Addio a Pippo Baudo, il gigante della televisione italiana che ha fatto la storia del piccolo schermo
Se ne va una leggenda, un uomo che ha segnato decenni di televisione e che con la sua voce, il suo carisma e la sua professionalità è entrato nelle case e nei cuori di milioni di italiani. Pippo Baudo, nato a Militello in Val di Catania nel 1936, si è spento a Roma all’età di 89 anni, lasciando un vuoto incolmabile nel mondo dello spettacolo. Laureato in giurisprudenza ma da sempre innamorato del palcoscenico, fin da giovane comprese che il suo destino sarebbe stato quello di stare davanti alle telecamere. E così è stato: una carriera lunghissima e straordinaria, capace di attraversare epoche, mode e generazioni, senza mai perdere l’attenzione del pubblico.
Il nome di Baudo è indissolubilmente legato al Festival di Sanremo, che ha condotto ben tredici volte, più di chiunque altro. Ma non solo: da “Canzonissima” a “Domenica In”, da “Fantastico” a “Novecento”, la sua firma è impressa su alcuni dei programmi più popolari e amati della storia della televisione italiana. Non era solo un presentatore: era un inventore di format, uno scopritore di talenti, un uomo che sapeva interpretare e raccontare il Paese attraverso il piccolo schermo.
La notizia della sua scomparsa, avvenuta il 16 agosto, è stata confermata dall’avvocato e amico di sempre Giorgio Assumma, che ha parlato con commozione: “Per me è scomparso un fratello. La sua cultura vastissima, la capacità di affrontare i problemi con lucidità e la sincerità assoluta lo rendevano unico. Con Pippo non c’è mai stato un solo momento di crisi”.
Le sue ultime apparizioni pubbliche risalivano a pochi mesi fa, quando aveva partecipato alla festa per i 90 anni di Pierfrancesco Pingitore. Sempre sorridente, anche in sedia a rotelle, non aveva mai perso quell’aria da eterno protagonista, pronto a regalare emozioni al pubblico.
La notizia della morte ha suscitato una valanga di reazioni. La premier Giorgia Meloni ha sottolineato come “il suo volto e la sua voce abbiano accompagnato intere generazioni”. Alba Parietti, con cui aveva condiviso palchi e momenti di televisione indimenticabili, ha scritto: “Con te si chiude un’epoca. Sei stato il più grande, sei stato la televisione. Ti sarò sempre grata per le possibilità che mi hai dato e per tutto ciò che mi hai insegnato”.
Beppe Grillo, con affetto e ironia, ha voluto ricordarlo così: “Caro Pippo, ora che comparirai al Supremo cerca di non dire ‘l’ho scoperto io’”. Un modo leggero ma intenso per sottolineare il suo ruolo di talent scout instancabile.
Da Antonella Clerici a Mara Venier, da Simona Ventura a Gerry Scotti, tutti hanno voluto rendergli omaggio. Clerici ha scritto parole semplici ma potentissime: “Grande, immenso, inarrivabile. Grazie per tutto, Pippo”. Mara Venier, visibilmente scossa, ha parlato di “un dolore grande, perché lui ha dato tanto a tutti gli italiani”. Gerry Scotti ha ricordato un episodio personale: “Negli anni ’80, in un momento di indecisione, fu una sua telefonata a spingermi a intraprendere la strada che mi ha reso ciò che sono. Pippo era un gigante, un vero numero uno”.
Anche la Rai ha salutato il suo storico conduttore con un comunicato carico di riconoscenza: “Con Pippo Baudo se ne va un pezzo di cuore della tv. Ha reso la televisione un fenomeno culturale, nobilitando l’intrattenimento popolare e mantenendo sempre alta la qualità. Inventore, scopritore di talenti, maestro del Festival e di tanti altri programmi, resterà per sempre parte del patrimonio culturale del nostro Paese”.
Le testimonianze di affetto arrivano anche dal mondo della musica. Laura Pausini, lanciata proprio da Baudo a Sanremo 1993, ha scritto: “Ciao al mio secondo papà. Mi hai cambiato la vita scegliendomi a 18 anni. Non mi hai mai lasciata. È un dolore inspiegabile”. Parole che raccontano l’impatto umano e professionale che il conduttore ha avuto su chiunque abbia incrociato il suo cammino.
Fabio Fazio lo ha definito “la televisione stessa, l’uomo che ne ha inventato la grammatica”, mentre Carlo Conti ha sottolineato che “si spegne una parte della tv che abbiamo amato e imparato a fare, lui è stato il maestro di tutti noi”. Max Giusti ha ricordato come Baudo fosse diventato “un punto di riferimento per l’Italia nei momenti più difficili”. Bruno Vespa, con un filo di voce, ha dichiarato: “Se ne è andato l’ultimo dei grandi”.
Anche Renzo Arbore, amico di una vita, ha voluto omaggiarlo: “Avevamo la stessa estrazione, la stessa passione. Pippo era il creatore della Rai più importante, quella che pensava ai contenuti artistici prima degli ascolti. Mi mancherà moltissimo”. E non poteva mancare la voce emozionata di Katia Ricciarelli, con cui condivise 18 anni di vita: “Indipendentemente da come è finita, Pippo resta una persona straordinaria e il numero uno della televisione”.
La carriera di Baudo resta un mosaico di successi: da “Settevoci” a “Fantastico”, da “Papaveri e papere” a “Luna Park”, da “Novecento” a “Il viaggio”. Per oltre cinquant’anni ha dettato lo stile e i tempi della televisione, diventando un simbolo unico, amato e rispettato. Nel 2021 ricevette l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, un riconoscimento che sanciva ufficialmente il suo ruolo nella cultura del Paese.
Con la sua morte si chiude un capitolo irripetibile, ma l’eredità che lascia è immensa. Pippo Baudo non è stato solo un conduttore: è stato la televisione stessa, la voce narrante di un’Italia che cambiava e che lui sapeva raccontare come nessun altro.