Pochi giorni dopo la scomparsa di Pippo Baudo, il suo nome continua ad apparire con forza sulle pagine dei giornali e sugli schermi televisivi. Non soltanto per celebrare l’immenso lascito artistico del conduttore siciliano, ma anche per questioni patrimoniali e personali che emergono ora con ancora maggiore intensità. A innescare il dibattito è stata Katia Ricciarelli, ex moglie di Baudo, con dichiarazioni che hanno fatto scalpore. La risposta non si è fatta attendere: Dina Minna, storica segretaria di Baudo, ha inviato una diffida legale alla soprano, chiarendo il ruolo del presentatore nelle sue scelte private e nelle decisioni personali.
Le parole di Katia Ricciarelli e le polemiche in tv
Durante una recente intervista rilasciata al programma Verissimo, in uno studio televisivo romano a settembre, Katia Ricciarelli ha raccontato con voce a tratti tremante episodi del suo passato con Pippo Baudo. «Già quando ero sposata con Pippo», ha affermato la cantante lirica, «ho scoperto che lui le aveva intestato due appartamenti. Bah, forse con le segretarie si fa così». Le sue parole, riportate da La Repubblica, hanno immediatamente sollevato un polverone mediatico. Non si trattava, infatti, solo di proprietà immobiliari, ma del riflesso di un clima di fiducia incrinata e di silenzi mai chiariti fino in fondo.
In quel racconto è entrata di prepotenza la figura di Dina Minna, collaboratrice fedele di Baudo, presente da decenni nella sua vita professionale e privata. Dietro le quinte, Minna gestiva telefonate, agende, appuntamenti e contatti. Una presenza discreta ma costante, al punto che alcuni, con ironia, la chiamavano “Bau-Dina”. Perfino amici storici del conduttore, come Loretta Goggi, secondo alcune ricostruzioni giornalistiche, negli ultimi tempi avevano avuto difficoltà a mettersi in contatto con lui.
Gli ultimi giorni di Baudo e il ruolo di Dina Minna
Nelle ore finali della vita del presentatore, Dina Minna era accanto a lui nella stanza del Campus Biomedico, insieme a Tiziana, la figlia di Baudo. Un quadro che conferma il ruolo centrale della segretaria nella quotidianità del conduttore: una presenza discreta, ma regolata con precisione quasi militare. Proprio questa vicinanza e questa influenza hanno reso le dichiarazioni della Ricciarelli ancora più pesanti, poiché sottintendevano un’ingerenza nelle relazioni personali di Baudo.
Ricciarelli, nell’intervista, lasciava trasparire amarezza e sorpresa. Le pause, i sospiri, gli sguardi annotati dai cronisti dicevano più delle stesse parole. Non era spettacolo, ma cronaca viva: un intreccio di potere, affetti e piccole ingiustizie percepite nel quotidiano.
La diffida legale e la presa di posizione
La reazione di Dina Minna è stata rapida. Come riportato da Il Giornale, la segretaria ha incaricato l’avvocato Jacopo Pensa, amico e consulente storico di Baudo, di redigere e notificare una diffida legale a Katia Ricciarelli. Nel documento si precisa che non era certo la segretaria a impedire contatti tra Baudo e l’ex moglie, ma lo stesso Pippo a «rifuggire con cura ogni rischio di incontrarla».
Da anni, Minna rappresentava il fulcro della gestione del conduttore: telefonate, mail, impegni pubblici e privati. Tutto passava attraverso di lei, in un sistema organizzato e capillare. La diffida invita Ricciarelli a moderare i toni e a evitare affermazioni simili, soprattutto in seguito all’intervista del 13 settembre, preannunciando possibili azioni legali in caso contrario.
L’avvocato Pensa ha chiarito senza esitazioni: «Le decisioni sui rapporti personali erano scelte dirette di Baudo, non della sua segretaria». Quanto alla questione patrimoniale e all’eredità, la nota dell’avvocato è stata altrettanto esplicita: «La signora Ricciarelli può tenersi i suoi giudizi per sé, perché la questione non la riguarda».
Un ritratto complesso tra fragilità e fermezza
Dietro questa vicenda emerge il profilo di un uomo che, pur fragile negli ultimi anni, rimaneva al tempo stesso deciso e rigoroso. Pippo Baudo era circondato da figure di fiducia, con cui stabiliva regole precise e invalicabili. Minna, in questo contesto, era molto più di una semplice segretaria: era il tramite attraverso cui si regolava gran parte della sua vita, dal lavoro alla sfera privata.
La cronaca, dunque, non si limita a raccontare appartamenti, firme e atti notarili, ma descrive anche incomprensioni, tensioni, silenzi che accompagnano inevitabilmente le grandi personalità. Le stanze di un ospedale, i corridoi televisivi, le interviste televisive diventano lo scenario di una vicenda che mescola affetto, potere e dolore.
La memoria di Baudo, dal punto di vista artistico, resta intatta. Le sue apparizioni sul piccolo schermo, la sua capacità di raccontare l’Italia e gli italiani, rimangono un patrimonio collettivo che nessuna controversia potrà scalfire. Tuttavia, la realtà concreta, fatta di conti, appartamenti e diffide legali, mostra come anche le figure più amate non siano immuni dalle complicazioni di rapporti umani segnati da delusioni e incomprensioni.