Terremoto di magnitudo 6.9 nelle Filippine: vittime, crolli e distruzione a Cebu e Bohol

Terremoto nelle Filippine: crolli, vittime e paura nelle comunità locali

Un violento terremoto ha colpito il cuore delle Filippine, provocando morte, distruzione e un profondo senso di smarrimento tra la popolazione. L’evento sismico, verificatosi nella serata di ieri, ha scosso con forza diverse province centrali, lasciando dietro di sé una scia di vittime, feriti e danni ingenti alle infrastrutture. A subire conseguenze particolarmente gravi è stato il Santuario Arcidiocesano di Santa Rosa de Lima, edificio storico e simbolo religioso di grande rilevanza, crollato parzialmente a causa della potenza della scossa.

La dinamica del sisma

Secondo i dati forniti dall’US Geological Survey, il terremoto, di magnitudo 6.9, si è verificato alle 22:11 ora locale, corrispondenti alle 16:11 in Italia. L’epicentro è stato localizzato nei pressi di Daanbantayan, sull’isola di Cebu, mentre l’ipocentro è stato registrato a circa 11 chilometri a est-sudest di Calape, nella provincia di Bohol. Quest’area conta oltre 30mila abitanti e, pur essendo abituata a fenomeni sismici di varia intensità, non si era mai trovata negli ultimi anni di fronte a una scossa di tale violenza.

Il sisma ha colpito improvvisamente, cogliendo di sorpresa le famiglie già rientrate nelle proprie abitazioni per la notte. Molti residenti sono scesi in strada in preda al panico, mentre gli edifici oscillavano e le linee elettriche cadevano a terra. La scossa principale è stata avvertita distintamente anche nelle province vicine, con segnalazioni arrivate dalle isole di Leyte e Biliran.

Allarme maree e rischio tsunami escluso

L’Ufficio filippino di sismologia ha segnalato variazioni minori del livello del mare, invitando la popolazione a mantenersi lontana dalle coste come misura precauzionale. Le autorità hanno chiarito tuttavia che non vi è alcun rischio di tsunami: non sono infatti state rilevate onde pericolose in grado di minacciare le comunità costiere. Una comunicazione immediata che ha contribuito a ridurre la paura, anche se l’allerta resta alta per eventuali scosse di assestamento.

Vittime e danni materiali

Le prime informazioni ufficiali diffuse dalle autorità locali confermano cinque vittime, anche se l’identità delle persone decedute non è stata resa nota. I soccorritori sono al lavoro per estrarre eventuali superstiti dalle macerie e per prestare aiuto ai feriti.

Il bilancio provvisorio dei danni materiali è molto pesante: numerosi edifici pubblici e privati risultano seriamente compromessi, diverse strade sono diventate impraticabili e la rete elettrica è collassata in varie zone. In molte località si registrano blackout diffusi, mentre la viabilità è ostacolata da detriti e crolli parziali di abitazioni.

Il crollo del Santuario di Santa Rosa de Lima

Tra i simboli più colpiti dal terremoto figura il Santuario Arcidiocesano di Santa Rosa de Lima, situato proprio a Daanbantayan. L’edificio, costruito secoli fa, rappresentava non solo un luogo di culto ma anche un punto di riferimento identitario per la comunità locale. Il crollo parziale della struttura ha provocato un dolore profondo nella popolazione, che si è raccolta in preghiera davanti alle rovine.

Le immagini diffuse sui social mostrano mura lesionate, volte crollate e macerie che ricoprono il suolo sacro. Per gli abitanti si tratta di una ferita non solo materiale ma anche spirituale, un colpo che amplifica il senso di vulnerabilità di fronte alla forza della natura.

La risposta delle autorità

Il governo filippino ha mobilitato immediatamente squadre di soccorso, vigili del fuoco, esercito e volontari della Croce Rossa locale. Sono stati allestiti centri di accoglienza per le famiglie costrette a lasciare le proprie case, mentre le autorità provinciali stanno coordinando gli interventi di emergenza.

Il presidente delle Filippine ha espresso cordoglio per le vittime e solidarietà alle comunità colpite, assicurando che il governo metterà a disposizione fondi straordinari per la ricostruzione. Organizzazioni internazionali e Ong presenti nella regione hanno già fatto sapere di essere pronte a fornire supporto umanitario.

Una terra fragile ma resiliente

Le Filippine si trovano lungo l’Anello di Fuoco del Pacifico, una delle aree più sismicamente attive al mondo. Negli ultimi decenni il Paese è stato più volte colpito da terremoti devastanti, che hanno lasciato ferite profonde ma hanno anche mostrato la straordinaria resilienza della popolazione. Ogni volta, infatti, le comunità colpite hanno saputo rialzarsi, ricostruendo lentamente case, scuole e chiese, e ritrovando la forza di andare avanti.

Il sisma di queste ore rappresenta dunque una nuova sfida, che si aggiunge a quelle già affrontate da un popolo abituato a convivere con i capricci della natura. La speranza è che l’immediata mobilitazione delle autorità e il sostegno internazionale possano ridurre l’impatto della tragedia e accelerare la fase di ricostruzione.

Conclusione

Mentre il bilancio delle vittime e dei danni è ancora in aggiornamento, il terremoto che ha colpito le Filippine resta un duro monito della fragilità umana di fronte alla potenza della terra. Le prossime ore saranno decisive per valutare la portata reale della catastrofe e per pianificare le operazioni di soccorso e ricostruzione. La speranza comune è che la solidarietà, tanto interna quanto internazionale, possa alleviare il dolore delle comunità colpite e trasformare la distruzione in un’opportunità di rinascita.

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