Ue, approvato il 19° pacchetto di sanzioni contro la Russia: stop anticipato al GNL e nuove restrizioni finanziarie

L’Unione Europea approva il 19° pacchetto di sanzioni contro la Russia: energia, finanza e tecnologia nel mirino

L’Unione Europea ha compiuto un nuovo passo nella sua strategia di pressione politica ed economica contro Mosca, approvando il 19° pacchetto di sanzioni dall’inizio della guerra in Ucraina. Una decisione che dimostra come Bruxelles non intenda arretrare, ma anzi rafforzare la linea della fermezza nei confronti del Cremlino.

Secondo quanto annunciato dalla portavoce principale della Commissione Europea, Paula Pinho, il nuovo pacchetto arriva a pochi mesi di distanza da quello di luglio e rappresenta un ulteriore tassello nella costruzione di un fronte comune europeo volto a limitare le risorse finanziarie della Russia e a ostacolare la sua capacità bellica.

L’energia al centro delle nuove restrizioni

Tra le misure più rilevanti c’è l’anticipo del divieto di importazione di gas naturale liquefatto (GNL) russo. Inizialmente previsto per il 2028, il termine è stato fissato al 1° gennaio 2027. L’obiettivo è chiaro: ridurre le entrate derivanti dalle esportazioni energetiche, che rappresentano una delle principali fonti di finanziamento per Mosca.

Il pacchetto introduce inoltre nuove limitazioni nei confronti di colossi come Gazprom e Rosneft, simboli del potere energetico russo. Sono stati bloccati i rapporti commerciali con raffinerie e operatori legati al settore petrolifero, anche in Paesi terzi come la Cina, dove la Russia ha tentato di spostare parte del suo commercio energetico.

Un capitolo importante riguarda anche il contrasto alla cosiddetta “flotta fantasma”: ben 119 navi sospettate di trasportare greggio russo aggirando le restrizioni sono state inserite nella lista nera europea. Per queste unità è vietato l’accesso ai porti e ai servizi marittimi dell’Ue, un provvedimento che mira a ridurre ulteriormente la capacità di esportazione del petrolio da parte di Mosca.

Finanza e criptovalute sotto osservazione

Non solo energia. Le nuove sanzioni europee colpiscono anche il settore finanziario e tecnologico. Sono state introdotte restrizioni sulle criptovalute, con il divieto di transazioni e l’imposizione di limiti alle piattaforme digitali. In questo modo, Bruxelles vuole impedire alla Russia di utilizzare canali alternativi per aggirare l’isolamento dai circuiti finanziari tradizionali.

Le carte di credito russe collegate ai sistemi di pagamento rapidi di Mosca diventano di fatto inutilizzabili nell’Unione Europea. Questo ulteriore ostacolo intende colpire la vita economica quotidiana di cittadini e imprese legate al Cremlino, aumentando i costi dell’isolamento internazionale.

La stretta sulle tecnologie militari

Un altro punto cruciale riguarda il comparto militare. La Commissione Europea ha individuato 45 aziende russe e straniere che forniscono tecnologie e componenti utili alla produzione di droni, missili e altri armamenti impiegati sul fronte ucraino. Queste aziende sono state inserite nella lista delle entità colpite dalle restrizioni, con l’intento di rallentare la capacità industriale militare di Mosca.

La decisione conferma la volontà dell’Ue di non limitarsi alle sole sanzioni economiche, ma di intervenire direttamente sulle catene di approvvigionamento belliche, riducendo il flusso di materiali che alimentano il conflitto.

L’utilizzo dei beni congelati e il sostegno a Kiev

Parallelamente, Bruxelles sta valutando nuove modalità per sostenere economicamente l’Ucraina. Una delle ipotesi più discusse riguarda l’impiego dei beni congelati agli oligarchi russi: si tratta di patrimoni ingenti, che potrebbero costituire la base per un prestito a favore di Kiev, fornendo risorse preziose per la ricostruzione e per la resistenza militare.

Sul fronte energetico, intanto, rimane sotto stretta osservazione il tema delle importazioni di gas russo ancora attive in otto Paesi membri: Belgio, Olanda, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Slovacchia e Ungheria. Nonostante le restrizioni, infatti, una parte delle forniture continua a transitare verso l’Europa, evidenziando le difficoltà di alcuni Stati a liberarsi completamente dalla dipendenza energetica da Mosca.

Una strategia di lungo periodo

Con questo nuovo pacchetto, l’Ue conferma la sua linea: tagliare le entrate che finanziano la guerra, colpire i settori chiave dell’economia russa e allo stesso tempo sostenere l’Ucraina. La compattezza dei Ventisette rimane un elemento centrale, soprattutto in un contesto internazionale segnato da tensioni geopolitiche crescenti.

L’adozione del 19° pacchetto dimostra non solo la continuità della strategia europea, ma anche la volontà di accelerare il passo. Ridurre i tempi per il blocco del GNL, intensificare le restrizioni su navi, aziende e piattaforme digitali: tutti segnali di un’Europa che, pur consapevole delle difficoltà interne legate ai costi energetici e alle pressioni sociali, non intende allentare la presa su Mosca.

La strada delle sanzioni resta dunque uno strumento privilegiato della diplomazia europea. Resta da capire quale sarà la risposta della Russia, già alle prese con un’economia sotto stress, e quanto queste misure riusciranno a incidere realmente sul conflitto in Ucraina, che dopo più di tre anni continua a rappresentare una ferita aperta nel cuore dell’Europa.

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