Il 14 agosto 2018 resterà per sempre impresso nella memoria collettiva italiana come il giorno in cui il Ponte Morandi di Genova crollò, spezzando 43 vite e lasciando una ferita profonda nel cuore della città e dell’intero Paese. A sette anni di distanza, il ricordo di quella tragedia è ancora vivido, accompagnato dal desiderio di verità e giustizia. In occasione dell’anniversario, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito la necessità di fare piena luce sulle responsabilità, definendo questo impegno “un dovere morale e civile” verso le vittime, le loro famiglie e tutti i cittadini.
La giornata commemorativa del 14 agosto 2025 è iniziata con una messa solenne nella chiesa di San Bartolomeo della Certosa, celebrata dall’arcivescovo Marco Tasca. Una cerimonia semplice ma intensa, carica di commozione, a cui hanno partecipato parenti delle vittime, autorità locali e cittadini. Subito dopo, si è svolto un momento di raccoglimento presso il Memoriale 14.08.2018, inaugurato lo scorso dicembre, un luogo simbolico dove memoria e dolore si incontrano per non dimenticare.
Alle 11:36, l’ora esatta in cui sette anni prima si consumò la tragedia, Genova si è fermata. Un minuto di silenzio ha avvolto la città, interrotto solo dal suono delle sirene delle navi in porto e delle campane delle chiese, in un coro simbolico che ha unito idealmente l’intera comunità. Presenti alla cerimonia ufficiale la sindaca Silvia Salis, il presidente della Regione Liguria Marco Bucci e il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi. Tra gli interventi più sentiti, quello di Egle Possetti, presidente del Comitato Parenti Vittime, che ha ribadito con forza la richiesta di giustizia. “Non basta attribuire colpe a pochi imputati – ha detto – il dolore non si colma e la verità deve emergere in tutta la sua interezza”.
Sul fronte giudiziario, il processo per il crollo del Ponte Morandi vede attualmente imputate 57 persone, accusate di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e altri reati connessi. La pubblica accusa prevede di formulare le richieste di condanna entro l’autunno 2025, mentre la sentenza definitiva potrebbe arrivare nella primavera del 2026. È stata esclusa l’accusa di attentato alla sicurezza dei trasporti per mancanza di dolo, ma restano in piedi le imputazioni principali. I legali della difesa hanno chiesto ulteriori perizie tecniche, con il rischio di allungare ulteriormente i tempi processuali.
Durante la commemorazione, Giorgia Meloni ha pronunciato parole cariche di significato: “Il 14 agosto di sette anni fa Genova, la Liguria e l’Italia intera furono sconvolte da una catastrofe che rimarrà per sempre nella memoria del nostro popolo. Tutti noi ricordiamo le immagini drammatiche del crollo, la paura, lo smarrimento, ma anche il coraggio straordinario dei soccorritori e l’angoscia per le quarantatré vite spezzate”.
La premier ha sottolineato come il desiderio di giustizia dei familiari delle vittime sia condiviso dall’intera nazione e ha ribadito che individuare le responsabilità, chiarire eventuali omissioni e fornire risposte definitive sia un obbligo che lo Stato non può eludere. “Non si tratta solo di un procedimento giudiziario – ha detto – ma di un atto dovuto alla memoria delle vittime e alla dignità del nostro Paese”.
Meloni ha voluto anche ricordare la forza e la resilienza della città di Genova, che pur colpita duramente non si è lasciata abbattere. “Genova ha dimostrato al mondo la capacità di rialzarsi, di ricostruire, di rinascere. Il Ponte San Giorgio, nato dalle macerie del Morandi, è oggi il simbolo di una comunità che, anche nei momenti più bui, trova la forza di unirsi e ripartire, più forte e più orgogliosa di prima”.
Il crollo del Ponte Morandi non è stato solo un dramma locale, ma un campanello d’allarme per tutta l’Italia sullo stato delle infrastrutture. Ha riportato in primo piano il tema della manutenzione, della sicurezza e della responsabilità nella gestione delle opere pubbliche. Le indagini hanno messo in evidenza carenze nella manutenzione e problemi di gestione, sollevando interrogativi sulle procedure di controllo e sulla prevenzione di simili tragedie.
A sette anni di distanza, il ricordo non si affievolisce e continua a interpellare le coscienze. Ogni anniversario è un’occasione per riflettere sul valore della sicurezza, sulla necessità di una giustizia tempestiva ed equa, e sull’importanza di un impegno costante da parte delle istituzioni. Genova, con il suo dolore e la sua rinascita, resta un esempio di dignità e determinazione.
La ferita del 14 agosto 2018 non potrà mai guarire del tutto, ma il dovere della memoria e l’impegno per evitare che simili tragedie si ripetano sono un’eredità che l’Italia non può permettersi di dimenticare.