Attacco con drone alla Global Sumud Flotilla: cresce la tensione internazionale, l’ONU convoca un vertice urgente
Un nuovo episodio di forte tensione scuote la missione umanitaria conosciuta come Global Sumud Flotilla. Nelle ultime ore, infatti, è stato segnalato un attacco con drone contro una delle sue imbarcazioni, evento che ha spinto le Nazioni Unite a convocare un vertice straordinario nel tentativo di affrontare le implicazioni sulla sicurezza marittima e valutare possibili azioni diplomatiche immediate.
L’attacco e i danni subiti
Secondo quanto riferito dalla stessa organizzazione, l’episodio rappresenta il secondo attacco in appena due giorni. La nave colpita è l’Alma, battente bandiera britannica, che si trovava ormeggiata in un porto tunisino nei pressi di Sidi Bou Said. Un drone si sarebbe avvicinato al ponte superiore, provocando un incendio che ha generato momenti di grande paura.
Fortunatamente, le fiamme sono state domate in tempi rapidi e non si registrano feriti né tra i passeggeri né tra i membri dell’equipaggio. La stessa flottiglia ha diffuso sui propri canali social un video che mostra le fasi dell’attacco e le conseguenti operazioni di spegnimento.
Sul posto erano presenti anche giornalisti e attivisti: diversi testimoni hanno raccontato di aver visto la Guardia Costiera tunisina impegnata a monitorare la situazione, mentre sulla spiaggia decine di manifestanti hanno inscenato proteste contro l’aggressione, definita un chiaro tentativo di intimidazione.
Le accuse e il contesto politico
La Global Sumud Flotilla ha collegato senza esitazione l’attacco all’escalation militare in corso tra Israele e Hamas, interpretandolo come un tentativo di bloccare o quantomeno rallentare la missione umanitaria diretta verso Gaza. La flottiglia, che vede la partecipazione di delegazioni provenienti da ben 44 Paesi, ha ribadito con fermezza la volontà di proseguire nonostante i danni riportati.
“Non ci lasceremo fermare da queste azioni violente – hanno dichiarato i portavoce –. La nostra missione è e rimane di natura umanitaria, finalizzata a portare aiuto alla popolazione di Gaza colpita da un blocco ingiusto e disumano”.
Il riferimento è al blocco imposto da Israele sulla Striscia di Gaza dal 2007, misura che da anni suscita dure critiche da parte della comunità internazionale e che ha reso ancora più drammatica la vita degli abitanti.
Le reazioni internazionali e l’ONU in allerta
La gravità dell’episodio ha portato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a convocare una riunione d’emergenza prevista per la serata odierna. Il vertice non affronterà soltanto la questione dell’attacco alla flottiglia, ma anche l’intero quadro di instabilità mediorientale, acuito da un recente raid israeliano in Qatar che ha ulteriormente aumentato la tensione.
La riunione si preannuncia particolarmente delicata, poiché i Paesi membri sono divisi sulle possibili misure da adottare. Alcuni governi spingono per una condanna immediata e per l’apertura di un’inchiesta indipendente, mentre altri mantengono una posizione più cauta, temendo ripercussioni sui già fragili equilibri diplomatici della regione.
Le manifestazioni di solidarietà
Parallelamente, la vicenda ha acceso proteste e mobilitazioni in diverse capitali del mondo. A Roma, gruppi di attivisti pro-flottiglia hanno manifestato davanti a sedi istituzionali e consolati, chiedendo un intervento deciso della diplomazia italiana e dell’Unione Europea.
Cartelli, slogan e striscioni hanno ribadito la necessità di garantire il passaggio sicuro delle navi cariche di aiuti, sottolineando che colpire la Global Sumud Flotilla significa “colpire la speranza di un popolo”.
La determinazione della flottiglia
Nonostante i rischi, la Global Sumud Flotilla non intende fermarsi. La decisione di continuare la navigazione verso Gaza è stata confermata ufficialmente, in segno di resistenza e solidarietà con la popolazione civile palestinese.
“Ogni attacco – hanno affermato gli organizzatori – non fa che rafforzare la nostra convinzione. Portare aiuto è un dovere morale che va oltre qualsiasi minaccia o intimidazione”.
Conclusione: un mare sempre più instabile
L’attacco con drone alla nave Alma rappresenta un nuovo campanello d’allarme sulla fragilità della sicurezza marittima nel Mediterraneo, già teatro di tensioni e conflitti geopolitici.
Il coinvolgimento dell’ONU dimostra che la questione non riguarda più soltanto gli attivisti o i Paesi direttamente interessati, ma rischia di trasformarsi in un problema internazionale capace di influenzare equilibri regionali e globali.
Mentre le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla proseguono la loro missione umanitaria, resta l’incognita su quali misure concrete verranno prese per prevenire nuovi attacchi e garantire che le rotte del mare non diventino il terreno di scontro di conflitti irrisolti.