Addio a Pippo Baudo, il maestro indiscusso della televisione italiana
Se ne va un pezzo fondamentale della storia italiana. Pippo Baudo, il conduttore simbolo della televisione del nostro Paese, è morto a 89 anni, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore di milioni di spettatori. Nato a Militello in Val di Catania il 7 giugno 1936, laureato in giurisprudenza, aveva scelto la strada dello spettacolo, trasformando quella passione giovanile in una carriera leggendaria. Per più di mezzo secolo è stato il volto familiare che ha accompagnato intere generazioni davanti al piccolo schermo, capace di innovare, emozionare e lanciare talenti.
Un uomo che ha inventato la televisione
Dagli esordi a Roma fino al successo clamoroso con programmi come Settevoci, Canzonissima, Domenica In e Fantastico, Baudo è stato un “architetto” della televisione italiana. Ha condotto tredici edizioni del Festival di Sanremo, imponendo un modello ancora oggi riconoscibile. La sua abilità stava non solo nella conduzione, ma nell’inventare format, nel riconoscere i talenti e nel dare dignità alla televisione di intrattenimento, trasformandola in un fenomeno culturale e sociale. La sua voce, i suoi modi inconfondibili e il suo carisma hanno creato un linguaggio televisivo che ha segnato un’epoca.
L’annuncio della scomparsa
La notizia della morte, avvenuta a Roma il 16 agosto, è stata confermata dall’avvocato Giorgio Assumma, amico fraterno e legale del conduttore. “Per me è scomparso un fratello” – ha dichiarato – “un uomo dalla cultura vastissima, sincero e sempre leale. Non c’è stato mai un momento di crisi nel nostro rapporto”. L’ultima uscita pubblica di Baudo risaliva alla festa per i 90 anni di Pierfrancesco Pingitore, dove si era presentato in sedia a rotelle ma sorridente, segno di una vitalità mai spenta.
Il cordoglio del mondo politico e dello spettacolo
Le reazioni alla sua scomparsa sono state immediate e trasversali. La premier Giorgia Meloni ha sottolineato come “il suo volto e la sua voce abbiano accompagnato intere generazioni”. Alba Parietti, visibilmente commossa, ha scritto: “Con te si chiude definitivamente un’epoca. Sei stato il più grande, sei stato la televisione”. Parole che racchiudono l’essenza di un uomo che ha saputo essere maestro severo, ma al tempo stesso generoso con chi credeva avesse talento. Beppe Grillo ha scelto l’ironia affettuosa, scrivendo sui social: “Caro Pippo, ora che comparirai al Supremo cerca di non dire ‘l’ho scoperto io’”.
Non sono mancate le testimonianze di Mara Venier, profondamente addolorata: “Un pezzo della mia vita se n’è andato con lui”, e di Simona Ventura: “Sei stato il mio maestro, non ti dimenticherò mai”. Gerry Scotti ha ricordato un episodio personale degli anni ’80, quando una telefonata di Baudo fu decisiva per la sua carriera: “Il potere della sua voce mi ha cambiato la vita”.
L’abbraccio della Rai
La Rai, con cui Baudo ha avuto un legame indissolubile, ha espresso il proprio dolore con un comunicato ufficiale: “Con Pippo Baudo se ne va un pezzo di cuore della tv. È stato un inventore di televisione, un uomo capace di trasformare il nazionalpopolare in cultura, senza mai cadere nella volgarità”. Le sue trasmissioni – da Domenica In a Serata d’onore – hanno segnato la storia stessa della Rai, riflettendo i cambiamenti sociali del Paese.
Le voci della musica e dei colleghi
Laura Pausini, lanciata da Baudo a Sanremo 1993, ha pubblicato un messaggio commosso: “Ciao al mio secondo papà. Mi hai cambiato la vita scegliendomi a 18 anni e non mi hai mai lasciata. È un dolore inspiegabile”. Anche Fabio Fazio, Renzo Arbore, Bruno Vespa e Carlo Conti hanno voluto sottolineare quanto Baudo abbia costruito la grammatica della televisione moderna. Per Arbore, amico e collega, era “il grande creatore della Rai che abbiamo amato, fatto di ambizione artistica e non di ascolti”.
Profonda anche la reazione di Katia Ricciarelli, ex moglie del conduttore: “Abbiamo vissuto 18 anni insieme, non si può dimenticare. Oggi si chiude una parentesi importante della mia vita”. Le sue parole mostrano il lato umano di Baudo, oltre la figura pubblica, quello di un uomo capace di legami profondi e duraturi.
Una carriera senza paragoni
Il percorso professionale di Pippo Baudo resta ineguagliabile. Ha diretto Canale 5, guidato il Teatro Stabile di Catania, firmato programmi indimenticabili e scritto nel 2018 la sua autobiografia Ecco a voi. Una storia italiana. Nel 2021 ha ricevuto l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica, a suggello di un’intera vita dedicata alla cultura e all’intrattenimento. Non solo conduttore, ma anche autore, talent scout, direttore artistico e, soprattutto, simbolo di una televisione che ha saputo parlare a tutti.
L’eredità di un gigante
La sua scomparsa lascia un vuoto che va oltre lo spettacolo: se ne va un testimone della storia italiana, un uomo che ha accompagnato il Paese nei suoi momenti di trasformazione, dai tempi difficili degli anni di piombo alla leggerezza degli anni Ottanta. Pippo Baudo era sinonimo di credibilità: “È vero perché lo ha detto Baudo”, si diceva. Ed è forse questo il suo lascito più grande: la capacità di unire un popolo davanti allo schermo, con intelligenza, passione e un’autorevolezza naturale. Da oggi la televisione è più povera, ma il suo nome resterà per sempre inciso nella memoria collettiva.