Tragedia su via della Pisana: 42enne muore dopo tre giorni di agonia in ospedale
Roma è stata teatro di una tragedia che ha scosso profondamente l’opinione pubblica. Una donna di 42 anni, investita da uno scooter venerdì 26 settembre su via della Pisana, non ce l’ha fatta ed è deceduta tre giorni dopo, il 29 settembre, al Policlinico Gemelli. Nonostante gli sforzi disperati dei medici e un lungo calvario tra speranze e timori, le gravi lesioni riportate non le hanno lasciato scampo.
L’incidente si è verificato intorno alle 17, all’altezza del civico 178, in un tratto di strada molto trafficato della zona. La donna stava attraversando la carreggiata insieme alla figlia quattordicenne, che fortunatamente è rimasta illesa. Improvvisamente è sopraggiunto uno scooter, un modello elettrico Askoll, guidato da un uomo di 70 anni, che l’ha colpita in pieno. L’impatto è stato violento e immediatamente sono scattati i soccorsi.
Il conducente dello scooter è stato portato al vicino ospedale San Camillo: le sue condizioni non sono mai sembrate gravi, anche se anch’egli ha riportato ferite ed è rimasto sotto osservazione. La donna, invece, è stata subito trasportata in codice rosso all’Aurelia Hospital. Le sue condizioni critiche hanno imposto un trasferimento urgente al Policlinico Gemelli, dove è stata ricoverata nel reparto di terapia intensiva. Dopo tre giorni di agonia, il cuore della 42enne ha smesso di battere, lasciando nello sconforto la famiglia, i colleghi e l’intera comunità .
L’inchiesta e gli appelli dei familiari
Sulla dinamica dell’incidente indaga la Polizia Locale del XII Gruppo Monteverde. La procura di Roma ha già aperto un fascicolo per omicidio stradale, ipotizzando eventuali responsabilità da parte del conducente dello scooter. Ma la vicenda presenta ancora punti oscuri.
Secondo quanto riportato dai familiari della vittima, un Suv nero si sarebbe fermato poco prima per dare la precedenza alla donna e alla figlia che attraversavano. Subito dopo, però, lo scooter l’avrebbe centrata, mentre il Suv, che non avrebbe avuto responsabilità dirette nell’impatto, sarebbe ripartito senza lasciare traccia. I parenti hanno lanciato un appello sui social alla ricerca di testimoni oculari, chiedendo a chiunque avesse assistito alla scena di farsi avanti per fornire informazioni utili.
Le forze dell’ordine hanno posto sotto sequestro lo scooter, elemento chiave per la ricostruzione dell’accaduto. Gli investigatori stanno raccogliendo testimonianze e visionando eventuali immagini di telecamere presenti nella zona, per chiarire con precisione la sequenza degli eventi.
Chi era Alessia Corti
La vittima si chiamava Alessia Corti. Dal 2008 lavorava per Aeroporti di Roma come operatrice di sicurezza nell’area ADR Security. Residente nella zona Pisana, era conosciuta e apprezzata non solo dai colleghi, ma anche da chi aveva modo di incontrarla nella vita di tutti i giorni.
Chi la conosceva la descrive come una professionista scrupolosa, attenta ai dettagli e sempre pronta a dare una mano. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto enorme nell’ambiente lavorativo. Aeroporti di Roma ha voluto esprimere il proprio cordoglio con un comunicato ufficiale, annunciando che giovedì 2 ottobre verrà osservato un minuto di silenzio in sua memoria in tutti gli scali gestiti dalla società . Oltre al tributo simbolico, l’azienda ha promesso di fornire supporto concreto alla famiglia, in particolare alla figlia adolescente che ora si trova ad affrontare una perdita così devastante.
Il dramma delle vittime della strada
Il tragico destino di Alessia si inserisce in un quadro piĂą ampio e preoccupante. Roma, come molte altre grandi cittĂ italiane, continua a registrare un numero elevato di incidenti stradali, spesso con esiti mortali. Le arterie trafficate, le manovre imprudenti e la scarsa attenzione alla sicurezza dei pedoni rappresentano fattori di rischio costanti.
Ogni vittima porta con sé non solo il dolore delle famiglie coinvolte, ma anche l’urgenza di riflettere su cosa si possa fare per migliorare la viabilità urbana e ridurre il numero di tragedie simili. Campagne di sensibilizzazione, controlli più serrati, rispetto delle regole e investimenti in infrastrutture sicure sono strumenti indispensabili per evitare che episodi come questo si ripetano.
Un dolore che diventa monito
La morte di Alessia Corti ha lasciato una ferita profonda nella sua comunità e rappresenta l’ennesimo monito sulla fragilità della vita quando si è esposti ai rischi della strada. Una famiglia distrutta, una figlia adolescente rimasta senza madre, colleghi e amici che la ricordano con affetto: il dramma va oltre i numeri delle statistiche e si traduce in un dolore tangibile, che richiama tutti a una maggiore responsabilità .
La speranza della famiglia è che la verità emerga pienamente dalle indagini e che la giustizia faccia il suo corso. Nel frattempo, la memoria di Alessia continua a vivere nelle parole di chi l’ha conosciuta e negli sforzi di chi, anche solo per un attimo, vuole fermarsi a riflettere sull’importanza di fermarsi davanti alle strisce pedonali, di guidare con prudenza, di rispettare la vita altrui.
Roma piange una sua cittadina, e il suo ricordo si trasforma in un invito a cambiare, perché tragedie simili non abbiano più a ripetersi.