Pisa eroico a Bergamo: pareggio storico contro l’Atalanta dopo 33 anni di attesa

Pisa eroico a Bergamo: un pareggio storico contro l’Atalanta

Una partita giocata senza timori reverenziali, a viso aperto, contro una delle realtà più solide e rispettate del calcio italiano ed europeo. Il Pisa, al suo ritorno in Serie A dopo decenni di assenza, ha mostrato carattere, coraggio e personalità, affrontando l’Atalanta con un atteggiamento sfrontato, quasi spavaldo, capace di sorprendere gli avversari e far sognare i propri tifosi.

Il risultato finale, un 1-1 che ha il sapore dell’impresa, rappresenta un punto storico per la squadra di Alberto Gilardino, capace di resistere all’urto della formazione di Juric, squadra reduce da successi internazionali e da anni protagonista ai massimi livelli.

Il ritorno in Serie A dopo 12.509 giorni

Per i tifosi pisani si è trattato di un evento memorabile: tornare a calcare il palcoscenico della Serie A dopo ben 12.509 giorni dall’ultima sfida, datata 1991, contro la Roma. Un’attesa interminabile, finalmente spezzata dall’esordio in casa di un’avversaria di lusso come l’Atalanta, vincitrice recente dell’Europa League e simbolo di un calcio moderno ed europeo.

Gilardino, alla vigilia, aveva lasciato intendere un approccio prudente alle scelte iniziali, ma ha sorpreso tutti inserendo dal primo minuto Denoon in difesa al posto di Calabresi. Davanti a Semper, quindi, il reparto arretrato era composto da Denoon, Canestrelli e Caracciolo. Sugli esterni Touré e Angori, mentre in mezzo Marin e Aebischer gestivano i tempi di gioco. Sulla trequarti Moreo e Tramoni hanno supportato l’unica punta Meister.

Le assenze erano pesanti: oltre a Lusuardi, Vural ed Esteves, anche Lind non era disponibile a causa di un virus influenzale.

Prima del fischio d’inizio, emozioni a fior di pelle: il pubblico presente ha tributato un lungo applauso a Michele Marconi, ex giocatore amatissimo, seduto in curva tra i tifosi. In tribuna, a seguire la squadra, c’era anche il patron Alexander Knaster, a testimonianza della centralità di questo ritorno nella massima serie.

Primo tempo da urlo

Il Pisa ha iniziato senza complessi, cercando subito verticalizzazioni rapide e mettendo in difficoltà i padroni di casa. L’Atalanta ha risposto con il solito gioco sulle fasce, sfruttando la velocità di Bellanova e del nuovo acquisto Zalewski.

Dopo alcuni tentativi, il vantaggio pisano è arrivato al 26’, in maniera rocambolesca ma meritata: Touré sfonda sulla corsia, serve Angori che crossa in area, Hein cerca l’anticipo su Meister ma devia il pallone nella propria porta. Autorete e Pisa avanti 1-0, tra l’incredulità del pubblico di Bergamo e la gioia incontenibile dei mille tifosi nerazzurri arrivati dalla Toscana.

La squadra di Gilardino ha sfiorato anche il raddoppio al 39’, con Moreo che di testa ha impegnato severamente Carnesecchi, costretto a un intervento prodigioso. Si è andati al riposo con il Pisa avanti e capace di esprimere un gioco brillante, ordinato, a tratti persino spettacolare.

La reazione della Dea

Nella ripresa, come prevedibile, l’Atalanta ha alzato il ritmo e messo il Pisa alle corde. Scamacca, protagonista assoluto, prima ha sprecato da fuori, poi al 50’ ha trovato il gol del pareggio con un’azione personale di grande classe: dribbling secco in area e conclusione imparabile per Semper.

Da quel momento la partita è diventata un assedio. Scamacca ha colpito anche una traversa, Maldini ha avuto un paio di occasioni nitide, ma il Pisa, pur soffrendo, non si è disunito. Gilardino ha inserito forze fresche, tra cui Nzola, Cuadrado e Akinsanmiro, chiedendo ai suoi di mantenere compattezza e spirito di sacrificio.

La resistenza ha retto fino al triplice fischio. Nel finale, la Dea ha continuato a provarci con tiri da fuori e colpi di testa, ma Semper si è sempre fatto trovare pronto, regalando alla sua squadra un pareggio che vale quanto una vittoria.

L’analisi di un risultato storico

Questo punto, conquistato in un campo difficilissimo e contro una squadra di livello europeo, rappresenta molto più di un semplice segnale: è la dimostrazione che il Pisa, pur con i suoi limiti e la necessità di crescere, può giocarsela contro chiunque se affronta le gare con coraggio e determinazione.

Il dato più importante è forse proprio l’atteggiamento: niente barricate, niente paura, ma la volontà di proporre gioco e di non rinunciare ad attaccare anche contro avversari tecnicamente e fisicamente superiori.

I tifosi pisani hanno finalmente potuto vivere un pomeriggio indimenticabile, condito da emozioni forti e da un orgoglio ritrovato. Gilardino, dal canto suo, ha dimostrato di aver trasmesso idee chiare e un’identità precisa a un gruppo che, se continuerà su questa strada, potrà togliersi molte soddisfazioni.

Il campionato è solo all’inizio, ma questo pareggio, arrivato contro un’avversaria di altissimo livello, può diventare la scintilla per costruire una stagione di entusiasmo e, perché no, di salvezza.

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