Responsabilità e messaggi nella musica
Kekko ha voluto precisare che la sua critica non si rivolge esclusivamente a Tony Effe, ma a un fenomeno più ampio che riguarda il mondo musicale. Secondo lui, essere un cantautore comporta una grande responsabilità, poiché le canzoni non sono semplicemente intrattenimento, ma strumenti che influenzano la cultura e il pensiero collettivo.
Ha sottolineato che il problema non risiede nell’uso delle parolacce, citando artisti come Ghali, che riescono a comunicare messaggi positivi anche utilizzando un linguaggio esplicito. La differenza, ha spiegato Kekko, sta nella profondità del messaggio:
“Vasco Rossi, ad esempio, usa le parole per far tremare il cuore. I suoi testi trasmettono emozioni autentiche, mentre troppi contenuti odierni sembrano giustificare la violenza e il disprezzo verso le donne”.
Un appello alla riflessione
La posizione di Kekko ha ricevuto ampi consensi, ma anche critiche da parte di chi ritiene che la musica trap rappresenti semplicemente una forma di ribellione giovanile. Tuttavia, il frontman dei Modà ha ribadito la necessità di educare i giovani a riconoscere il valore del rispetto e dell’uguaglianza.
Per lui, il compito degli artisti non è solo quello di intrattenere, ma anche di offrire un esempio positivo, soprattutto quando si rivolgono a un pubblico giovane e impressionabile. Ha concluso l’intervista con un appello a tutti i colleghi musicisti:
“Ogni parola che scriviamo ha un peso. Sta a noi scegliere se usarla per costruire o per distruggere”.
La musica come specchio della società
L’intervento di Kekko ha riportato l’attenzione su un tema che va oltre la musica: la responsabilità culturale di chi ha una piattaforma pubblica. In un’epoca in cui i giovani sono costantemente esposti a contenuti discutibili, diventa fondamentale promuovere valori positivi attraverso l’arte e la comunicazione.
Il caso di Tony Effe rappresenta solo la punta dell’iceberg di una questione più ampia che coinvolge non solo la musica, ma anche il cinema, i social media e tutte le forme di intrattenimento. L’obiettivo? Costruire una società in cui il rispetto e la dignità siano valori centrali, per tutti, ma soprattutto per le nuove generazioni.