Matteo Salvini contestato ad Ascoli per Gaza: fischi, polemiche e risposte dure del leader della Lega

Matteo Salvini contestato ad Ascoli per Gaza: tensioni, risposte dure e polemiche politiche

Ad Ascoli Piceno, la tappa elettorale di Matteo Salvini si è trasformata in un vero e proprio teatro di contestazioni e scontri verbali. Il leader della Lega, arrivato per sostenere il candidato di centrodestra Francesco Acquaroli in vista delle elezioni regionali delle Marche del 28 e 29 settembre, è stato accolto da fischi, cori e striscioni critici. Al centro delle accuse, la posizione del governo italiano e, in particolare, dello stesso Salvini sul conflitto in corso a Gaza, tema che continua a polarizzare il dibattito politico e a suscitare forti reazioni tra i cittadini.

L’atmosfera al chiostro di San Francesco era elettrica fin dall’inizio. Gruppi di manifestanti hanno scandito slogan contro il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, accusandolo di un eccessivo allineamento alle posizioni israeliane e di un silenzio colpevole sulle vittime palestinesi. Uno striscione recitava: “Un minuto di silenzio per ogni morto a Gaza. Salvini taci per sempre”. Un altro ironizzava: “Scodinzoli per Netanyahu. Salvini bau bau bau”. Segni chiari di un malcontento che non ha risparmiato la scena pubblica.

Il leader leghista, visibilmente infastidito, ha dapprima reagito rivolgendosi alle forze dell’ordine presenti, chiedendo spiegazioni sul perché i contestatori fossero riusciti ad avvicinarsi tanto. Secondo quanto riportato da Repubblica, Salvini avrebbe detto: “Ragazzi, come è possibile che siano arrivati così vicino a me? Io conosco la gestione dell’ordine pubblico”. Una frase che ha evidenziato la sua irritazione non solo verso i contestatori, ma anche verso la gestione della sicurezza.

Nonostante la tensione, Salvini ha cercato di ridimensionare l’episodio davanti ai giornalisti, sottolineando come le contestazioni facciano parte del gioco democratico. “L’unica riflessione che faccio – ha dichiarato – è che se ci fosse un pranzo del Pd e ci fossero dei leghisti a contestare, li avrebbero portati via di peso già da mezz’ora. Noi siamo diversi. Mi fanno un mix di pena e di tenerezza”. Parole che hanno avuto l’effetto di spegnere solo parzialmente le polemiche, perché da un lato hanno mostrato il volto combattivo del leader, dall’altro hanno alimentato le critiche sul suo atteggiamento sprezzante.

Le contestazioni non si sono fermate ad Ascoli. Anche nelle tappe successive del tour elettorale, a San Benedetto del Tronto e Offida, Salvini è stato accompagnato da cori, striscioni e cartelli. A organizzare le manifestazioni, oltre ai collettivi locali come Caciara e Casa Rossa, anche militanti del Partito Democratico, che hanno accusato il governo italiano di complicità con le politiche israeliane e con i leader Netanyahu e Almasri. Messaggi come “Palestina libera” e “Governo complice dei criminali di guerra” hanno accompagnato la sua presenza, rendendo evidente come il tema internazionale si intrecci sempre più con il dibattito politico interno.

Non è mancato, nel discorso di Salvini, un riferimento critico alla Global Sumud Flotilla, l’iniziativa internazionale che con imbarcazioni civili cerca di rompere simbolicamente il blocco di Gaza. Il vicepremier ha ribadito che, pur comprendendo le intenzioni degli attivisti, simili azioni espongono a rischi enormi. “Io mi auguro che nessuno si faccia male. È chiaro che quando ti avvicini a un teatro di guerra, sia l’Ucraina che la Palestina, ti metti a rischio. Non solo prego che nessuno si faccia male, ma come governo lavoriamo con tutti i mezzi possibili, anche inviando navi di soccorso che costano agli italiani milioni di euro. La democrazia ha il suo bello e i suoi costi”. Parole che hanno voluto marcare la distanza tra le scelte degli attivisti e l’operato istituzionale del governo.

Allo stesso tempo, Salvini ha riportato l’attenzione sui temi interni, insistendo sulla necessità di concentrarsi sulle questioni economiche e sociali italiane. In particolare, ha ribadito l’urgenza di una riforma delle cartelle esattoriali, che ha definito prioritaria per tutelare i cittadini. Secondo il leader leghista, l’impegno politico deve restare saldo sulle necessità quotidiane degli italiani, piuttosto che spostarsi su conflitti internazionali sui quali l’Italia, nei fatti, può incidere solo marginalmente.

L’episodio di Ascoli conferma quanto la guerra a Gaza stia diventando un terreno di scontro politico sempre più visibile anche in Italia. La figura di Salvini, polarizzante per natura, si ritrova nuovamente al centro di critiche e difese opposte: da un lato chi ne apprezza la fermezza e la volontà di non piegarsi alle contestazioni, dall’altro chi lo accusa di minimizzare il dramma umanitario palestinese. In un clima già carico di tensioni in vista delle elezioni, la vicenda dimostra come i temi internazionali possano avere un impatto diretto sulla percezione dei leader politici nazionali e sul consenso elettorale.

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